Chapter Text
Harry Potter era seduto alla scrivania del suo ufficio del Ministero della Magia e stava leggendo una pergamena che aveva appena ricevuto via gufo.
C'era scritto un indirizzo, ovvero il luogo dove lui e la sua squadra si sarebbero dovuti materializzare per affrontare e poi arrestare dei malviventi.
Ron, Vice capo Auror e suo migliore amico, si massaggiò un occhio e sporse la testa verso il moro, leggendo le varie indicazioni.
Erano sei mesi che stavano dietro a Philippe Tâche, Sean Baley e Ryan Smith, tre uomini dai ventotto ai trentadue anni che stavano seminando terrore nel mondo magico perchè erano a capo di una banda criminale che creava delle pozioni dannose per l'essere umano, sostituendole a quelle originali delle aziende di pozioni per Medimaghi.
Con questo loro trucchetto, i tre uomini avevano già ucciso centinaia di persone, donne, uomini, anziani e bambini.
Harry non gli avrebbe più permesso di far del male a nessuno; infilò la bacchetta nel fodero dentro la giacca da Capo Auror e tese la mano a Ron Weasley che materializzò entrambi sul luogo in cui i tre uomini lavoravano.
Si trovavano in una zona industriale di periferia, c'erano vecchie industrie abbandonate, molte non avevano nemmeno le finestre, di solito qualche senzatetto entrava per passare la notte per non stare sotto pioggia e gelo.
Attesero in silenzio l'arrivo degli altri Auror che andarono a sistemarsi attorno al perimetro dell'edificio.
Harry andò davanti, sporse la testa oltre la porta dietro la quale erano nascosti poi fece cenno ai colleghi che lo precedettero cominciando a scagliare maledizioni contro i tre uomini.
I tre vennero sorpresi dai colpi. Harry vide che erano riusciti a schiantare Sean Baley che era caduto sbattendo poi la testa sul grande tavolo dove si trovavano le provette, facendone rompere alcune che caddero al suolo scoppiando.
Ron, che era accanto ad Harry, gli strinse un braccio prima che il capo Auror potesse muoversi. Quando Harry si voltò verso di lui, lo vide con gli occhi azzurri sbarrati.
"Giurami che se mi dovesse succedere qualcosa ed io non dovessi uscirne vivo da qui, tu andrai da mio marito e ti occuperai di lui. Io farò lo stesso con... Beh, se tu dovessi avere una storia con qualcuno...." Disse Ron guardandolo dritto negli occhi.
Harry strinse la mascella. Si facevano sempre la stessa promessa ogni volta che vedevano la situazione peggiorare.
"Ok, ma solo perchè me lo stai dicendo, tanto ne usciamo vivi, cazzo, come sempre! Abbiamo combattuto contro il signore Oscuro e lo abbiamo sconfitto, tre idioti non.." disse Harry prima di gelare sul posto.
Nella stanza, tutti i suoi uomini stavano gridando in preda al dolore, tenendosi il corpo con le mani. Urlavano e si contorcevano.
Crucio.
Quei bastardi avevano scagliato dei crucio sui suoi uomini! Gliel'avrebbe fatta pagare cara, pensò Harry, prima di tendere la bacchetta davanti a sè ed entrare nella stanza.
Ron, alle sue spalle, lo superò, scagliando maledizioni e riuscendo a ferire un altro malvivente, Ryan Smith, mentre Harry si occupava di Philippe Tâche.
Harry era impegnato a respingere le maledizioni dell'uomo che non poteva vedere quello che stava succedendo alle sue spalle: due suoi agenti vennero colpiti immediatamente da due Avada Kedavra che li fecero cadere a terra, senza vita.
Ron, invece stava combattendo stoicamente contro Ryan Smith che lanciava maledizioni come se ne dipendesse dalla sua stessa vita. Harry fece dei passi indietro, spaventato, ma continuó a scagliare delle maledizioni.
Sentiva Ron alle sue spalle combattere e poi lo sentí imprecare.
Harry si voltò appena per sincerarsi delle condizioni dell'amico, quando Philippe Tâche lanciò un "bombarda maxima" all'improvviso e il soffitto crollò loro addosso.
~❄️~
Quando Harry aprí gli occhi, sentí un peso sul petto che non lo faceva respirare. Con fatica, cercò di spingerlo via con le mani, ma era troppo pesante per toglierlo da solo.
Harry era terrorizzato. Non sapeva come chiamare aiuto. Non aveva idea di dove gli fosse finita la bacchetta. Tutto quello che comprese in quegli attimi era che avevano il soffitto dell’edificio addosso.
Harry si sentiva intorpidito, non sentiva nulla dal petto in giù. Sentiva la tempia pulsare e una lente dei suoi occhiali si era rotta.
Harry provò a muovere la testa e, poco distante da lui, vedeva solo macerie.
"Ron" cercò di dire, ma gli mancava il fiato. "Ron" provò a chiamare ma nessuno rispose.
Harry ricordò le ultime parole che gli aveva detto Ron prima di entrare nella stanza: “prenditi cura di mio marito..”
Harry sentí lacrime calde scivolargli lungo il volto.
Non voleva mantenere una promessa del genere. Se Harry era sopravvissuto, lo era sicuramente anche Ron, doveva avere fiducia.
Harry rimase a fissare il soffitto, sentiva la pressione del sangue nelle orecchie, il cuore batteva impazzito.
Perchè era ancora sotto quelle macerie?
Possibile che nessuno avesse lanciato alcun allarme?
Sarebbe morto da solo in quel posto?
Quante altre vittime c'erano state oltre i due agenti che erano stati colpiti mentre lui combatteva e si difendeva con le unghie e con i denti?
Harry chiuse gli occhi, aspettando la morte, ma sentí delle voci urlare e chiamare qualcuno, Harry voleva rispondere ma si sentiva stanco e intorpidito.
Sentiva le forze lasciare il suo corpo man mano che i secondi passavano, voleva solo dormire, fare una lunga dormita di quelle che non gli capitavano da tempo.
Se fosse morto avrebbe potuto finalmente riabbracciare suo padre e sua madre e avrebbe finalmente passato l'eternità insieme a loro.
"Hey tu! Mi senti?" Sentí chiedere da qualcuno prima che una luce gli venisse puntata in faccia. "Si! È vivo! Liberiamolo prima che crolli tutto!"
"Ron" disse Harry con voce flebile.
"Aspettate! Ha detto qualcosa! Puoi ripetere?" chiese nuovamente la voce.
Harry provò ad aprire la bocca ma la sonnolenza lo colse all'improvviso e tutto intorno a lui si fece buio..