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Recharge
Raffaello si aggrappò alle sbarre di metallo e premette il viso contro di esse, ansimando con gli occhi socchiusi. «K-kid… mi fai impazzire…» fece le fusa.
Michelangelo affondava dentro di lui, le mani sui suoi fianchi e il petto premuto contro il suo carapace. Raffaello, scodinzolando, gli andava incontro. Le pupille gli andarono indietro, mostrando il bianco dell’occhio e la sua pelle verse si arrossò per il calore.
Vampate di piacere risalivano dal suo bassoventre e venne, mentre Michelangelo aumentava il ritmo.
Raffaello gorgogliò, una sequela di gemiti gli sfuggì dalle labbra, da cui colava copiosa la saliva che scendeva lungo il suo collo.
«Vedi di rimanere in te» gli disse tra gli ansiti Michelangelo. Gli mordicchiò il mento con il becco, dando una spinta più decisa.
Raffaello serrò di più la stretta delle mani, i suoi calli sudati lasciavano delle impronte viscide sul metallo. «Dove dovrei andare?».
«Io voglio fare l’amore con te, voglio che ti piaccia, ma voglio che tu sia te stesso…» borbottò Michelangelo. «Vaffanculo» ringhiò Raffaello.
Michelangelo sorrise, strofinandogli la testa contro la spalla. «Ecco, ora ti riconosco». Diminuì il ritmo, cercando di colpire i punti più sensibili del maggiore.
L’odore di umido e il tanfo del cunicolo delle fogne coprivano la puzza di sudore e degli umori dei due.
Michelangelo venne a sua volta, inondando il più grande di sperma.
"L’idea che Mickey possa andare con altre donne o sconosciuti mi fa impazzire di gelosia. Vorrei che i miei fratelli fossero solo miei, come io voglio essere solo loro" pensò Raffaello, sospirando. Sentì Michelangelo uscire e deglutì, i suoi piedi nudi affondavano nella fanghiglia.
Michelangelo si appoggiò al muro di mattoni, vedeva ancora sfocato. «Sai, fare sesso con te è la cosa più bella di tutte».
«Non esagerare, mangiare la pizza viene prima» disse Raffaello. «Al massimo è meglio di allenarsi» scherzò. Pensando: "Essere incinta di un uovo mi rende molto più voglioso del normale".