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Eredità
Vegeta stava seduto sul letto con una scatola di latta poggiata sulle gambe, guardando gli oggetti al suo interno: una vecchia fotografia di suo figlio neonato che gli tirava la bocca, ricordava le risate di sua moglie quel giorno; un pacchetto di sigarette ammaccato, puzzavano di tabacco e una fede.
«Sai che ti ha lasciato dei veri averi oltre quelle cianfrusaglie in eredità?» si sentì domandare. Alzò lo sguardo e vide Yamcha sulla porta, gli occhi dell’uomo erano ingrigiti dalla cataratta, la sua pelle cadente accentuava la sua eccessiva magrezza e i suoi capelli bianchi erano legati in una coda.
«I suoi ricordi sono la mia eredità» gli fu risposto.
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