Chapter 1: Di tutto ciò che luccica in una giornata nuvolosa
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Sulle isole Calamaio, il pomeriggio non brillava certo del solito Sole ghignante dall'aria un pò idiota. In effetti, era parecchio nuvoloso per essere un solstizio d'estate.
Forse era un bene, dopotutto; invece di una torrida giornata afosa, i calamaiesi avrebbero avuto una tiepida pausa dalla calura, così da poter festeggiare l'arrivo dell'estate senza sciogliersi come neve al sole.
C'era persino un pò di vento, e in lontananza si poteva udire il ghignare sinistro di Hilda Berg dalla sua postazione metereologica in vetta a Colle Nuvola.
Due bambini dall'aspetto grottesco per chiunque non provenisse da Calamaio, stavano a loro volta seduti su un colle, sul limite orientale della terza isola, mangiando ciascuno un gelato in cono.
Godevano di una vista insolita, persino per due ragazzini con una tazza di ceramica (con tanto di cannuccia) piena di liquido al posto della testa.
In mezzo alla radura, quasi a ridosso di un piccolo promontorio, si ergeva un ricco palazzo colorato del tutto simile ad un castello magico. Aveva persino la sua bella cinta di mura bianco candido, e le pareti erano talmente liscie che sembravano rifrangere luce propria.
Svariate palme ed altre piante esotiche dall'aria molto costosa adornavano il cortile interno e il giardinetto con una fontana di marmo dal design artistico, tutta colorata nella parte superiore con tre grosse pietre preziose in equilibrio una sull'altra. Alcune panchine esterne, anch'esse di bianchissimo marmo, erano foderate di cuscini rosso rubino, lo stesso colore dell'enorme tappeto che dall'ingresso colonnato si allungava fino alle mura come una grossa lingua di gatto.
Costeggianti la grande scalinata centrale, su ciascun lato, sei grosse strutture di cristallo color magenta a forma di dadi impreziosivano ulteriormente la già sfarzosa entrata. Altre enormi statue in marmo a forma di pezzi degli scacchi abbellivano i lati e la cima del palazzo.. per non parlare della magnifica torre laterale!
Aveva la forma del Re degli Scacchi, e vantava un ingresso completamente separato e apparentemente inaccessibile; persino l'ingresso esterno era differente.
Sembrava tuttavia collegata al resto del castello da una magnifica passerella arcuata, roba che i due ragazzi avevano visto solo nei libri di fiabe.
C'era tuttavia un minuscolo particolare che stonava leggermente in tutto il complesso.
"Cuphead, ti eri accorto della gigantesca replica di Satanasso aggrappata sul tetto del casinò?" disse il bambino con il naso blu, morsicando il suo gelato al fiordilatte.
"E' un pò difficile non notarla, Mugman! A momenti è più grossa dell'ingresso!" rispose il bambino col naso rosso, leccando pensosamente il suo cono al lampone.
"Sei ancora sicuro di volerci entrare, quando lo apriranno? Io ho la netta sensazione che ci sia lo zampino di quel furfante!"
"Ma come può essere, scusa? I biglietti omaggio ce li ha dati Re Dado!"
"Beh, Re Dado ha fatto la promozione! Ma non ha mai detto di essere il proprietario del casinò!"
"Hmm.. questo è vero!" ammise Cuphead, finendosi con calma il gelato. "E visto che ultimamente va all'inferno per esibirsi per lui, c'è il caso che il vecchio graffio lo abbia anche pagato per questo.."
"Già.. Mi sa il "D" del nome "Casinò di D" non sta affatto per Dado.."
"C'è una cosa che non mi torna, però!" fece sospettoso Cuphead, massaggiandosi il mento con aria corrucciata.
"A parte che il più grande intrattenitore del mondo lavorerà nel casinò del Diavolo..?"
"Sì, a parte quello!" disse, voltandosi verso il fratello. "Ma come fa Satanasso a pagare Re Dado? Non mi sembra che abbia dei soldi!"
"Beh, cosa vuoi che importi! E' il Diavolo! Immagino che li farà apparire, o qualcosa del genere! Lo ha fatto una volta, ti ricordi?"
"Sì, quando voleva farmi togliere il maglioncino salva-anima!" ricordò con un brivido. "Ma è questo il punto! Perché mai Satanasso metterebbe su un casinò?!"
"Per lo stesso motivo per cui lo metterebbe su chiunque, sciocco!" disse Mugman con aria saccente, ficcandosi il resto del gelato in gola. "Per fare un sacco di soldi!"
"Ma lui li fa apparire! E non li usa neppure, almeno non per sé!" ragionò Cuphead, pensoso. "Non gliene frega niente dei soldi!"
"No, hai ragione.. a lui interessano le anime delle persone!"
I due rimasero in silenzio per qualche istante, a fissare il grosso diavolaccio nero ghignante con le dita chiuse sui quattro assi da poker alti quanto un piano intero che facevano da frontespizio al palazzo.
Di tanto in tanto, qualche rumore indistinto trapelava da una finestra semiaperta.
"Re Dado ha fatto anche delle opere di beneficienza, però!" osservò Cuphead. "E dicono che abbia trovato lavoro a molte persone.."
"Hmm.. è davvero un rompicapo!" Mugman sistemò il facciotto sulle mani guantate, e i gomiti sulle proprie ginocchia. "Credi possibile che dopotutto Satanasso abbia messo la testa a posto? Che magari Re Dado gli abbia fatto cambiare idea, e che stia cercando di fare dei soldi in modo più o meno onesto..?"
"MA VA LA'!" rise Cuphead. "Satanasso è il Diavolo in persona! Non ci credo nemmeno se lo vedo!"
"Quindi ci toccherà fare come ha detto Nonno Bricco!" sospirò Mugmen. "Stracciare i nostri biglietti omaggio e non andarci mai.."
"E chi ha detto questo!"
"Vuoi dire che intendi andare comunque?? Anche se scoprissi di per certo che il casinò è di Satanasso??"
"Non vedo perché no!" disse Cuphead, sdraiandosi tranquillo con le mani dietro la testa.
"Oh, non lo so.. Forse perché sono un paio d'anni che il Diavolo vuole prendere la tua anima?!?" sbottò. "Cuphead, ma sei impazzito??"
"Rilassati, Mugsey! Si tratta solo di andare a giocare un pò di soldi e guardarsi un bello spettacolo di Re Dado!! Non ci giochiamo mica l'anima! E poi.." aggunse con sicurezza, bloccando sul nascere le proteste del fratello. "Anche se fosse, dimentichi che Satanasso è un vero sfigato quando si parla di giochi d'azzardo! Quante battute di Carta, Forbici e Sasso ha vinto contro di me, la scorsa volta?"
Mugman si rilassò un poco, ridacchiando a sua volta: "In effetti... zero!"
"Appunto! Dammi retta, fratellino! Dobbiamo solo aspettare che apra il suo bel casinò.. Dopodiché lo spenneremo a dovere, e ci faremo un sacco di risate sopra come l'estate scorsa!"
"...E saremo ricchi sfondati!"
"E magari, quando sarà pieno di debiti gli compreremo il casinò!"
Mentre i due fratelli ridacchiavano come due bischeri, una piccola figura fluttuante e azzurrina emerse dalla boscaglia come un rivolo di nebbia, scorrendo nell'aria verso di loro.
Da essa, una frizzantina voce femminile cominciò a materializzarsi nel piano fisico, dapprima come un'eco lontana, e poi come una squillante presenza.
Infine, l'esile figurina dalla testa a forma di calice prese forma e poggiò le scarpette col tacco sul terreno erboso, sistemandosi la gonnella color verde acqua.
"Ragazzi, ragazzi!! Hey, svitati!! Mi sentite?"
"Ciao, Chalice!! Dove ti eri cacciata?" la salutò Mugman, per niente sorpreso di vedere ancora una volta la loro amica ectoplasmatica.
"Dove vi eravate cacciati voi! Vostro nonno vi sta cercando! Ha detto che vuole farvi vedere una roba sul.. coso che avete trovato a pasqua, qualunque cosa fosse, eh.."
Chalice sussultò, quando per forza di cose prima o poi dovette alzare gli occhi verso l'orizzonte.
"Wow!" Fece con un tono un pò sarcastico, sollevando un sopracciglio. "Quell'affare non c'era là in cima, ieri! O sbaglio?!"
I due fratelli seguirono il suo sguardo verso la colossale effigie di Satanasso in cima al casinò.
"No! Non c'era!" confermò Cuphead con un sorrisetto. "Fanno in fretta a costruire, eh..?"
"Un pò troppo in fretta! E hanno un senso artistico un pò troppo specifico!"
"Già, è leggermente sospetto!" commentò Mugman, enfatizzando parecchio.
"E io vi vedo un pò troppo tranquilli!" li rimproverò, con le mani sui fianchi. "Non credete che dovremmo andare a investigare..?"
"E perché mai? E' abbastanza palese che ci sia lo zampino di quella palla di pelo cornuta!" disse Cuphead grattandosi la pancia. "Preso atto, terremo alta la guardia a tempo debito..!"
"Non è quello che intendevo dire, scemotti!" fece allarmata Chalice, indicando l'edificio con entrambe le manine foderate. "Quello non è il casinò in cui doveva lavorare Mr. Re Dado? Potrebbe essere in pericolo!!"
I due fratelli si scambiarono un'occhiata complice.
"Ti dobbiamo aggiornare su molte cose, Chalice!" Le disse Mugman alzandosi in piedi. "E credo che c'entri con quello di cui Nonno Bricco ci vuole parlare!"
"Oddio.. Che avete combinato a pasqua? Non avrete ancora avuto a che fare con quello psicopatico??"
"Altroché se ci abbiamo avuto a che fare!! MOLTO da vicino, anche!!" cominciò a raccontarle Cuphead, mentre si alzava per prendere la bicicletta. "Davvero non ti sei accorta di un mostro più alto del vulcano?? Eppure ha fatto un bel pò di chiasso..!"
"Ehhhmmm.. non ero proprio nei paraggi quel giorno!! Ma adesso non ha importanza!" glissò Chalice, i cui amici più stretti sapevano meno di lei rispetto ai suoi nemici. "Parlatemi di questa faccenda, piuttosto!! Un mostro più alto di un vulcano..?"
"Sì, sta parlando di Satanasso!" spiegò Mugman, caricandola sulla propria bici.
Non che ce ne fosse alcun bisogno: Chalice poteva tranquillamente seguirli in forma ectoplasmica.. Ma era molto più divertente andare in bicicletta scarrozzata da quei due!
E come erano soliti fare, cominciarono nell'avviarsi a raccontare a turno l'accaduto.
"Allora, eravamo seduti a fare un picnic pasquale.." cominciò Cuphead.
"..e abbiamo mangiato come dei polli all'ingrasso!"
"E mentre ci vantavamo delle uova che avevamo raccolto quella mattina, Nonno Bricco ha cominciato a millantare di aver trovato l'Uovo Pasquale per eccellenza.."
"..e all'inizio pensavamo che si fosse scolato tutta la scorta di pillole!"
"Poi ha detto di non averlo proprio trovato, ma di averlo visto in un riflesso d'acqua, tipo in una pozza per terra.."
"..e allora abbiamo capito che le pillole se le era scolate quella volta lì!"
"Però sembrava così convinto! Diceva che era come la storia della tizia nello specchio! E che era sicuro che sarebbe riuscito a prenderlo, se non si fosse beccato un fulmine lì per lì.."
"..e allora abbiamo fatto delle ricerche, abbiamo chiesto a Quadratus.." disse Mugman.
"..e abbiamo scoperto che l'Uovo delle Uova esisteva, e che per trovarlo dovevamo cercare dei passaggi un pò particolari!!"
"..come appunto la bambina nello specchio!"
"Cioè come in Alice nello specchio?" chiese Chalice, un pò confusa.
"Sì!! Brava, Chalice!!"
"Sì, me la ricordo quella storiella! Era piuttosto inquietante.."
"Beh, era inquietante anche l'Uovo! Stava in fondo alla Tana del Coniglio.." disse Cuphead.
"La Tana del Coniglio Bianco?? Uh, che bello! E dove si trova?"
"Lascia perdere, non credo che sia più lì, visto come funzionavano le cose.." tagliò corto Mugman, rendendo il tutto ancora più confuso.
"Beh, in sostanza lo abbiamo trovato in braccio allo scheletro del Coniglio Pasquale! Ed era grandissimo e coloratissimo!"
"Hey, non sai se quello lì era proprio il Coniglio Pasquale.." lo fulminò Mugman, che sperava fortemente di non dover aggiungere un altro trauma alla sua già devastata infanzia.
"..e mentre lo portavamo via siamo finiti in un turbine magico!" proseguì Cuphead. "E ci siamo ritrovati appesi all'uovo a tipo venti metri sopra il collo del vulcano!! E c'era Satanasso che teneva su l'Uovo con noi appesi, ed era diventato gigantissimissimo!!"
Nel mentre, Chalice passava frastornata le iridi ristrette da un ragazzino all'altro, chiedendosi per l'ennesima volta quale disgrazia divina stesse rovinando con mostruose sventure quella generazione spacciata.
"..e insieme a noi c'era Re Dado! Stava cercando l'uovo per un amico, ha detto.."
"..beato quell'amico!" Commentò Cuphead. "Ti immagini, Re Dado in persona che cerca l'Uovo delle Uova solo per regalarlo a te?"
"..e sembrava sorpreso e spaventato quanto noi! E Satanasso ci ha strappati via tutti e tre, e voleva mangiarci, o farci qualche altra cosa orribile!"
"..ma Re Dado ci ha salvati! Con un astuto stratagemma gli ha fatto cambiare idea!"
"E c'era anche il servetto di Satanasso con lui, e poi dopo è successo un casino!"
"Sì, perché poi Re Dado ha fatto coccino con l'Uovo e lo ha rotto.."
"Solo che è successo prima di mezzanotte, e quindi.."
"Ragazzi, BASTA per favore!! E' un racconto troppo folle, non riesco a seguirvi bene!!" sospirò Chalice. "Ma questo cos'ha a che fare con il casinò, scusate?"
"Eh, in mezzo a tutto quell'ambaradam è saltato fuori che era da San Valentino che Satanasso si era portato Re Dado giù all'Inferno, e lo faceva cantare e ballare solo per sé!" disse Cuphead, pigiando inviperito sui pedali. "Quell'ingordo egoista!"
"..E Re Dado ha detto che a lui andava anche bene di far così per un pò di tempo! Solo che voleva anche aprire il casinò.."
"..e quindi in conclusione, gli si sarà appiccicato come una cozza!" ridacchiò beffardo Cuphead. "Non lo biasimo!"
Mugman rispose alle risate, ma Chalice rimase in silenzio. Perplessa, si grattò il lato del calice che aveva per testa.
"Mi state dicendo che Satanasso si è portato Re Dado per due mesi all'inferno..? E che lo avete rivisto solo a Pasqua?"
"Proprio così!" confermò Cuphead.
"Come ha fatto a uscire dall'Inferno?"
"Eh...?" chiesero all'unisono i fratelli. "Avrà usato il forcone come al solito..
"O l'ascensore!" disse Mugman.
"Ma no, scemi! Non parlo di Satanasso! So come fa lui ad andare avanti e indietro! Sto parlando di Re Dado: lui come ha fatto ad uscire dall'Inferno?" fece dubbiosa. "Ci sono stata anche io, e non potevo andare fuori nemmeno se diventavo un fantasma!"
Cuphead fece spallucce.
"Non saprei. In qualche modo avrà fatto! Anche io e Mugman siamo stati laggiù!"
"..e ne siamo usciti vivi!" confermò il fratello.
"Oooh.."
Seguirono cinque minuti di meditabondo silenzio.
"E invece voi due come avete fatto a uscire?"
"Tramite il portone grande!" risposero in coro.
"C'era questo grosso portone alto quanto Satanasso quando è in forma di gigante, da qualche parte sui monti a nord!! Siamo usciti da lì!"
Altri cinque minuti di silenzio e rumore di ruote e pedali.
"E come siete riusciti ad aprire un portone di sessantasei metri..?"
E di nuovo, in coro, risposero: "Non lo abbiamo aperto noi! Ce lo ha aperto Satanasso!"
"Aaah, quindi è lui che vi ha fatti uscire, non è che siete sgattaiolati fuori per conto vostro..!"
"Si, beh.. avevamo fatto un patto. Lui rivoleva il suo forcone e io rivolevo mio fratello!" spiegò Cuphead. "A patto concluso, non aveva più scuse plausibili per tenerci lì!"
"Ma Re Dado avrà fatto in un altro modo! Dopotutto, Satanasso sembrava molto restio a lasciarlo andare!" Aggiunse Mugman, ricordando l'episodio. "Non aveva l'aria contenta quando ha detto che avrebbe aperto comunque il casinò.."
"Hmm.." mugugnò Chalice. "Non lo so, ragazzi.. mi sembra strano. Non si esce dall'Inferno senza il permesso del Diavolo..!"
"La mia teoria è che sotto sotto Satanasso sia un suo fan sfegatato, ma che faccia finta di niente!" ridacchiò Cuphead.
"Sì, lo penso anche io! Quasi quasi sembrava diventato tutto rosso sotto il pelo, quando glielo hai fatto notare!" disse sbeffeggiatorio Mugman.
"Beh, questo spiegherebbe la faccenda!" Confermò Chalice. "In effetti è proprio il tipo da girare attorno a una persona solo perché lo fa divertire! Non avete idea di quanto l'ho trattenuto io, in questo modo, prima che si ricordasse che doveva riscuotere la mia anima..!"
"Uh, spero che Dado non abbia fatto contratti con lui! Sarebbe una tragedia immane!"
E congetturando in questo modo, i tre ragazzini pedalarono verso la graziosa casetta a forma di teiera al limitare del bosco..
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..ma il loro allontanarsi ed il calare progressivo della sera non avevano fermato gli strani rumori provenienti dal castello di marmo e velluto che svettava luminoso sotto le nubi.
Fu per caso o per sfortuna che i bambini non si fossero seduti appena una decina di metri più vicino: in tal caso avrebbero potuto udire gli scroscii ritmici di un'energia mistica, come polvere tintinnante in un grosso tunnel di puro diamante.
Se invece si fossero avvicinati ancora, probabilmente sarebbero stati in grado di scorgere i balunginii colorati e pulsanti che accompagnavano quei suoni, e che sfavillavano lievi, parzialmente coperti dai vetri inscuriti delle eleganti finestre.
Infine, se fossero giunti appena fuori dal portone d'oro zecchino, un botta e risposta di voci familiari avrebbero potuto chiarir ogni dubbio riguardo ai loro grattacapi. Purtroppo per loro, però, non seppero mai la verità dei fatti fino a che non fu troppo tardi. Ma questa è un'altra storia..
"Non intendo certo mettere in discussione il suo gusto personale, capo!" stava dicendo una bella voce maschile, melodiosa persino nel lamentarsi. "Ma non crede che la nuova aggiunta sia un pò troppo... autoreferenziale?"
"..Disse il tizio con una gigantografia di se stesso in uno show che porta il suo nome!" rispose beffarda un'altra voce, sinuosa come un serpente e ruvida come la lingua di un gatto. "Non avevi detto che non nascondevi nulla della nostra collaborazione? Che erano gli altri troppo stupidi per capirlo?"
Nel bel mezzo di una meravigliosa sala affrescata di colori pastello, su di pavimento a scacchi e sotto un soffitto a cupola inpreziosito del mosaico di un cielo stellato, la sagoma del Demonio stonava come una macchia d'inchiostro su un quadro rinascimentale.
Selvatico, col suo pelo nero come abito sulla magra figura, le lunghe corna come corona e il tridente dorato a mò di lungo scettro, il Re dell'Inferno fissava compiaciuto le morbide colonne d'alabastro e oro.
"Beh, ho semplicemente aggiunto una gigantografia di me stesso su un locale che porta il mio nome! Dovresti sentirti onorato di essermi così d'ispirazione, Dado!" disse scoprendo fiero i canini puntuti, mentre saettava le iridi rosse sui drappi scarlatti.
"Oh, ma lo sono, Big D, lo sono! Con tutta la mia anima! E non è certo una questione di.. reputazione, si figuri!" stava dicendo l'altra figura con lui, nei suoi pressi. "Sto solo dicendo che forse, ehm.. forse, per certi versi, esteticamente sia un tantino di contrasto col resto, non crede..?"
L'osservazione non poteva essere più azzeccata, perché in effetti l'inero Casinò sembrava disegnato per essere la rappresentazione formato palazzo del signor Re Dado.
Egli era infatti, all'aspetto, l'esatto opposto del Maligno: un signorile fisico atletico inguainato di un'elegantissima suite a coda di rondine color lillà, dei tessuti più pregiati; un paio di scarpe da ballerino, guanti lattei di capretto, e un dado ben lucidato dai pallini viola al posto della testa! (Perché, come tutti i Calamaiesi, anche lui sembrava uscito da un sogno malato).
La strana mano d'artista che l'aveva disegnato, infine, prevedeva che avesse anche dei tratti considerati avvenenti su quel viso piatto e quadrato: occhi neri (ora abbastanza preoccupati), e sopracciglia decise, largo sorriso di denti perfetti (ora come ora parecchio teso) sotto un paio di baffi a fiammifero, e uno sguardo penetrante come un coltello (anche se da qualche minuto era più paragonabile ad un modesto taglierino!).
Re Dado si mosse liscio come un'onda durante una risacca gentile, da un capo all'altro della bella sala.
"Dado, carissimo.." disse il Diavolo con fare sicuro, indicando uno specchio ornamentale. "Guarda questo specchio! Cosa vedi?"
"Un gran bel pezzo di dado, se me lo consente!" rispose quello, ammiccando a se stesso (e ricevendo un paio di dita a pistola dal demonico riflesso).
"Sì, va beh.. Ma a parte quello..?" fece infastidito Satanasso.
Re Dado fissò l'immagine per qualche secondo.
"C'è anche lei.." ragionò.
"Bravo. E..?"
"E...........sarebbe perfetto col suo tuxedo bianco!" concluse con un gran sorriso. "Senza contare che a lei i cappelli a cilindro stanno una favola!"
"Dado." cominciò Satanasso, posando una mano artigliata sulla spalla e facendolo appena sussultare. "Caro, sagace mio Primo Demone dell'Inferno.. Noterai che non abbiamo in comune un'accidente di niente!"
"Oh, questo non è vero, Grande S!" disse quello con un sospiro armonioso. "Entrambi abbiamo uno spiccato senso artistico e musicale! Abbiamo un eccellente gusto malvagio, ci piace divertirci ed elevarci sopra i comuni mortali.."
"Sì, ma fisicamente siamo coerenti come un ceffone durante un'arringa!" puntualizzò secco il Diavolo. "Non vedi? Io sono nero, tu sei bianco! Tu hai bisogno di abiti, io no! Io ho zanne, corna e artigli e tu no! I miei occhi sono rossi e i tuoi, in forma demonica, verdi.."
"Sì, lo so, Grande S! Ma cosa vuole dire con questo..?" fece confuso Re Dado, sbirciando in tralice il suo oscuro capo.
"Sto dicendo che se non vuoi nascondere la nostra collabrazione, è normalissimo che il casinò appaia diverso a seconda di dove guardi! Non credi?" gli disse con tono annoiato. "Che Casinò del Diavolo sarebbe, se somigliasse solo al manager?"
"Ma non discuto questo, capo!" protestò gentilmente. "Però sa, il modo di porsi conta!"
"Cosa vuol dire?"
"Lei ha usato un mezzobusto di se stesso che ghigna mentre regge delle carte da gioco..!" fece notare un pò imbarazzato.
Satanasso lo fissò con gli occhi ridotti a due fessure.
"Hn! E quindi? Anche tu avevi un mezzobusto di te che ghignavi mentre indicavi il meccanismo succhia-anime.."
"Ehm.. io non ghignavo, Big D! Sorridevo giovialmente all'audience e li invitavo ad entrare in una porta misteriosa!" Spiegò, con tutta la pazienza di un maestro zen. "Non invitavo a scegliere delle carte da gioco!"
Satanasso continuò ad essere scettico.
"Scusa, che cosa cambia? Semmai anzi è più innocua la mia rappresentazione! Se peschi una mia carta, può andarti bene e puoi vincere! Ma se la gente entra nella tua porta, allora è una fine sicura.."
"Sì, ma la gente non lo sa! Una porta è una porta! Non ha niente di strano.. Invece una carta da gioco implica che se la scegli sbagliata perderai qualcosa!" spiegò il subdolo demonio. "Se poi a porgere le carte è il Diavolo in persona.."
"Ma tu sei un dado! Sei il gioco d'azzardo formato uomo!!"
"Sì, ma la gente non ci pensa!"
"Uff! E tu cosa ci avresti messo, di grazia??" fece seccato Satanasso svolazzando femminilmente la mano, annoiato. "Qualcosa che rappresenti me, intendo.."
Re Dado sembrava non veder l'ora che chiedesse una cosa del genere.
Piroettando giulivo su se stesso in un passo di danza, dichiarò: "Beh, se proprio me lo chiede, Grande S, io le avrei fatto una bella statua integrale tutta d'oro e di diamanti splendenti!" E poi, con un ampio e plateale gesto del braccio:
"L'avrei rappresentata col suo bel tuxedo e cappello a cilindro, col bastone in una mano e le carte nell'altra, a braccia spalancate!! Ad invitare ogni allocc... AHEM!! ..cliente, ad entrare e godersi la serata!"
"Hmmmm.."considerò Satanasso, massaggiandosi il mento. "Non lo so, così com'è mi sembra più terrificante.."
".........Appunto, capo!" fece quello, con il largo sorriso indurito e le pupille ristrette, macinando il karma. "Non dovrebbe sembrare terrificante, se vuole far entrare la gente di sua spontanea volontà!"
"Ma io SONO terrificante!" protestò Satanasso. "Sarebbe un'offesa alla mia dignità far finta che sia altrimenti! Guardami!"
Re Dado lo guardò, e per non fare offesa alla sua dignità se ne stette debitamente zitto.
La realtà è che il Diavolo poteva essere davvero terrificante. Poteva da un momento all'altro trasfigurarsi e moltiplicare le zanne nella sua bocca. Poteva prendere la sua forma originale, alta 66,6 metri escluse le corna, e tuonare con la sua voce titanica su tutto l'Oceano. Poteva modificare il proprio corpo in forme orribili, che solo un Lovecraft in vacanza ai tropici avrebbe potuto immaginare, e persino prendere il possesso degli oggetti di tutti i giorni e trasformarli in un incubo!
Tuttavia la presentazione abituale di Satanasso, che era appunto quella che stava guardando il suo Primo Demone, non era nulla di tutto ciò.
Se si fosse trovato a descriverlo, infatti, Re Dado avrebbe parlato di un flessuoso e un pò buffo uomo-gatto alto un metro e settantasette (escluse le corna), con occhi grandi come lune, lunghe corna di capra e coda da demone.
Probabilmente avrebbe soprasseduto nel descrivere le larghe e puntute orecchie, perché si muovevano a seconda dei suoi stati d'animo in un modo che Dado, segretamente, riteneva adorabile.
Nutriva anche il forte sospetto che fosse in grado di fare le fusa; ma essendo dotato di un'eccellente senso di sopravvivenza, si era sempre guardato dal verificarlo di persona con una bella grattatina dietro le orecchie.
"Ma ceeeerto che lei è terrificante, signore!" mentì, con grande enfasi e un ancor più grande sorriso. "Perciò.. preferisce lasciare tutto così..? Voglio dire, il faccione in cima al tetto..?"
"Ovvio! Anzi, ti dirò di più.. Perché non aggiungiamo qualche elemento del genere anche qua dentro..? Sai, per dare più coerenza al tutto!" disse Satanasso, saltellando felice da un'ala all'altra del bellissimo e sinistro edificio. "Tipo, che ne dici delle corse dei cavalli?"
"..Cosa c'entrano le corse col gioco d'azzardo, Big D..?"
"C'entrano con le scommesse, sciocchino!"
"Sì, ma.. ne è proprio sicuro..?" Provò, poco convinto. "Non hanno niente a che fare con la casualità e il calcolo delle probabilità! C'entra solo la bravura del cavallo.."
"E allora basta truccare le corse!" rise perfidamente il Diavolo. Poi, notando l'espressione contrita di Re Dado: "Oh, suvvia! Non le truccheremo tutte! Solo quelle che ci fanno più comodo..!"
"Hmmm.. però come può essere divertente, se si sa già come va a finire..?" riprovò, con tono supplice e sguardo triste.
E Satanasso, che per quanto si sforzasse (e si sforzava moltissimo) era tutto fuorché indifferente alle moine di quel demonio in particolare, si incantucciò nelle spalle impettendosi, un pò risentito.
"Non hai avuto niente da dire per quanto riguarda "Tira il Dado".. e anche lì, si vinceva sempre..!" mugugnò.
"Di sicuro non mi divertiva il gioco in sé!" confessò indulgente Re Dado, spostandosi con garbo un pò più vicino al suo signore. "Ma la possibilità di esibirsi, cantare e ballare.. per non parlare della soddisfazione di fornirle anime fresche ad ogni alzata di sipario! Questi erano motivi più che sufficienti per rendermi felice, capo!"
"Beh, a me piacciono anche i cavalli!" annunciò fieramente Satanasso. "Ci metteremo anche un'ippodromo! Magari in una bella dimensione-tasca, come quelle che sai aprire tu con le tue belle carte..!"
"Naturalmente, Big D!" sospirò sconfitto Re Dado, vedendolo sparire tra le colonne e tra i vari diavoletti indaffarati con piccoli incantesimi circoscritti.
Continua.................
Chapter 2: Di quell'Antico, Strano Incantesimo
Summary:
Re Dado si trova davanti ad una possibilità imperdibile: poter finalmente raccontare a qualcuno di fidato gli antichi trascorsi con il Diavolo, quando non era che un comune mortale. E per quanto profondamente sepolte, queste storie non sono state dimenticate.
Segreti celati nel tempo stanno per essere svelati, altri invece fioriranno come gemme sulla corona di un re..
Notes:
Questo capitolo, parzialmente, funge da riassunto di alcuni fatti accaduti in "Ritmi di Pasqua" che sono assolutamente necessari per capire quanto accade qui. Spero che questa mia elaborazione vi piaccia!
(See the end of the chapter for more notes.)
Chapter Text
"E' così che va avanti, da decenni! Parliamo, ma non parliamo mai! Accidenti, adesso mi viene pure di poetare come quel tizio inglese morto da un pezzo che piace tanto al capo!!"
Protestava tra sé e sé Re Dado, percorrendo a grandi passi il suo dominio in costruzione e riempiendo col suo ego le larghe sale rimbombanti. "Se continua così, diventerò un parruccone truccato con troppa crinolina addosso!! Eppure ci divertivamo così tanto, una volta! Forse sono io un pò arrugginito! Magari devo trovare delle melodie migliori! Delle coreografie più.. piccanti!" fece suggestivo, scivolando sul pavimento come se camminasse, ma andando indietro: un movimento che, decenni più tardi, avrebbero paragonato ad una passeggiata sulla luna.
"Ti sembro arrugginito?" Chiese a un diavoletto qualsiasi, piegandosi in due per parlare con lui faccia a faccia.
"Assolutamente no! Mi sembra favoloso come al solito Signor Re Dado, Signore!" fece quello, battendo le mani estasiato.
"..E a te, mio fido assistente, sembro arrugginito?" chiese ad una specie di Bianconiglio dallo sguardo folle vestito di blu, che con una bacchetta magica stava adornando il palco di teschi e rose fluttuanti.
"No, Maestà! Se devo dirla tutta, quel passo di prima dovrebbe esibirlo il prima possibile!! Era da.. rimanerci secco!! Dico sul serio!!" disse lui con un inchino, tutto riverente.
"Oh, grazie, Hopus Pocus!" rispose amabile, ripagandolo con una carezza delicata sulle lunghe orecchie.
Poi, massaggiandosi il mento: "Ma allora, proprio non capisco! Ultimamente mi sono impegnato anche più del dovuto! Ho composto canzoni e inventato passi di danza! Ho progettato tutto questo e organizzato la gestione! Gli ho anche fatto un bellissimo regalo per San Valentino: ventidue anime falciate in un giorno solo!"
" ..Per non parlare di quell'angelo molesto che ha messo al suo posto!!" disse una voce pacioccosa, da qualche parte circa un metro più in basso.
"Esatto, per non parlare del... Hey, ma..!"
Re Dado abbassò lo sguardo sul grasso diavoletto viola dall'aria gioviale che batteva felicemente le piccole ali da pipistrello.
"Henchman!!" disse cospiratorio; e si chinò per spingerlo gentilmente ma perentoriamente in un angolo buio, guardandosi intorno e abbassando il tono di voce.
"Gli accordi erano che nessun orecchio dovesse sentire quella storia!! Non voglio che il capo sappia che ho interagito con uno di quelli! Non sta bene!"
"Non si preoccupi! Non ci ha sentiti nessuno! Queste labbra sono cucite a doppio filo!!" bisbigliò quello, felice come tutti gli altri diavoletti inferiori di trovarsi alla sua presenza.
"Insomma, che vuoi, comunque? Che sei venuto a dirmi..? E' il capo che ti manda..?"
Era una domanda retorica, ovviamente: Henchman era il servetto personale del Diavolo, e tutti lo sapevano.
"Dah.. Esatto, signore! Visto che qua fuori sta calando la sera, mi ha chiesto di ricordarle di rispettare i termini di buon management stabiliti lo scorso aprile..!" recitò, alzando solenne l'indice guantato di giallo al cielo.
"I.. termini di buon management..?"
"...Deve dormire almeno quattro ore la notte, signore!"
"Oh, Satchmo e satch pops! Non credevo che dicesse sul serio..!" disse esterrefatto Re Dado. "Ma ora non sono affatto stanco! E ho un sacco di pensieri per il cubo..!"
Henchman fece spallucce.
"Oh, beh! Io gliel'ho detto e non ho sentito nulla, ovviamente!! Wink - wink!!" disse sgomitando piano il fianco di un indignatissimo Re Dado (o cercando di farlo, visto che il suo corpo fece un impressionante giro di hula-hop per evitarlo).
"Ora vado a preparare una buona tazza di té per il capo! Gli fa sempre piacere, quando si mette a leggere la sera.."
E stava per portare via le zampotte da elefante lasciandolo lì, coi baffi rivolti verso il basso per la perplessitudine, quando un qualcosa balenò negli occhi del Numero Uno del Diavolo.
La mano ferma e decisa dello showman lo acchiappò per un cornino e lo costrinse a fare un paio di passi indietro.
Stava per fare una cosa davvero insolita. Una cosa che non si sarebbe mai aspettato di fare, nè durante il breve secolo della sua esistenza infernale, né in futuro.
Forse era la frustrazione, che raggiunto il punto di rottura aveva fatto scattare qualcosa.
Perciò, contro ogni suo principio, decise che era arrivato il momento di spettegolare.
"Aspetta, aspetta un minuto, Henchman! Non così in fretta, amico mio!" disse col tono del "si fa per dire". "Ho anche io una cosa da chiederti.. un'informazione, diciamo!"
"Daaaah... ok! Che cosa le serve sapere?"
"Ecco, detto tra noi.. il capo, sai.. visto che ti ha mandato a dirmi questa cosa così premurosa.. parla spesso di me?"
"Ehm.. No, Signor Re Dado, Signore! In effetti di lei non parla proprio mai..!"
E il povero Henchman si accorse molto velocemente dell'effetto che avevano avuto quelle parole sul Primo Demone, perché mutò espressione assieme ad esso, immensamente dispiaciuto.
"Ma è un fatto positivo!" tentò di recuperare l'aiutante diabolico, sollevando i palmi, incoraggiante: "Sa, quando il capo parla di qualcuno, di solito ne parla male!! Quindi se non parla mai di lei, vuol dire che è molto soddisfatto!"
"Ah.. e.. non racconta mai di fatti passati.. che ne so.. bravate compiute nell'800, o altre cosucce simili..?" riprovò Dado, con voce molto più sgonfia e rauca di prima, forzando un sorriso.
Henchman puntò per terra il lungo naso, costernato.
"No.. parla spesso delle imprese classiche, quando scatenava i grandi cataclismi..!"
"Ah, parla di quello, eh..?" mormorò, incapace di alzare ancora gli angoli della bocca, mentre si sistemava la giacca sovrappensiero.
"Ma a me piacerebbe sapere delle vostre imprese! Di lei e del capo!" gli confessò l'aiutante con un sorrisino speranzoso. "Quando provo a chiederglielo, il capo cambia sempre argomento in fretta..!"
Re Dado si illuminò di nuovo.
"Oh.. cambia argomento in fretta, dici..? Beh, ma allora.." ragionò, "Vuol dire che la cosa non gli è del tutto indifferente! Sai, fa così anche con me, quando provo a parlargliene.."
"...ma lei me lo racconterebbe, però..? Per favore favoruccio??" supplicò Henchman, provando a sbattere le palpebre adorabilmente.
Re Dado lo sbirciò in tralice con schifo malcelato.
"In realtà, se il capo non ne vuole parlare significa che non se ne deve parlare!" fece secco. "Tu, piuttosto.. c'è una cosa che mi frulla nella testa dal giorno di pasqua!"
Henchman rimase in attesa, coi grandi occhi dalla sclera gialla spalancati e le orecchie tese.
"..Sia tu che il capo avete menzionato una cosa particolare di cui non sono al corrente!" disse, lievemente minaccioso. "Tu hai parlato di bolle rosa che racchiudevano tutto, mentre Big D faceva le sue ricerche. Hai detto che era già successo un'altra volta.."
Henchman abbassò le orecchie e dilatò ancor più le rosse pupille, comprendendo la situazione.
"E qualche ora dopo, guarda un pò: il mio futuro assistente Hopus Pocus fa un incantesimo per intrappolare il Grande S." Continuò, sempre più sinistro. "Di nuovo: bolle rosa! Ed entrambi sembrate aver riconosciuto il trucco, a quanto pare..!"
"Humm.. lei ha davvero un'ottima memoria, Signor Re Dado!" ruffianò Henchman, sudando freddo.
"Non ne hai idea!" fece gelido. Poi, riprendendo un tono caloroso e gioviale: "Dunque, ciò che voglio sapere è: di che Diavolo stavate parlando..?"
Di un incantesimo per confinare le sue cose più care in bolle rosa per spronarlo a recuperare anime.
"EEEEEEhhhmmm.. come mai vuole sapere proprio questo, se posso ...? Sa com'è.. è che riguarda il capo, quindi mi trovo costretto a chiederlo.." provò a temporeggiare Henchman.
"Per tre motivi, mio caro piccolo aiutante!" disse quello con falsa indulgenza. "Per prima cosa, il mio assistente a quanto pare è in grado di fare un incantesimo simile! Quindi dovrei sapere cos'è.."
"Beh, potrebbe sempre chiederlo a lui, allora!!" esclamò prontamente Henchman, ansioso di scaricare la patata bollente. "Hopus Pocus le deve eterna schiavitù, quindi può comandargli di parlare quando le pare..!"
"Tsk tsk tsk!" fece Re Dado agitando il dito, come un fustigatore che tedia la sua vittima legata ad una sedia. "Non sono così sciocco! So che non può essere proprio lo stesso incantesimo! Big D ha detto 'spero per te che questo non sia lo stesso incantesimo autodisciplinante che so io'! Dubito che Hopus Pocus abbia un incantesimo per disciplinare sé stesso.."
"Ehm.. già.." sorrise Henchman, facendosi ancora più piccino e rotondo.
"Il secondo motivo è che se esiste un'incantesimo che riguarda il capo e che sia così importante, come Primo Demone devo sapere che cosa fa esattamente!"
"Ah-ha...!" Henchman si mordicchiò le punte dei guanti gialli da palombaro.
"E terzo" Re Dado accostandoglisi sorrise ferocemente, e le sue iridi per un istante assunsero il color verde brillante degli smeraldi. "Voglio saperlo perchè sì. Perché tu lo sai, e sarebbe un gran brutto peccato non dirmelo, vero..? Non ti piacerebbe che fossi preparato riguardo al boss..?"
"Ma certo Signor Re Dado! Mi piacerebbe moltissimo, però.." disse sinceramente Henchman, in cerca di una scusa qualunque.
"Però...?"
Ed Henchman ebbe un'idea.
Nel corso del suo lungo servizio come servo del Diavolo, aveva imparato molte cose sul suo capo: conosceva a menadito tutti i suoi gusti e quasi tutte le le sue (numerose) debolezze. E sapeva anche, meglio di chiunque altro, come comunicargli una cattiva nuova senza far esplodere l'inferno in una palla di magma ardente.
Di solito era facile: bastava prima indorare la pillola con qualcosa che gli facesse piacere. Prima lo zuccherino, e poi la medicina amara.
E siccome non aveva molta scelta, si ritrovò a dover gestire la stessa situazione con il Signor Re Dado: perché ovviamente c'era una ragione per cui, personalmente, non aveva mai comunicato l'accaduto al Primo Demone.
Era assai stupefatto però che non gliene avesse parlato Satanasso in persona! Un diavoletto che non lo avesse conosciuto meglio, avrebbe dato per scontato che questa omissione facesse parte di un suo gioco psicologico perverso..
Ma Henchman sapeva che, nonostante tutto, il suo capo non era così contorto come gli altri credevano. E si ricordò anche della conversazione avuta con Stickler, il giorno di Pasqua...
"Che ne dice allora di fare un'altro scambio, Signore?" fece tutto disponibile Henchman. "Come quello che abbiamo fatto a San Valentino!"
"Che cosa?? Vuoi forse un altro autografo..?" chiese sorpreso Re Dado, guardandolo dall'alto.
"No, Signore! In realtà.. mi chiedevo se non volesse raccontarmi di come lei sia diventato un demone!! Quella è una storia che vorrebbero sapere tutti!!"
Re Dado sussultò, colto alla sprovvista.
Doveva ammettelo: la piccola carogna viola aveva il suo merito nel saper solleticare l'ego altrui! Infatti Re Dado avrebbe voluto raccontare quella storia molte volte, o quantomeno ricordarne i dettagli assieme al suo superiore diavolesco..
Ma quando mai, dall'estremità della sua posizione regale, Re Dado avrebbe dovuto piegarsi ad accontentare le curiosità degli umili diavoletti? Per non parlare dei comuni mortali che attirava come un fascinoso pifferaio per succhiarne come un vampiro le anime ingenue!
No, l'unico con cui avrebbe voluto condividere davvero quelle storie era la creatura con cui le aveva condivise. Ma questi evitava subdolamente ogni accenno al passato. Era diventato avaro nel dispensargli i suoi complimenti e, lentamente ma inesorabilmente, il manager stava cominciando a soffrirne.
D'altra parte, questi non era un comune diavoletto: era Henchman, il servo di Satanasso.. Il ladro più infame dell'universo, a suo parere, visto che gli rubava tutte le ore che avrebbe potuto passare in compagnia del suo signore..
"Allora, cosa ne dice..?" lo incalzò questi, accattivante.
Re Dado sorrise con tutti i denti.
"Henchman, amico mio! Dico che hai un ottimo fiuto per gli affari!"
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Così si trovarono un angolo tranquillo in mezzo a tutto il caos di incantesimi e preparativi vari; un'anticamera in disparte con una bella finestra circolare e una florida pianta in vaso, bene illuminata e quindi al sicuro dalla presenza dei comuni diavoletti (che sembravano preferire l'illuminazione artificiale in quanto troppo abituati alla penombra infernale).
Henchman si era portato uno sgabello ed un cesto di pop-corn, con una grossa bibita al suo fianco e l'aria felice di un bambino che per la prima volta si trova al luna-park!
Re Dado invece si muoveva avanti e indietro leggero come una piuma, misurando le piastrelle con il ticchettio ritmato dei tacchi, su quelle lunghe gambe che mai riposavano e che non erano mai stanche.
E presto si perse nei suoi ricordi lontani..
"Dunque, cominciò tutto il giorno di Pasqua del 1821, centosedici anni fa! Allora ero solo un ragazzo, un comune mortale.. con la musica nel cuore e un dado per la testa!" cominciò a raccontare con la consueta voce d'usignolo.
"Avevo capito da un pezzo di avere un certo talento per la musica.. ma non avevo mai avuto occasione di brillare davvero! Così decisi di giocarmela a dadi con un cabrette. Pensa: questo tizio pretendeva di saperne di musica più di me perché era nato con un tubo melodico!! Dico, hai mai sentito cantare un cabrette?? Fa venire il mal di pancia, te lo dico io..
E insomma, c'era un posto vacante nell'orchestra municipale. Avrebbero preso una sola persona, e io sapevo benissimo che, per quanto stonato, uno strumento musicale era sempre più favorito di un dado.. Per cui lo convinsi a giocarci l'audizione!
Ma lui si era fatto un pò troppo arrogante nelle sue richieste, e cominciava a stancarmi la sua brutta abitudine di insultarmi gratuitamente!
..E quindi gli chiesi, nel caso di perdita, di andare al Diavolo. Oh, e non hai idea con quanto ardore lo intendessi..!"
"Potrei avercela in effetti, Signore! OOOOOOhhhh!!!!" Esclamò illuminandosi Henchman. "ADESSO ho capito..!"
"..Beh, lui accettò! E in effetti ci misi un pò troppa foga. Per caso ci eravamo trovati a tirare i dadi proprio sopra ad un vecchissimo pozzo abbandonato, coperto solo da certe assi traballanti e marce... e sempre per caso, ovviamente, devo averci ballato un pò sopra tra un tiro e l'altro!
Perciò vinsi onestamente il tiro della sorte, ma sfortunatamente il mio amico fu vittima di un tragico incidente! Oh beh, quale sciocco accetterebbe di giocare ai dadi su di un pozzo di venti metri, comunque?" mormorò tra sè, con voce suadente e sorriso perfido.
"Tuttavia quando mi presentai all'audizione, il vecchio Mr. Johan, che dirigeva l'orchestra, non mi volle far esibire lo stesso. Era un folle, dico io: tutto il paese era dalla mia parte, e quella reliquia continuava imperterrito a prendersi gioco di me! Quando alla fine lo convinsi a fare una prova pubblica, dovetti improvvisare senza parole e senza spartito.."
"Non ho dubbi che sia riuscito lo stesso a fare un figurone!" intervenne Henchman, tutto preso dalla storia.
"Infatti è così, e fui anche applaudito.. ma ancora quello stupido violoncello non volle concedermi nessuna possibilità! Fu in quel momento che intervenne il Grande S.." sospirò, e per un momento i suoi passi si fermarono, e la sua espressione smargiassa si ammorbidì.
Henchman sgranocchiò nel silenzio i suoi pop-corn, e a bocca piena chiese: "Che impressione le ha fatto?"
"Come scusa?" disse, scuotendosi dai suoi pensieri.
"Il capo!! Che impressione le ha fatto la prima volta che vi siete visti?"
"Oh, se devo essere puntiglioso, la prima cosa che ho sentito è stata la sua voce!" Sorrise. Ma di un sorriso vero, per una volta. "Sai, non si è presentato con le sue sembianze.."
"Me lo ricordo! L'ho accompagnato io in superficie quella volta!" disse Henchman. "Ma poi non mi ha raccontato nulla di quel che era successo, se non che aveva trovato una persona interessante...!" ed enfatizzò quest'ultima parte con preciso intento, deliziandosi di come gli occhi del Primo Demone presero a brillare e le gote ad inrosarsi.
"Beh, certo! Era furioso del trattamento che mi era stato riservato! Me lo ricordo come se fosse ieri! Disse che avevo espresso di più io in tre minuti che tutte le farse operesche degli ultimi 300 anni!" annunciò a petto gonfio, mettendo a serio rischio i bottoni già tesi sopra i pettorali. "Gliene ha cantate quattro al vecchio Mr. Johan!"
E poi, riprendendo a camminare più lentamente, parlò più a se stesso che al suo attentissimo interlocutore:
"Non avevo mai sentito nessuno esprimersi in quel modo! Era così.. poetico, e deciso, e chiaro... Era la prima persona che avesse mai capito davvero che tipo di artista ero, quello che esprimevo, su che note ballavo.. E mi ha citato il tizio, lì, il veneziano.."
"Il Mercante di Venezia..?" lo aiutò gentilmente Henchman, riprendendo a ciucciare con vigore la cannuccia della sua bibita.
"L'uomo che non ha musica dentro di sé, ed è insensibile agli accordi delle dolci melodie, è pronto per tradimenti, stratagemmi e rapine!" Recitò, con mnemonica precisione.
"E allora lo guardai negli occhi, perché non avevo mai incontrato nessuno così! Voglio dire, tutti quelli che mi circondavano erano analfabeti! E se non erano analfabeti, erano sempliciotti! E se non erano né analfabeti e né sempliciotti, non capivano un'accidenti di spettacolo e musica!
E fu in quel momento, credo, che mi fece uno strano incantesimo!"
"Un incantesimo, dice?"
"Sì.. Dev'essere così, perché mi sono sentito.. connesso. Non so se rendo l'idea..! Come se ci fosse sempre stata una corda invisibile, e l'avessi vista solo in quel momento! E mi sono sentito carico come una molla compressa, e più vivo di un nervo!!
Persino Mr Johan gli ha dato retta, a quel punto! E dopo, io e Big D abbiamo parlato in privato, nel bosco. E si è mostrato per com'era, e mi ha spiegato che era lì perché si era accorto che gli avevo procurato un'anima.."
"L'anima del cabrette?" chiese Henchman.
"Già. Quello che ho mandato al Diavolo.."
"E cosa ha pensato di lui quando ha visto chi era davvero?" fece Henchman, sporgendosi sullo sgabello.
A quel punto Re Dado lo sbirciò un pò infastidito. "Eh, fai delle domande piuttosto specifiche, Henchman!"
"Ma è così emozionante, Signore!! Mi sta facendo commuovere!" disse il diavoletto, asciugandosi una lacrimuccia.
"Oh! ..Beh, se la metti così.. Sai tenere un segreto, Henchman?" chiese lui, incoraggiato dal suo entusiasmo.
"Lo sa che sono bravo a farlo!" confermò Henchman, alzando entrambi i pollici.
"Ebbene" annunciò con le mani sui fianchi. "Non mi fece paura, neanche un pò. O meglio, sì, all'inizio mi sono spaventato quando ho capito chi era... Ma poi a guardarlo bene non mi sembrava affatto spaventoso! Non glielo dire o ti uccido!"
"Oookey-dokey!" sorrise Henchman giulivo.
"Aveva un bel completo verde! Me lo avevano descritto come una bestia orribile, ma quello che avevo davanti era una specie di fauno gattoso che faceva un sacco di splendide magie! Mi sembrava più una specie di folletto lepricano che la Grande Bestia Divoratrice di Mondi! E poi lo sai che spirito sa avere, Big D, con le sue battute sagaci e di classe!
E sai quel modo che ha di ridere.. Non quando sghignazza maleficamente, anche se in quello non sono ancora riuscito a eguagliarlo! No, intendo quando si diverte davvero! Mi piacque subito un mondo! E credo di essergli piaciuto anche io, perché mi offrì il pranzo, e gli ho raccontato un pò di cose che credevo sapesse già! Quando sei un mortale non hai la minima idea di quanto e cosa può sapere il Diavolo..
..E ci trovavamo d'accordo su così tante cose!" Mormorò, tornando con la mente a quel 22 aprile nel 1821..
22 Aprile 1821
..Quando presi da un delirio di follia da dopo-pasto, si erano messi a cantare e ballare sul lungo tavolo fatto comparire per magia in mezzo al bosco, calciando per gioco nella vegetazione il cibo in eccesso comparso per miracolo dal forcone di Satanasso.
O meglio, Re Dado cantava, e Satanasso rideva estasiato memorizzando e ripetendo i suoi passi di danza e il sound della canzone, animando posate e cibarie perché fornissero un folle sottofondo musicale.
"Rido e scateno, sì, sorrido e dimeno!
Dammi un ritmo basso,
e inizieremo a ballar!
Se metti su una melodia,
io per salvar l'anima mia,
non posso che danzar!
Gioisco ai dolci suoni
che saprai suonar,
e non faccio altro che ballar!"
E all'unisono, saltarono giù dal tavolo per stendersi sghignazzando sull'erba del bosco sotto i rari raggi filtrati del sole, che indoravano in pepite di luce il terreno come uno strobo naturale.
"Ah, Grande S!! Lei è davvero uno spasso!!! Nessuno sa ballare come lei!!"
"Tu sei di gran lunga il mortale più pazzo che abbia mai incontrato!!" singhiozzò Satanasso, con le lacrime agli occhi. "Per tutti i millenni di questo mondo!! Sei avanti cent'anni!"
"Oh, grazie, Big D! E grazie per il pranzo!! Non mangiavo così bene dal '15!" disse felice, battendosi il palmo sullo stomaco.
Satanasso si snodò sciolto su di un lato, sollevandosi su un gomito, come un gatto giocoso. "Beh, tutta quella roba andrà mantenuta in qualche modo! Qual'è il tuo segreto..?"
"Ballo un sacco! Ah, e mi diverto a farlo sui percorsi difficili, per rendermi le cose un pò più divertenti! Tipo sui carri di una carovana in corsa, sulle infrastrutture di una nave, sui tetti delle case.."
"..Mi hai appena raccontato come sei arrivato sulle Isole, vero..?!"
"E... Uh, non ci avevo badato!! Comunque sì, è andata così!"
Satanasso provò a immaginarsi, ridacchiando tra sé e sé, che effetto dovesse fare sulla popolazione locale: la scena delle imbarcazioni calate da una grande nave dirette verso terra, i migranti a spaccarsi la schiena sui remi, e un imbecille arrivare saltellando di barca in barca cantando cose senza senso.
Per poi proseguire allo stesso modo su carri e abitazioni e sparire fieramente all'orizzonte.
"Oh, perché non ho assistito a questa cosa monumentale??" Si lamentò.
"E mi piace anche arrampicarmi con le braccia!! Lo faccio fin da piccolo, perché mi piaceva avere le gambe libere e muoverle come volevo!"
"Hmm..Vedo..!" miagolò, fissando i bicipiti tesi sotto la camicia.
"Ah, è stato proprio fantastico!! Non mi sono mai divertito così tanto! Dev'essere meraviglioso essere lei!"
"Oh, lo è..!" disse il Diavolo, riempiendosi famelicamente gli occhi di tutta quella natura generosa. "Quindi hai sempre cantato e ballato? Sai, è una circostanza rara, questa! Trovare a complimentarmi con un umano.. L'ultima volta è stata nell'epoca Tudor!"
Satanasso balzò in piedi, incapace di togliere gli occhi dal suo compagno, il quale imitò il suo movimento con una prontezza inumana.
"In questi anni stavo seguendo un compositore tedesco molto prolifico.. Ma ultimamente sta facendo un pò troppe opere religiose, e oltre che ad essere vagamente insultorie nei miei confronti sono pure sprecate e noiose! Tu sei qualcos'altro!"
"In positivo, spero!" ammiccò Re Dado, facendogli strane cose alle viscere.
"Voglio fare qualcosa per te!"
"Come..? Per me, Big D?"
"Certo, sciocchino! Vedi qualcun altro in giro..?" disse, girandogli intorno come uno squalo. "Sono aperto a qualunque cosa! Cosa desideri? Soldi? Fama? Potere..?"
"Beh, ovviamente desidero tutte queste cose insieme, Signore! Ma.."
"Ma..?"
"..Ma quale sarebbe esattamente il prezzo?" chiese, tutt'a un tratto guardingo.
Satanasso ridacchiò con tutte le zanne.
"Hihihi.. che furbino..! Vuoi sapere se desidero la tua anima in cambio?"
"EEeeeeehhmmm... Sa com'è, la sua fama ovviamente la precede, quindi..."
"Tranquillo, Dado! Non intendo fare uno scambio!" disse, poggiando una mano sulla sua spalla. "Non per stavolta!"
"Ah, no..? Ma allora..?"
"Voglio solo ripagarti per quell'anima che mi hai regalato e per avermi fatto passare la prima Pasqua divertente dopo secoli! Allora dimmi.. che cosa desideri?"
"OH, ACCIDENTI!!"
21 Giugno 1937
L'esclamazione di Henchman riscosse Re Dado dai suoi ricordi più cari con un "puff!".
"Ero nel bel mezzo di un racconto!!" protestò.
"Mi scusi, Signore! Ma il capo non fa mai regalie a nessuno!!" gli fece notare Henchman. "Dev'essere stato un onore enorme per lei!!"
E di nuovo, le gote già rosate del Primo Demone assunsero una colorazione più marcata.
"Ah, non lo fa mai, eh..? Beh, come stavo dicendo, giustamente aveva capito quanto fossi speciale!" ricominciò, gonfiandosi come un ranocchio. "E così gli chiesi la cosa che desideravo di più al mondo..."
22 Aprile 1821
"Un'audience??"
Dire che Satanasso era abbacinato era dir poco.
"Esatto, Signore!!" disse melodioso il Re Dado del passato, abbozzando qualche passo di danza. "Un'adience vastissima, di gente ricca e vogliosa di spendere tutti i loro soldi per divertirsi!"
"Oh!! Questa è una richiesta insolita!! Non preferiresti piuttosto avere direttamente i soldi?"
"Ah, quelli arriveranno a palate, con l'audience giusta!"
Satanasso si grattò la testa. "Questa è bella! Di tutte le persone a cui ho offerto qualcosa, nessuno mi ha mai chiesto di poter lavorare!"
"Vuol dire.. che non può farlo?" disse l'altro, un pò preoccupato.
"NIENTE AFFATTO! Che assurdità, certo che lo posso fare!! Vuoi un'audience di gente ricca? Basta farti la pubblicità giusta!! Solo.."
Satanasso inclinò la testa, meditabondo. "..potresti assumere una posa vincente??"
"In che senso, Big D?"
"Se dovessi farti un ritratto, come poseresti?"
Re Dado fu più che felice di compiacere alla richiesta, perché assunse immediatamente una posizione giocosa, sorridente e accattivante.
"Ecco, così: perfetto!"
E ruotando abilmente il forcone, con un brillìo dorato, in un istante ogni parete affissibile degli Stati Uniti recava un magnifico manifesto con la sua immgine ridente.
"Ora cambia! Immagina di dover fare altri ritratti!"
"Mi invita a nozze, Big D!" disse quello, cambiando quattro o cinque volte la postura in modo sempre più divertente e accattivante.
E il mugugnato "magari" detto sovrappensiero da Satanasso si confuse con gli occasionali scat del sedicente ballerino, perdendosi nel tempo; e pertanto non trovò posto in quel racconto.
CONTINUA.................
Notes:
Dunque:
- La canzone che canta Re Dado nel bosco è "Happy Feet", nello specifico la versione cover d Cab Calloway. Adattarla in italiano è stato un'inferno. https://youtu.be/7AOpylVSSu4
- La "moon walk", la camminata tipica di Michael Jackson, è stata davvero inventata da Cab Calloway negli anni 30. (Si chiamava "the Buzz" allora). Michael l'ha solo riproposta per l'audience moderna che non sapeva niente dei giorni del Cotton Club.
- "Satchmo e satch pops!" come esclamazione non vuol dire assolutamente nulla, ma è una reference ai nomignoli che si dava Louis Armstrong, che ha fatto da ispirazione per il Re Dado del gioco assieme a Cab e Clark Gable in quanto amico e mentore di Cab nella vita vera.
Chapter 3: Chiardiluna
Summary:
Lontano nel tempo, 116 anni fa, in una buffa e surreale fiaba oscura, tra due creature folli e caotiche qualcosa di meraviglioso è sbocciato.
Il mio occhio si è fatto pittore ed ha fissato
la tua bella immagine sul quadro del mio cuore,
il mio corpo è la cornice che stretto lo racchiude
e se ben l’osservi, nessun pittor gli è pari.
Solo attraverso l’occhio devi vederne l’arte
per scoprir ove sia dipinta la tua vera immagine,
sempre appesa nello studio del mio petto
che per vetri alle finestre ha gli occhi tuoi.
Ora sai quale aiuto si son dati i nostri occhi:
i miei han disegnato il tuo ritratto e i tuoi per me
sono finestre al petto mio, laddove il sole
si diletta ad occhieggiare per ammirare te:
ma agli occhi manca l’anima per nobilitare l’arte,
tracciano quel che vedono, ignari son del cuore.
Notes:
Re Dado è un demone, ed è la seconda persona più crudele di tutta Calamaio dopo il Diavolo in persona.. Ne consegue che faccia, dica e pensi cose terribili. Voglio sottolineare che non condivido niente di ciò che dice: abbiamo a che fare con due persone molto cattive, che però completamente nere non sono!
(See the end of the chapter for more notes.)
Chapter Text
21 Giugno 1937
"Perciò fu in quell'occasione che lei divenne un demone, Mr. Re Dado?" chiese Henchman, poggiando il secchio ormai vuoto di pop corn e recuperandone uno da in cima alla propria testa.
"No, ovviamente!" ribatté seccato Re Dado. "Io e Big D ci siamo salutati verso sera, perché avevo il mio primo spettacolo alle 18 con quegli archi del municipio! Gli chiesi se sarebbe tornato, e lui ha risposto: "con piacere!" E da allora tornò moltissime volte, quasi ogni settimana.."
"OOoooh, ECCO dove andava sempre!!" disse Henchman, ridacchiando sotto i baffi. "Caspita, chissà perché non lo diceva a nessuno!"
"Probabilmente perché non erano affari vostri!" osservò il demone, col cuore gonfio d'orgoglio. "Ogni volta che ci vedevamo, facevamo qualcosa di folle insieme! A parte fare baldoria, il nostro passatempo preferito era scommettere sull'esito delle battaglie!"
"Quali battaglie?"
"Ma sai, c'erano un sacco di baruffe in giro per il mondo.. E io avevo sempre più occhio per queste cose!! La maggior parte delle volte vincevo. La prima volta fu alla battaglia del khan di Gravia!" raccontò.
"Era l'8 maggio, tre giorni prima era morto Napoleone! L'ho saputo in anteprima perché me lo ha detto Big D. Il boss voleva ridersela alla faccia dei greci perché si preannunciava un massacro: erano centoventi contro novemila turchi!
E io gli faccio: 'quanto ci scommette che vincono i greci!' 'HA! Impossibile!!' Mi ha risposto lui. 'Anche se fossero più forti, 4 gatti perderanno sempre contro trecento topolini'!
E allora io gli sussurai, guardando l'assetto: 'Ma non conta essere gatti o topi.. conta quanto è caldo il tuo sangue!' E devo dire che ci mise un pò prima di rispondermi. Devo averlo fatto riflettere.. E tuttavia accettò la scommessa!
Fu divertente: massacrarono un migliaio di turchi e persero solo sei uomini, poi se la svignarono attraverso l'accampamento nemico stesso! Perché erano così pochi che chi avrebbe fatto caso ad un tizio qualunque che passeggiava tra i ranghi? Il generale avversario fu costretto a ritirarsi, perché quei 'quattro gatti' gli stavano azzoppando centinaia di soldati.."
"..E lei come ha fatto a capire che avrebbero vinto i greci?" scodinzolò Henchman con un certo orgoglio; perché anche se era accaduto in un tempo molto più remoto, e anche se non era mai stato esattamente umano, ricordava ancora con simpatia la sua terra d'origine.
"E' esattamente quello che mi chiese Big D.. Ma è stato semplice, Henchman!!" si vantò l'imponente figura, senza alcuna modestia. "I centoventi greci erano meglio armati, in posizione di difesa e dentro a un edificio con un sacco di munizioni!
In pratica, dovevano solo fare il tiro al bersaglio ai turchi! E tra parentesi, quelli avevano portato i cannoni.. Ma non li avrebbero mai usati il primo giorno, perché poi avrebbero dovuto giustificare ai superiori l'uso di costosissimi proiettili d'artiglieria pesante contro, appunto, quattro miseri gatti..!"
"Più grandi sono meglio cadono, eh?" rise Henchman.
"Puoi dirlo forte, amico.."
"Wow, lei è davvero intelligente, Signore!"
"AHA! GRAZIE, Henchman, lo so..!" cantò, mentre il suo ego cominciava a strabordare dalla stratosfera.
"Allora è così che è diventato il Numero Uno.."
"No ovviamente, Henchman!! Il Boss non mi aveva mai nemmeno mostrato la sua vera forma, ancora! Senza contare che io ero un mortale..."
"Vera forma.. quale? Quella gigante?" Henchman enfatizzò le proprie parole con un gesto ampio delle braccia.
"Proprio quella, sì! Oh, e che esperienza terrificante e magnifica che fu..! Accadde sempre in quell'anno, una settimana prima di Natale! Big D mi aveva portato in giro per tutta l'Europa, anche per farmi pubblicità tra le famiglie reali.. E poi per ultima mi propose l'Islanda! Devo confessarti, Henchman, che non ero affatto entusiasta di andarci! Era un posto così noioso e freddo, pensavo!! Non c'è un'accidenti di divertente, lassù.. solo sassi e fiordi..! Ah, che stupido, che ero! Ormai avrei dovuto saperlo che con il Grande S non ci si annoia nemmeno in un deserto!"
Re Dado aveva ripreso ad incedere per la saletta, parlando con l'aria affascinante di un avventuriero.
"C'era un freddo che spaccava le ossa.. Avrebbe dovuto essere giorno, ma durante l'inverno in quei paesi assurdi è buio di continuo! Mi portò nei pressi di un vulcano.. Mi disse una parola impronunciabile che lì per lì scambiai per un incantesimo zulù o qualcosa del genere.
Gli risposi con uno scat. Lui rise per venti minuti. Io risi di meno, perché mi si stavano congelando gli occhi nelle orbite, ma feci del mio meglio! Più tardi mi spiegò che era il nome del maledetto vulcano. Io gli chiesi se gli islandesi scat-tassero musica e lui rise per altri venti minuti, ma stiamo andando fuori tema..
..C'era l'aurora boreale e anche la neve.. C'era uno spicchio di luna calante! Iniziò ad innalzarsi nell'aria e brillare come una cometa, a braccia spalancate, così.. Fece levitare il suo forcone dorato sulla sua mano, che divenne sempre più grande, sempre più colossale...
Aveva scelto di trasfigurarsi vicino ad un vulcano perché voleva che vedessi la sua mole titanica! E una volta ingigantito, mi disse che quella era la sua forma originaria, con una voce talmente forte e terribile!! Emanò così tanto potere, così tanto potere, che il vulcano cominciò ad eruttare! E se ne stava lì a dominare la montagna, col rosso della lava sotto al viso e la luna alle sue spalle, e quel cielo folle che balunginava sopra le corna, e la neve che sembrava colorata, e.."
Henchman si era fatto piccino piccino, ascoltando il resoconto, sempre più terrificato; anche perché nel parlare, Re Dado aveva cominciato a manifestare nuovamente le verdi iridi demoniache, e il suo sorriso si era trasformato in un ghigno diabolico.
Deglutì pesantemente, sudando, con gli occhi sbarrati.
"....E...?"
"E, come ho detto, era spaventoso e magnifico!" sospirò Re Dado, riprendendo sembianze più innocue. "Non mi sono mai sentito così.. era indescrivibile!! Lì per lì mi sa che cacciai un urlo poco dignitoso.. ma poi, a guardarlo meglio, non mi sembrò poi così diverso da prima: un enorme gatton.. AHEM!! Volevo dire, un Diavolo in stile classico!! Con la coda e tutto il resto, no?
Mi chiese se intendevo ancora andare in giro a far bagordi con lui, dopo averlo visto in quel modo.. E dentro di me la trovai una domanda assurda, perché quale pazzo rinuncerebbe ad un amico del genere! Dico bene..?"
"EEEEeeeeeeerrrrrmmmm..................." fece Henchman.
"Però non trovavo le parole per esprimermi e glielo dissi.. anche perché stavo congelando! Allora mi raccolse su con quella grossa mano colossale e mi portò fino alla bocca del vulcano, per tenermi vicino al calore! Fu un vero toccasana, credimi! E una volta lì mi ripeté la domanda.."
A Re Dado scappò un sorrisino involontario. Si guardò intorno, e abbassò prudentemente il tono di voce: "Hai presente quando diventa impaziente ma non è arrabbiato davvero, e gli viene il broncetto? Beh, devo confessare che, formato gigante, lo trovai davvero ten.. HUMM!! ..conciliante!! E per accontentarlo, visto che ero a corto di parole, gli chiesi di darmi un oboe..!"
"Un oboe..? Credevo che lei preferisse il sassofono!" notò Henchman, finendosi assorto la bibita.
"Infatti... ma non li avevano ancora inventati! Tu seguivi 'Tira il Dado', non è così..?"
"Oh, sì, signore!! Non mi sono mai perso un'episodio!!"
"Bene.. il motivo di chiusura che ho suonato personalmente al sax la notte di Natale del 1921... 'Chiardiluna'!.."
"Oh, accidenti, era quella??" Henchman battè le mani eccitato.
"Già! Gliel'ho suonata all'oboe, la prima volta, seduto sul palmo della sua mano. Big D se n'è stato ad ascoltarmi in silenzio per tutto il tempo, sdraiato a pancia in giù sopra il vulcano, con il mento appoggiato al braccio. Mi potevo specchiare nei suoi occhi, tanto erano grandi! Io ero tutto assorto a suonare, ma credo che ogni tanto muovesse la coda a ritmo. Si sentiva solo il mio oboe e il vago tremore di un basso terremoto lungo la montagna; probabilmente era il vulcano. E' stato un momento magico.."
Henchman si massaggiò serenamente il triplo mento, ricordando lieto la trasmissione.
"Quella canzone non sembrava spaventosa, però! Ehm.. Non vorrei offenderla a dire queste cose.." disse dopo qualche secondo di silenzio. "Cioé, era davvero bellissima! Però.."
"Però cosa?" Il viso quadrato e ghignante di Re Dado si materializzò a pochi centimetri da quello di Henchman, che ricacciò la testa tra le spalle.
"..però.. sembrava più un motivetto allegro e.."
"E cosa..?"
"..beh.. per certi versi, non mi fraintenda.. sembrava quasi romantico! Cioé, nel senso di nostalgicamente sentimentale..!" la buttò lì con un sorriso impanicato.
Re Dado si raddrizzò come se un serpente gli avesse appena percorso la spina dorsale.
"HAHAHA!! Ma che dici, Henchman..? Quella non è musica romantica, quella è.. un'appassionata rappresentazione del nostro brioso legame! Sì, c'è un pò di sentimentalismo dietro.. ma era un momento importante! E' per questo che l'ho suonata di nuovo, quella sera! Era un'anniversario! Cento anni dalla prima volta che abbiamo parlato faccia a faccia col suo vero aspetto! Speravo che l'ascoltasse.." aggiunse, sbirciando in tralice Henchman, alla ricerca di un segno positivo qualsiasi.
Purtroppo, anche stavolta il diavoletto abbassò le alucce costernato: "Hummm.. il boss dice che non gli interessano i talk-show.. E' sempre in camera sua quando noi ascoltiamo le sue performance alla radio..!"
E aggiunse in fretta, vedendo un'ombra di angoscia passare sul volto del Primo Demone: "Ma sicuramente gli sarà piaciuta un sacco! Il capo adora la sua musica! Di questo sarà sicuramente consapevole!!"
Re Dado tossicchiò, portando dignitosamente le mani dietro la schiena. "Sì, è così, Henchman. Lo so."
"..E quindi quando si è trasformato, dopo lei ha cominciato a lavorare per.."
"NO, Henchmen! Quella volta la concludemmo con una chiacchierata piacevole. Gli chiesi se la prossima volta non potesse farlo in un posto con un bel sole, e lui mi rispose: 'La pazzia se ne va a spasso per il mondo come il sole, e non c’è luogo in cui non risplenda..'"
Evitò di aggiungere che, nel dirlo, aveva carezzato affettuosamente la cima del suo dado, perché riteneva che descrivere Satanasso con toni troppo morbidi equivalesse a mancargli di rispetto.
"La prima volta che lavorai per il capo, escluso l'episodio del cabrette, ero ancora un mortale! Non fu un lavoro vero e proprio.. era più un piccolo favore. Un regalo, ecco! Cioé, Big D diceva che tutto quello che faceva per me era un premio per averlo fatto divertire.. Ma io volevo fare qualcosa di più per lui! Io ero davvero felice con quella vita folle, diviso tra spettacoli, una ricchezza e un lusso sempre crescenti e le giornate passate in sua compagnia.. Mi stava offrendo tutto quello di cui ho sempre avuto bisogno!
Perciò, desideravo che fosse felice quanto me! Volevo anch'io dargli qualcosa.. Accadde per la prima volta l'anno successivo. Durante tutto il '22, Grande S fu tremendamente prolifico nel campo dei disastri naturali! Persino i cronisti erano esterrefatti da quante più del solito ne stavano capitando..!"
"E' vero! Aveva sempre voglia di uscire! Diceva di aver bisogno di sfogarsi!!" confermò Henchman. "Non è mai stato euforico come in quell'anno! Stickler si è divertito tantissimo a contare le mietiture.. C'è stato il vulcano sull'isola di Java, -114 villaggi distrutti-, la nave affondata al largo della Cina, l'incendio a Canton - 13000 case demolite - il terremoto in Cile, e ovviamente quello gigantesco nell'Impero Turco!!"
"Sì, Henchman, stavo appunto arrivando a quello... smettila di interrompermi, o non finiremo più!" disse il demone incrociando le braccia sul petto.
"Chiedo scusa, Mr Re Dado.." fece Henchman, con un sorriso non troppo risentito.
"Dicevo.. Era all'inizio dell'estate.. precisamente un anno, un mese e una settimana dopo il nostro primo incontro! Un'altra data importante, quindi! Il boss mi aveva portato in Svezia con la sua bellissima magia. Volevamo festeggiare l'ultima nostra birichinata andata a buon fine, e avevano da poco permesso il commercio del caffé nel paese...!"
29 Maggio 1822
Seduti ad un tavolo esterno di una locanda, ciascuno con una tazza di caffé in mano, Satanasso e Re Dado se la stavano ridendo a crepapelle.
Nessuno dei due si preoccupava minimamente degli sguardi della gente, che li fissava esterrefatti per motivi diversi.
Il Re degli Inferi non aveva fatto uno sforzo troppo grande per nascondere le sue sembianze, a parte indossare un pastrano rosso scuro molto elegante, un paio di ghette e una tuba color porpora che copriva perfettamente le corna da caprone.
La gente sembrava averlo scambiato per uno Shwarze Pete vestito per uno spettacolo, ma in molti provarono ugualmente inquetudine nel passargli accanto. Forse per via dell'enorme forcone d'oro poggiato al tavolo, o per la coda demonica o per gli occhi scarlatti..
Quanto a Re Dado, si presentava con uno splendido frac verde smeraldo con bottoni d'oro spaccato sul davanti, come quelli di moda fra i generali francesi; gilet anch'esso ricamato d'oro, una camicia di raso finissimo, pantaloni chiari color crema chantilly e scarpe da cerimonia di cuoio nere.
Anche se nessun locale aveva mai sentito parlare di lui (motivo per il quale se ne stavano tranquilli al tavolo a sghignazzare), la gente passando vociferava credendolo un sovrano di un paese lontano in visita col suo maggiordomo. Sussurravano titoloni come "Principe d'Etiopia" o "Re degli Swati", ma nessuno osava avvicinarsi per fare domande.
In questo modo, Diavolo e mortale potevano cospirare anglofonicamente le loro diaboliche malefatte, indisturbati.
"Hahaha!! Ma come le è venuta, Grande S!"
"Senti, li usavano sin dai tempi di Archimede poi d'un tratto li hanno messi nel cassetto! Saprò ben io cosa fanno!"
"Hehe.. e va bene, questa scommessa l'ha vinta lei! Insieme a tutte le anime perdute nell'...incidente, suppongo!", fece sinistro, bevendo un sorso di caffé, e poi storcendo i baffi. "Bleah! Questi nordici devono proprio imparare a fare un buon caffé!! Voglio dire, non pretendo che lo facciano come al Cairo, ma almeno una broda californiana.."
"Davvero?" Satanasso provò a bere un sorso sovrappensiero. "Sì, hai ragione, fa schifo! Via!!"
Ed entrambi si buttarono le tazze bollenti alle spalle incuranti delle ustioni altrui.
"Un giro di Brag?" disse Dado estraendo dal frac un mazzo di carte da 52, mentre Satanasso impugnava il forcone per materializzare due coppe di eggnog.
"Oh, tu sai come tentarmi, caro! Smazza pure!!"
E Re Dado cominciò a divertirsi, mescolando le carte nei modi più creativi e distribuendone tre coperte per ciascuno, più tre scoperte sul tavolo.
Satanasso congiunse le mani, imitando postura e tono di un officiante ecclesiastico. "Perché sapete, cari fedeli.. la fede non è altro che un fuoco inestinguibile!!" disse, grave.
"WWWHHHAMMMM!!!" fece il giovane, rievocando il tono di una fiammata.
Ed entrambi scoppiarono di nuovo a ridere di gusto.
"Che imbecilli, a fare le chiese di legno!!" rise il Demonio.
"Eh già.. in mia difesa, avevo sopravvalutato i norvegesi! Pensavo che la roba con cui spalmavano gli edifici fosse ignifuga, non waterproof!" commentò, poggiando il mazzo e asciugandosi una lacrimuccia.
Sul tavolo ora c'erano tre carte di cuori: un Jack, un Re e un Asso. "Come ha detto che si chiamano quei cosi, Grande S?"
"Specchi ustori, molto banalmente. Ci disintegravano le navi romane dalle coste, a Siracusa!" disse, raccogliendo le proprie tre carte. "E comunque ti è andata bene quella volta, a Gravia!"
"Gravia? Che c'entra Gravia?"
"Sai, un paio di mesi fa passavo per Chio. Mi sentivo particolarmente.. esuberante, e volevo vedere di causare qualche maremoto o cose del genere. Ma.. SORPRESA!? C'erano trentamila turchi a devastare l'isola! Le perdite umane sono state mostruose! Quindi, dopotutto, i numeri contano! Carte Alte!"
E per rimarcare le proprie parole, calò sul tavolo un Re di Picche, una Regina di Fiori e un Nove di Cuori.
Satanasso bevve dalla propria coppa con aria di sufficienza. "Sei stato solo fortunato, la volta scorsa! Avanti, mostra le carte!"
Re Dado, che aveva assunto la stessa espressione attenta di una volpe che fissa un corvo, fece un sorrisino: "Rifiuto e passo la mano!"
"Tsk! Perdente.." lo punzecchiò Satanasso, mentre Dado infilava le proprie carte in fondo al mazzo, emettendo un fischio d'ammirazione.
"E così ha fatto il pieno di anime, questa primavera!!"
"Mica tanto!" si lamentò. "Quanti credi che fossero votati a me, in quella chiesa norvegese? Zero! Null! Miden!! E quasi tutti i greci erano civili..! E' stata più la soddisfazione di vedere del caos che altro!"
"Oh, ma il nostro bravo ammiraglio col turbante non vivrà in eterno, Big D! Prima o poi avrà tra le sue mani un'anima molto succosa..." lo rassicurò Re Dado, assaggiando la propria bevanda.
"Macché! Quello? E' un tipo religioso! Pensa che tra poco inizia il ramadan! Eh.. Purtroppo tutto questo andrà al piano di sopra, temo!" lagnò il Diavolo, dando un'occhiata alle proprie carte. "Per il momento mi accontenterò del tizio che per scappare dalla chiesa ha lasciato indietro la vedova, stamattina.."
"Ma come? Un genocida può andare di sopra, e un poveraccio che ha uno scatto di panico una volta sola va all'inferno??"
"Proprio così!!" disse Satanasso, scartando una carta e pescandone un'altra. "Però ti confesso che non so cosa darei per un'anima con decine di migliaia di morti sulla coscienza! Hanno un sapore decisamente migliore.."
"Uh... Dice davvero?" disse Dado, con un sorrisino accattivante, scartando a sua volta e ripescando. "Ma lei è il maestro dell'inganno e della tentazione!! Non può essere così difficile, per lei!"
"Ha! Che ruffiano!" disse ridacchiando come una ragazzina con un colpetto di coda affettuoso sulla mano guantata. "E' che gli umani sono diventati più complicati! Una volta te li compravi con una mela; adesso vogliono vedere il rogito del campo!"
"Non me lo dica, Grande S...!"
"Eh, già.. chi può saperlo meglio di un furbino umano come te?"
Fu in quel momento che, alle spalle di Re Dado, un lampione in prospettiva sulla sua testa venne acceso da un omino incappucciato in vista della serata imminente.
"Hey D.. Ho appena avuto una bellissima idea!" fece esaltato, con i tondi occhi sbarrati. "Potrei farlo io!!"
"Di cosa stai parlando..?"
"E se le procurassi io l'anima di quel tizio..?"
"COSA?? HHAHAHAHA!! Questa è buona!!! Tu sei un'umano!! Come puoi tu..!" si interruppe, e per coincidenza, il lampionaro aveva proseguito nel suo percorso alle spalle di Satanasso per accendere un lampione in prospettiva sul suo cappello.
"Tu... lo hai già fatto!" si ricordò.
"Esatto, Big D.."
"E conosci meglio le persone..!" considerò.
"Ho fatto pratica anche grazie a lei!" si vantò, guardandosi le dita del guanto destro.
"Sì, ma stiamo parlando di un tagliagole turco ammiraglio di una flotta armata! Non di uno stupido cabrette che fa il bullo!" lo avvertì il Diavolo.
"Ma è sempre un'umano, Grande S!"
"Non credo che tu sappia parlare turco!"
"Però je parle français!" fece suadente, sollevando le sopracciglia. "Erano alleati fino all'altro ieri, sarà uno scherzo.."
"CHE COSA??"
"Ho detto che parlo.."
"Sì lo so che cos'hai detto, è solo che.. Lascia perdere! E' un'impresa suicida, non ce la farai mai! Coppia!" fece deciso, abbassando un Dieci di Picche, un Quattro di Fiori e un Quattro di Quadri.
"Coppia... ma meglio!" sorrise Re Dado, buttando graziosamente sul tavolo un Sei di Fiori, un Tre di Fiori e un Tre di Cuori.
"Dei Tre??? Ah, suvvia!! Fai schifo a mescolare.."
"Hehehe.. Contano i numeri, Grande S..!" lo punzecchiò indietro, distribuendo altre tre carte per ciascuno.
Satanasso gli lanciò un'occhiata d'avvertimento; ma non riuscì a restare serio, né tantomeno a reggere lo sguardo troppo a lungo.
"Dai quelle carte, sciocchino, prima che mi arrabbi.."
"Allora, accetta la scommessa?" sussurrò caramelloso Re Dado, eseguendo l'ordine con mano esperta.
"Ma non starai dicendo sul serio!" disse raccogliendo le carte. "Ti staccheranno il dado dalle spalle e ci faranno un set di Mangala!"
E scartò una carta pescandone un'altra, fissandolo con un filo di rimprovero.
"Nah.. Non accadrà! Si fidi.. Quando ha detto che finisce il ramadan..?" Re Dado scartò e ripescò a sua volta, con aria rilassata, poggiando poi il viso sul proprio pugno libero.
"Non l'ho detto! Senti, Dado.. Se adesso accetto la scommessa, non potrò intervenire nel caso le cose non andassero bene, dovrai fare tutto da solo! E c'è UNA possibilità su un milione che vada bene!!" disse con tono acceso, scartando e ripescando.
L'espressione sul volto di Re Dado perse per un momento quanto di spaccone aveva mostrato, e si trasmutò in qualcosa di inedito e confuso.
Satanasso abbassò le orecchie, ritrovandosi suo malgrado a chiedersi chi, da Turner a Constable, avrebbe potuto mai dipingergli attorno uno sfondo all'altezza.
"Grande S, lei... si sta.. preoccupando per m..!"
"NO!!!" Tuonò con un pò troppa foga (e zanne) del necessario.
Attorno a loro si aprì un largo cerchio di vuoto, ai confini del quale i passanti avevano smesso di passare, muti e immobili come tombe, fissando la scena inquietati.
Anche lo stesso Dado si era istantaneamente incubettato sulla sedia, gli occhi sbarrati, le ginocchia piegate a molla e i talloni puntati sulla seduta, per balzare via come un grillo al primo accenno di pericolo.
"Ahem!" fece Satanasso, ricomponendosi e sistemando le proprie carte. "Ovviamente io sono il Diavolo, e non mi preoccupo per i mortali! Mi seccherebbe solo dover rinunciare ad un passatempo stuzzicante a causa della tua zucca vuota!"
"Ohohoh!! Ma CEEEERTO!! Non intendevo mancarle di rispetto, Big D! Che stupido a fare questo genere di domande..!" rise falsamente Re Dado, riprendendo una postura umana e tirandosi il colletto per rallentare la sudorazione copiosa.
"Quindi accetto la scommessa!" annunciò, con faccia strafottente e orecchie un pò più basse, pentendosene nel momento stesso in cui lo diceva. "Ma se dovessi perdere, sai già da quale parte finirai.. Scala, e batto il banco!" aggiunse spietato.
E abbassò vittorioso un Asso di Fiori, un Re di Quadri e una Regina di Cuori.
"E tu cos'hai lì, Roi Dés?" Lo canzonò. "Fammi vedere come sai perdere!"
Re Dado, di nuovo tranquillo e padrone della situazione, sorrise amabile. Si prese un sorso di eggnog, accavallò le gambe in un movimento che avrebbe potuto dare i natali alla parola "sinuoso", e sistemò il frac con la mano libera in tutta calma.
"Grrr.. Oh, per la corona inglese!!" Fece Satanasso, coi nervi (e il sangue) a fior di pelle. "Stai bluffando, vero?? Dillo subito e piantala!!"
"En fait, ce serait un triplé d’as, Big D!" mormorò, facendo ribollire l'eggnog nella coppa mentre scopriva un Asso di Quadri, uno di Picche e uno di Cuori. "Faites confiance à votre bon ami!"
Satanasso fissò sconvolto i tre assi. Poi sbuffò, massaggiandosi il ponte del naso ad occhi chiusi.
"Che Diavolo intendi fare, comunque..? Stordirlo di canzoni all'avanguardia..?"
18 Giugno 1822
Re Dado saltò su un barile rialzato a prua, scostando la mantella per rivelare uno splendente abito bianco e d'oro con intarsi arabeggianti sul gilet bottonato di rubini, brillando contro le luci delle fiaccole dei commensali, ballando e cantando come un fuoco scoppiettante.
"Se la tua pupa dice che andrà tutto ok,
tu skeep-beep de bop-bop beep bop
bo-dope skeetle-at-de-op-de-day!"
Il generale e i suoi soldati baffuti alzarono per l'ennesima volta le coppe, quando passò accanto a loro per esibire un'acrobazia particolarmente spettacolare.
"Se ti senti felice, al tuo posto io urlerei:
skeep-beep de bop-bop beep bop
bo-dope skeetle-at-de-op-de-day!"
Il soldato di vedetta in cima all'albero gli fece spazio quando balzò sul bordo del suo cesto con un'equilibrio impressionante, e nel cantare continuò a spostarsi verso il lato della nave che dava al mare aperto.
"Non importa, non ha senso, se te lo chiederai!
Canta pure, senza rima, ragione o criterio, mai!!"
E per finire, tra le acclamazioni festanti, danzò in piedi sul parapetto di babordo, spalle al mare gli occhi di tutti puntati su di lui... Mentre all'orizzonte, proveniente da terra, una piccola barca infuocata si avvicinava nella notte.
"E se affronti adesso il giudizio che dirai?
skeep-beep de bop-bop beep bop
bo-dope skeetle-at-de-op-day!
Güle güle!!"
Salutò, buttandosi verso l'acqua nel momento in cui l'imbarcazione incendiaria si infilava nella polveriera della nave, aumentando la gittata del suo salto di una decina di metri grazie all'onda d'urto dell'esplosione.
Accompagnò il lungo balzo con un grido involontario, mentre dalle scialuppe in attesa calarono immediatamente i soccorritori preparati all'uopo.
Mezz'ora dopo, Re Dado era a riva a raccontare ai presenti che tragedia era stata per un artista itinerante come lui, e che chissà come se la sentiva che qualcosa sarebbe andato storto!
Stava contemplando l'enorme falò scoppiettante sul mare dalle rive di Chio, con un ghigno malefico largo quanto la sua faccia, quando si accorse di non essere solo.
Cacciò un urletto sussultorio, prima di riconoscere il suo nero compagno di merende; che se ne stava curvo in avanti, braccia e mento a penzoloni, a fissare il disastro.
"Per tutti i ciclopi estinti dalla loro idiozia!! Ma come hai fatto!!??"
"Li ho storditi con le mie canzoni all'avanguardia!!" disse Re Dado.
"COSA??"
"E' stato facile! Volevano degli intrattenitori per la cena di fine ramadan, ed eccomi qua!"
"No, non volevo dire questo, tu..."
Satanasso si afferrò le corna per mancanza di capelli da tirare.
"...Pomposo.. Gioiello del male!! Volevo dire, come hai fatto a vendermi l'anima del generale ottomano e della sua ciurma.. Distruggere lui, i suoi uomini, la sua nave ammiraglia e sopravvivere??" sbraitò gesticolando, preso da una specie di delirio d'eccitazione.
Re Dado sistemò il gilet ingioiellato di rubini, perché sentendosi appellato in quel modo pensò che fosse merito dell'abbigliamento scelto per la missione.
"Ho solo solleticato un pò il loro senso dell'onore!!" spiegò. "Durante un brindisi a base di Raki, ho urlato una scemenza tipo: E che vi colga il Diavolo se questa nave non sarà vittoriosa ancora!! Haha!!!
E tutti quanti: SIIII' Urrà! Cioè, l'hanno detto in turco, ma si è capito lo stesso! E' stato un gioco da ragazzi.."
Satanasso fissò i resti del vascello sparire nei flutti, a bocca aperta: "E come... la nave... il fuoco.....!! Come..??? Tu sei un mortale!!"
Balbettò, con le pupille dilatate, acchiappandolo per i bordi del gilet e scuotendolo. "Sono arrivate duemila anime all'Inferno!!"
"Oh, aspettavo il momento in cui l'avrebbe chiesto, Grande S!" fece smargiasso, scivolando via dalla sua presa come un'anguilla.
E scostando platealmente la mantella orientale, si spostò verso un cumulo di rocce sulla spiaggia sassosa.
Satanasso lo seguì come in trance, guardandolo infilare un braccio in un punto sopraelevato per estrarre un rotolo di pergamena, che gli porse con grande solennità ed un inchino.
"Questo non faceva parte della scommessa, Grande S, ma sa.. lo consideri come un bonus!"
La pergamena era chiusa da un nastrino rosso ed un sigillo greco. Satanasso lo aprì con un'unghiata.
"Ma questo è... un contratto?" lesse a mezza voce. Poi, scaldandosi: "Io, K.K., comandante delle forze di Grecia dichiaro di accettare i mezzi e le pianificazioni militari offerte da Mr. S.."
"..in cambio di un favore personale da stabilire in data e luogo, il quale non comprenda né faccende di Stato, né qualunque individuo rientri nella cerchia di conoscenze del sottoscritto!" finì Re Dado, mentre i fumi dell'incendio coprivano parzialmente il cielo estivo.
"Mi hai venduto anche l'anima del comandante greco??"
"Oh, beh, sa.. Era assetato di vendetta, ma gli servivano le idee giuste e anche i mezzi! E lei mi ha molto ispirato con quella faccenda degli specchi ustori!
E poi non sta bene essere di parte in un conflitto così terribile, non le pare?"
In realtà Satanasso aveva smesso di ascoltarlo da un pò; l'unica sua preoccupazione al momento era stabilire se le lucciole che balunginavano attorno alla figura del suo compagno erano reali o solo frutto della sua fantasia, se il suo profilo era sempre stato così regale o se si stesse trasformando in qualche principe delle fate.
Tutti i suoi pensieri, però, rimasero nella sua testa e in quell'anno, e non furono raccontati mai...
"Eeeeeeehhhmmm.. Big D..? Si.. sente bene..?"
"No!" confessò quello, guardando fisso il mare. "Io.. probabilmente ho fatto un'indigestione di anime..!"
"Hohoho!! Spero di non essere stato troppo bravo!! Allora.." e fece una delle sue graziose piroette, fermandosi con le dita a pistola. "Chi è il Numero Uno??"
Gli occhi di Satanasso si fecero grandi come lanterne.
Era già capitato molte che lo guardasse in quel modo, ma la sera del 18 di giugno 1822 fu memorabile, perché aveva assunto un'aria a dir poco adorante.
Re Dado non seppe mai quanto di genuino ci fosse in quelle gote arrossate e quegli occhioni lucidi.. Si ricordò solo che, un poco febbrilmente, Satanasso rispose:
"Sei tu... sei tu, il mio Numero Uno!"
21 Giugno 1937
"..e mi disse proprio così!! Aaaah!! Te lo immagini Henchman, cosa dev'essere stato per me la prima volta sentirlo dire questo!!" stava giubilando il demonico braccio destro, portando i palmi sulle guance irrorate di sangue.
Henchman, che nel frattempo aveva vestito la stessa espressione meschina della faina che ha trovato una falla in un pollaio, tossicchiò. "Deve essere stato davvero eccitante, Signore, però..."
"Però cosa??"
"Però non mi ha ancora detto come è diventato un demone!!"
CONTINUA...
Notes:
Dunque, curiosità storiche:
1) Ciò che dice Re Dado in francese, per chi non lo sapesse è "parlo francese", "Infatti sarebbe una tripletta d'assi, Grande S!" e "Abbia fiducia nel suo buon amico!"
2) "Chairdiluna", ovvero Moonglow, è una canzone molto romantica di cui Cab Calloway e la sua orchestra hanno fatto la cover. https://youtu.be/dFaNbCwmojw
3) La battaglia in cui i greci erano in pochissimi ed hanno vinto lo stesso è la Battaglia del Khan di Gravia. E' andata proprio come l'ho descritta, con qualche elucubrazione in più da parte di Re Dado perché volevo sottolineare l'acutezza della sua mente diabolica. https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_del_khan_di_Gravia
4) Il 19 Dicembre 1821 è davvero eruttato il vulcano Islandese Eyjafjallajökull, eccetto che nella mia fanfiction la causa è stata Satanasso.
5) In pratica Re Dado pensava che "Eyjafjallajökull" fosse uno scat islandese. (tipo la roba nonsense che lui canta). Il demente.
6) L'Islanda era davvero una monarchia allora!
7) Il sassofono sarebbe stato inventato solo 20 anni più tardi, quindi ovviamente Re Dado doveva usare un oboe al suo posto
8) Nel 1822 ci furono davvero un disturbante numero di disastri naturali (tutti quelli enumerati da Henchman sono corretti, con le relative perdite) https://en.wikipedia.org/wiki/1822
9) La Svezia introdusse davvero il caffé quell'anno.
10) Il disastro alla chiesa norvegese a cui questi due stronzi si riferiscono giocando a Brag è il Rogo della Grue Church. La chiesa pare abbia preso fuoco per ragioni misteriose, e sono morte decine di persone.
11) Il metodo usato da Satanasso per incendiare la chiesa è la tecnica degli Specchi Ustori: https://it.wikipedia.org/wiki/Specchio_ustorio. L'arma è reale (e quanto ho raccontato è storicamente accurato). Io ho solo inventato, appunto, che la causa è stato il nostro Diavolo di fiducia con questa arma precisa.
12) Il brag è un vecchissimo gioco d'azzardo papà del Poker. Il Poker, infatti, non era stato ancora inventato. Le regole da me riportate sono accurate.
13) La distruzione della flotta turca orchestrata da Re Dado è accaduta realmente. Il generale greco era Kostantino Kanaris (KK nella storia) e quello turco Nasuhzade Ali Pasha. Stavano effettivamente festeggiando la fine del ramadan.
14) La canzone che Dado canta ai turchi per distrarli è la traduzione (sono impazzita nel farlo) della Scat Song di Cab Calloway. (uno dei suoi pezzi più folli) https://youtu.be/ImadBRXJ0KA
15) Infine, il sonetto nelle note all'inizio è il n°24 di Shakespeare. Il poveraccio era innamorato follemente di un bellissimo ragazzo, ma ha sempre mantenuto tutto rigorosamente romantico per ovvie ragioni. Infatti quasi tutti i suoi sonetti sono una lettera d'amore a questo uomo misterioso.
Chapter 4: Il Contratto
Summary:
Dovrei paragonarti a un giorno d’estate?
Tu sei ben più raggiante e mite:
venti furiosi scuotono le tenere gemme di maggio
e il corso dell’estate ha vita troppo breve:
talvolta troppo cocente splende l’occhio del cielo
e spesso il suo volto d’oro si rabbuia
e ogni bello talvolta da beltà si stacca,
spoglio dal caso o dal mutevol corso di natura.
Ma la tua eterna estate non dovrà sfiorire
né perdere possesso del bello che tu hai;
né morte vantarsi che vaghi nella sua ombra,
perché al tempo contrasterai la tua eternità:
finché ci sarà un respiro od occhi per vedere
questi versi avranno luce e ti daranno vita.Shakespeare, Sonetto 18
Notes:
(See the end of the chapter for notes.)
Chapter Text
Re Dado fissò il diavoletto tondeggiante con fare risentito.
"Henchman, ti sto raccontando qualcosa che nessun mortale o immortale ha mai udito prima.."
"Lo so, Signore!"
"..e tu vuoi glissare sul dunque così?"
"Beh, signore.. ero solo MOLTO curioso!!" ammise Henchman, col codino in mezzo alle gambe, sbirciandolo di sottecchi. "Può raccontarmi quello che vuole, naturalmente!! E' solo che... mi sembrava di star approfittando della situazione, ecco tutto!"
Re Dado considerò la controbattuta.
"Non hai tutti i torti.."
"Per inciso.. sono molto felice che lei stia condividendo questi episodi avventurosi!! EEeeee.., devo ammettere che sto capendo un bel pò di cose.." aggiunse fra sé, in tono cospiratorio e massaggiandosi il mento.
"Hm! Beh.. In sostanza, Henchman, da quel momento gli episodi in cui mi ritrovai a vendere anime per il Grande S si fecero più frequenti. Ma questo non ci impedì di trovarci a fare le nostre solite pazzie! Così passò il tempo, e un bel solstizio d'estate del 1827 - centodieci anni precisi da ora - ce ne stavamo beati su un campo di grano a goderci il caldo ventoso della sera, qui a Calamaio..
Prima ce la siamo spassata grazie a Grande S che giocava al "tiro alla mongolfiera" col suo forcone.. Alzare le mongolfiere era una vecchia tradizione Calamaiese per la festa del Solstizio d'Estate! Puoi immaginare perché da quel momento hanno deciso di usare gli aquiloni invece!" Ridacchiò sinistramente. "Ah, dovevi vedere che affondate!! E con che maestria imbracciava l'arma come un cacciatore.. Sembra fatto per tenere un'arma in mano!"
"Oh, il capo è sempre stato un asso al tiro al piattello!" confermò Henchman, incoraggiante.
"Poi, siccome io avevo proprio voglia di rilassarmi un pò, perché in quel periodo avevano cominciato a richiedermi un pò dappertutto, ho preso a raccontare i dettagli dell'ultima avventura natalizia!! Era sata la famosa Rivolta dell'Eggnog.. Ovviamente mi aveva ispirato Grande S, come sempre! Un giorno te la devo raccontare nel dettaglio! In breve, volevo procurare a Grande S l'anima di qualche importante soldato americano come regalo di Natale, e così ho procurato un pochino di.. alcol di contrabbando tra i ranghi! Qualche gallone, diciamo!
Suvvia, se la stavano spassando solo gli ufficiali e non mi sembrava giusto! Non ti pare..? Insomma, gli stavo enumerando le diverse comiche avvenute tra una baracca e l'altra, e come aveva fatto a cavarsela il futuro Presidente degli Stati Uniti! E anche se sfortunatamente non è morto nessuno, ci siamo divertiti tutti quanti un sacco!! Big D sembrava soddisfatto, ma anche un pò malinconico! Se ne stava ad ascoltarmi sospirando, mentre si sfogliava un libercolo di Sonetti di Shakespeare a pancia in giù sulle spighe."
"Daaah... i Sonetti ha detto..?" chiese Henchman, riassumendo l'espressione da lontra davanti ai pesci.
"Sì, sulla copertina c'era scritto così.. perché..?" Re Dado lo sbirciò interrogativo.
"....E sospirava...?!"
"Sì, Henchman! Te l'ho detto che era malinconico!!"
La bocca di Henchman si ridusse ad una fessura sotto gli occhi a pallone, la testa incassata fra le spalle.
".................Ooooooooooooh, accidenti...!"
"Comunque, mi sentivo stranamente malinconico anch'io.."
"Anche lei si sentiva così..??" il diavoletto rizzò le orecchie divorato dalla curiosità.
"E' quello che ho appena detto, Henchman!! Cerca di seguire, o non la finiremo più!!"
"Oh, accidenti.." mugugnò pianissimo.
"Dicevo.. Ero nel bel mezzo del racconto, quando a un tratto la conversazione prese una piega strana.."
21 Giugno 1827
"..E io bussavo alla porta e poi scappavamo. L'abbiamo fatto per tre volte!! Per tre volte, e ogni volta quel vecchio gufo di Hitchcock si è affacciato a chiedere chi era!! La terza volta siamo scappati alla Baracca 5, però ha fatto in tempo a vedere Davis! Perché il lumacone era ubriaco tronco.. HAHAHA!!! E quando abbiamo visto il vecchio arrivare da lontano incavolato come una biscia ci siamo infilati dentro per nasconderci! E gli altri tredici si sono zittiti per fare i bravi tipo tre secondi prima che entrasse lui!!"
E mimò l'accaduto, passando dal cantare goliardicamente allo zittirsi di colpo all'apertura di una porta. Satanasso, steso direttamente sul grano di fianco al suo telo, rise per l'ennesima volta, e per l'ennesima volta la risata lo contagiò.
Re Dado si sentiva particolarmente.. fervente, quel giorno. Era una specie di ebrezza: un pò a causa del sole caldo, un pò per il profumo del grano..
Si era persino levato la giacca blu chiaro (poggiata perfettamente e senza una piega), sciolto la cravatta e sbottonato i primi tre buchi del gilet e della camicia per sentire meglio la brezza tiepida.
"Ah, adoro sentirla ridere, Grande S!"
"Adoro quando mi fai ridere, caro..." aveva miagolato languido con un sospiro, poggiato su un gomito, tenendo il segno nel libretto di cuoio.
"E' qualcosa di.. familiare! Come essere a casa. Cioé, di case ne ho più di una ormai, ma questo è diverso.. Sto diventando sentimentale, secondo lei?"
"Forse, un pochino.." sospirò di nuovo, contemplandolo beatamente.
"Ehehe.. perdoni! Sarà la vecchiaia!"
"La.. che??" sussultò Satanasso, perdendo immediatamente la mood intorpidita in cui era scivolato nell'ultima ora e mezza.
"La vecchiaia! Sa, questo dicembre farò i trenta! Ci pensa? Se mi candido, potrei diventare Senatore.."
"Pfft! Che scemo! Trent'anni non sono un'accidente!!" ridacchiò il Diavolo. "Io avrò fatto i trent'anni almeno trentamila volte!!"
"Beh, io li farò una volta sola, Grande S! Ah, chissà se sarò ancora così affascinante tra altri trent'anni!" congetturò, sollevando un sopracciglio. "Spero di avere delle belle rughe quando sarò un Dado senior! Di quelle che ti danno charme! Altrimenti sarà una tragedia!"
Satanasso aveva perso tutta la voglia di ridere. "Ovviamente sarai stupendo comunque. Però.. quanto vive un calamaiese in media?"
Re Dado lo guardò esterrefatto. "Come, non lo sa? Come fa a non saperlo..?"
"Non vado spesso in mezzo alla gente, nel caso non te ne fossi accorto! E della contabilità se ne occupa Stickler!!" ribatté secco.
"E chi è Stickler?"
"Un'epidemia!" Tagliò corto. "QUANTO - VIVE - UN - CALAMAIESE??"
Re Dado fece spallucce. "Non lo so, Grande S, dipende! C'è chi è fortunato e arriva a novant'anni.."
"N.. novanta!? Solo?" fece terrificato.
"Novanta sono un bel pò di anni!" considerò il mortale, mettendosi seduto.
"Quindi sei già a un terzo della tua vita..???"
"Hey, hey, così la fa sembrare davvero brutta, Grande S! Sono solo a un terzo della mia vita.." disse Re Dado, un pò preoccupato del cambio di tono nella conversazione. "Ce ne passa ancora prima di mettere a riposo queste due meraviglie!"
E dimostrativamente, ruotò le gambe per alzarsi in piedi in una mossa da acrobata.
Satanasso abbassò lo sguardo sul sonetto che stava leggendo:
Dovrei paragonarti a un giorno d'estate?
Tu sei ben più raggiante e mite;
venti furiosi scuotono le delicate gemme di maggio
e il corso dell'estate ha vita troppo breve!
Si soffermò dieci secondi sull'ultima frase, e poi di punto in bianco si alzò deciso.
"Oh, no, non esiste!"
"Che succede, qualcosa non va..?"
"Tutto, non va!" disse riprendendosi il forcone semidimenticato. "Me ne vado di sotto. Quando tornerò, ci saranno grandi cambiamenti per te. Nel frattempo, evita di far esplodere altre navi saracene!"
Poi, interrompendo sul nascere le proteste di Re Dado con un dito sulle labbra: "Ti avverto! Se ti vedo arrivare da me all'Inferno prima che io sia risalito, non avrò pietà della tua anima!! CHIARO??" ringhiò.
"Chiarissimo! Vietato crepare!" disse con un sorrisone e due pollici in su, incassato nelle spalle.
"Bene. Adesso vai a fare qualcosa di innocuo e continua a farlo finché non mi vedrai di nuovo!"
E, colpendo con il manico del tridente il terreno, sparì in un "PUFF!" rosa.
Re Dado si massaggiò il mento pensoso.
"Senatore Dado. Hmmmm.."
21 Giugno 1937
"E mi ha lasciato lì come uno stoccafisso ed è sparito per mesi.." ricordò Re Dado.
"Wow, che fegato, Signore!! Non aveva paura della morte?!" lo applaudì Henchman, con gli occhi brillanti d'ammirazione.
Il Primo Demone vestì un'aria vagamente disagiata su un sorrisetto imbarazzato.
"Eeeehhmm.. Non proprio, cioé.. Mi sono preoccupato da quel momento in poi! Diciamo che davo per scontato che essendo amico del boss avrei avuto un trattamento favorevole! Non so.. Tipo diventare un fantasma, o qualcosa così! Non avevo idea che non ne sapesse niente nemmeno lui!"
"Aaah, sì! Se passi dall'altra parte tramite vecchiaia regolare, non diventi un fantasma!" gli spiegò Henchman. "Ed effettivamente lei sarebbe finito là sotto in un modo molto diverso.."
Re Dado rabbrividì al ricordo delle urla dei dannati.
"Oh, ma anche se lì per lì ci rimasi un pò male, a posteriori ho capito cosa era andato a fare..!" disse, cambiando argomento in fretta.
"E' vero, me lo ricordo!! Si è chiuso per tutta l'estate negli archivi. Poi, visto che continuava ad addormentarsi sui libri, alla fine si è arreso e ha chiesto aiuto a Stickler!" ridacchiò Henchman. "Cercava un incantesimo per trasformare un mortale in un demone..!"
"BRUTTO......!!!" Con uno sforzo titanico, Re Dado si morse la lingua e ricacciò indietro le iridi verdi fluorescenti. "Allora lo sapevi meglio di me come sono andate le cose!!"
"Daaaaah... No, Signore! So solo che il capo ha fatto le ricerche per farla diventare un demone! Non sapevo niente di cosa è successo tra di voi lassù!" si giustificò con tono conciliante, come quando placava le ire del suo padrone. "In effetti non ha mai raccontato niente di tutto questo..!"
Re Dado sospirò spazientito, più che altro perché sapeva benissimo che il diavoletto non gli avrebbe mentito mai. Pertanto non avrebbe potuto prendersela con lui in alcun modo.
"Poi come andò..?" chiese Henchman, sbattendo le alette con furia.
"Si ripresentò a Natale, e per poco non mi presi un attacco di cuore! Avevo appena dato un concerto in un Grand'Hotel, a Baltimora, e me ne stavo tranquillo nella mia suite..."
"Come, non festeggiava assieme agli altri..?"
"No, Henchman." disse severo, portandosi le mani dietro la schiena. "So che tu e il boss lo adorate. Io, invece, non sono esattamente il tipo da celebrare il Natale se non ci sono cose specifiche da fare.."
"Daaaw.. Come mai..? E' una festa così colorata e divertente.. Così lei!.. E poi, ha sempre detto il contrario, nei suoi show!!" fece sorpreso.
"Mentivo. Ma la cosa non ti riguarda. Il punto è che mi fece saltare dalla sedia.."
25 Dicembre 1827
Re Dado saltò via dalla sedia con un urlo acuto, quando due grandi occhi gialli dalle iridi rosse comparvero dietro al fuoco del grande camino.
"Buon Natale, Dado!" Fece giulivo Satanasso uscendo dalle fiamme e spegnendo col piede una scintilla che rischiava di bruciare il tappeto. "Lieto di constatare che hai seguito il mio ordine di non finire i tuoi giorni anzitempo!!"
Re Dado si aggrappò ad una credenza che sembrava uscita da Versailles.
"Sì... beh.. stava per accadere ora!" rantolò in un fischio di voce, artigliandosi il cappotto sfarzoso all'altezza del cuore.
"Ho delle meravigliose notizie da darti! Sai.." ma si bloccò subito; perché quando Dado si raddrizzò per ricomporsi, si rese conto di avere davanti un Re.
Una giacca a coda di rondine color verde acqua e aperta sul davanti come da moda parigina, che risaltava la sua forma fisica e il punto vita così stretto rispetto al torace; ricami d'oro e pietre preziose su spille, bottoni e gemelli.
Sotto al mento, in anticipo di circa vent'anni, un fiocco di seta nera era fissato al colletto da uno splendido gioiello di corallo.
Gli mancavano solo corona e manto d'ermellino.
"Buon Natale, Grande S!" gli disse con un sorriso radioso. "Mi è mancato così tanto!"
Satanasso voleva maledirsi per essersi presentato con la sua stessa pelliccia come abito, ma non riuscì a connettere un pensiero coerente. Tutto quello che disse, invece, fu:
"Mi sei mancato molto anche tu, caro..."
Per un tempo indefinito, i due si persero a ispezionare la capacità dilatatoria delle rispettive pupille.
"Ehm.. perciò.. ha delle novità, diceva..?" chiese incerto Re Dado.
"Oh, già! HUM! Ecco, si tratta di una piccola proposta. NON QUEL TIPO DI-insomma-è UNA proposta, non LA proposta, cioé..AH!"
E scintille di fiamma scaturirono dalla sua mano libera alzata, materializzando un rotolo di pergamena bruciacchiata che srotolò in fretta: "Dà un'occhiata!"
Re Dado si avvicinò un pò più di quanto Satanasso aveva calcolato; e così, a parte occhi e orecchie, dovette fare i conti anche col resto dei suoi sensi.
"Ma è un contratto!" notò il giovane.
"S..sì, infatti. C...ci ho pensat - cioé - mi ricordav.. N..no, voglio dire..."
Re Dado afferrò il documento infernale con assoluta serietà, leggendo ogni parola come se avesse voluto intagliarle con gli occhi.
Satanasso tossicchiò, infastidito da se stesso, facendo un paio di passi indietro per riprendere il controllo delle proprie capacità cognitive.
"Quanti bambini affamati è costata la tua nuova cologna..?" chiese casualmente.
"Oh, le piace??" cinguettò, subitaneamente distratto. "L'ho fatta distillare personalmente! Un signore che si dica tale non compra roba prodotta in serie! L'ho chiamata Fuoco d'Inferno! Virile, ma anche eccentrica e sofisticata!"
"G..già.."
"E' costata il PIL di un paese."
"Splendido.."
"E' accaldato?" chiese esterrefatto Re Dado, notando i rivoletti di sudore che facevano luccicare il pelo del suo compagno. "Non sapevo potesse avere caldo.. vuole che apra la finestra?"
"NIENTE AFFATTO, è solo che.. che.. ehm.. ho sudato sette camice per trovare quel documento, tutto qui!"
E il fatto che Re Dado fosse dotato di un'eccezionale capacità analitica sociale eccetto che per un singolo, enorme, importantissimo campo, rese possibile che si bevesse una panzana cotale con la stessa facilità con cui sperperava milioni in profumi maschili.
Perciò, semplicemente, riprese l'argomento principale: "Questo non è un contratto qualsiasi!"
"Precisamente!" scattò Satanasso, cogliendo l'opportunità al balzo.
E, impettendosi solennemente dopo essersi schiarito (di nuovo) la gola, recitò:
"Ma la tua eterna estate non dovrà mai sfiorire,
né perdere possesso del bello che tu hai;
né morte vantarsi che vaghi nella sua ombra,
perché al tempo contrasterai la tua eternità!"
Re Dado batté le mani gioioso.
"Splendido, signore!! Assolutamente splendido!! Ah, che emozione sentirla verseggiare!! Era sempre quel.. il tizio pelato inglese.. quello là.. Shakepears??"
Inedito nel racconto di Re Dado, in una parte recondita di Satanasso molto affiliata ad una certa particolare terra e cultura, qualcosa gridò sinistramente vendetta.
Eppure, forse per un miracolo natalizio, riuscì a dire, tutto denti e orecchie tirate indietro: "Figliolo. Io ti perdono." soffiò passandogli accanto per porsi di nuovo a fianco del camino. "Perché con un corpo del genere non te ne fai assolutamente nulla di un cervello! Hai letto tutto per bene??"
Re Dado abbassò ancora gli occhi sul manoscritto svolazzante dalla calligrafia impeccabile, e per l'ultima volta si impresse bene ogni parola nella memoria:
Il sottoscritto,essere mortale,la cui firma porrà
su questo patto, rinuncia in fede e conoscienza:
alla risibile esperienza della vita mortale;
alla possibilità di assurgere alla beatitudine (hahaha);
agli effetti benefici della controparte celeste (HAHAhaha!!),
al rimanere nel limitato cerchio dell'esistenza terrestre;
alla propria insulsa natura umana;
ai propri ascendenti o relativi in vita, (che probabilmente sono già qui!)
per intercessione del Principe delle Tenebre,
Re dell'Oltretomba e Signore del Male,
Satanasso Sataniael, Il Diavolo, accetta di:
mutare la propria essenza e la propria carne in meglio;
entrare a far parte del Regno degli Inferi;
giurare fedeltà al proprio Sovrano Oscuro;
mettere un fermo alla propria immagine mortale;
ricevere poteri adeguati alla propria indole;
vivere per sempre nel Senza Tempo al di fuori del Mondo.
Con il presente accordo, accetto la transmutazione
in Demone ed il passaggio della proprietà
della mia anima immortale a:
______________
Firma del mortale: _______________
per tutta l'eternità.
Re Dado alzò gli occhi dal documento. "Il suo nome é Satanael?"
"Ti prego, ignoralo! Fa schifo. Qualunque altro nome tu scelga è meglio!"
"In realtà lo trovo piuttosto regale, sa? Anche se, in effetti, assomiglia un pò troppo a Gabriael, Michael, Raphael.."
"Sì, è per quello che fa schifo. Sei pregato di continuare a chiamarmi Grande S, se non ti dispiace!"
"A vostro piacere, Grande S.."
"Allora..? Che ne pensi?" chiese titubante Satanasso. "Non far caso alle correzioni! Stickler ha voluto a tutti i costi revisionare tutto e ha fatto un pasticcio!"
"Dunque.. quindi in pratica divento un dio?" concluse Re Dado, allargando gli occhi e il sorriso sempre di più.
"No, mio fiore all'occhiello! Diventerai un demone!"
"Non ci vedo una gran differenza!" rise, al colmo dell'eccitazione.
"Perciò... accetterai..?"
Re Dado esibì un perfetto salto carpiato finendo in piedi sull'opulento sofà, con uno scat quasi ululato.
"Se accetto, Grande S?? Mi dia subito penna e inchiostro!! Ohohoh, acciderba, questa sì che si chiama scalata sociale!!! Altro che Senatore!!"
Satanasso si illuminò così tanto che per un momento non sembrò affatto un demone, il che su di lui la diceva lunga.
Non parve nemmeno così scuro di pelo.
"Hai capito bene a cosa rinunci, vero..?" chiese, materializzando una semplice penna d'oca e un modesto calamaio fluttuanti con un gesto gentile della mano.
"Sì, sì, tutta roba inutile! La beatitudine me la faccio da solo qui, si possono tenere i loro noiosissimi cori angelici!! E non ho idea di chi siano i miei vecchi!" fece in fretta Re Dado, fiondandosi sugli strumenti di scrittura.
"E..... quanto all'anima..?" chiese il Demonio con un tono strano. "Non.. non sei preoccupato?"
"Eeeh, ammetto di non sapere esattamente come funziona, Big D!" disse Re Dado facendo spallucce con la penna in mano. "Ma a rigor di logica, non ho mai sentito che lei su nutrisse di anime di demoni! Altrimenti perché dovrebbe scomodarsi a venire a caccia quassù?"
Satanasso provò un segreto fremito d'orgoglio e abbozzò un sorrisino. Ragazzo sveglio, pensò. Dopotutto c'era una fine opera d'arte dentro quella testa quadra..
Senza ulteriori indugi, e in un paio di silenziosi e solenni secondi scanditi solo dallo scribacchìo della penna, Re Dado firmò la propria parte del contratto. Poi, con un inchino e facendo girare elegantemente la penna fra le mani, passò il testimone al suo futuro Signore.
Satanasso afferrò penna e contratto, controllando formalmente la bella firma:
Re Dado Hi de ho!
Alzò gli occhi sul futuro demone col sorrisetto ancora stampato in faccia e gli occhi brillanti davanti al fuoco.
"Così non si potrà dire che è stato l'unico ad aver bisogno di correzioni!" disse giocosamente il dado, per spiegare la strana compilazione.
Fu ripagato da una risatina bassa (che ritenne adorabile).
"Quanta premura.." miagolò, abbassando la penna sul foglio.
21 Giugno 1937
"E a quel punto si bloccò per diversi secondi!" ricordò perplesso Re Dado, perso nei ricordi.
"Come sarebbe che si bloccò?" chiese Henchman.
"Non lo so, sembrava.. indeciso. Ci ha impiegato molto più di me a firmare; e poi quando si è deciso, ha scritto come un fulmine, arrotolato la pergamena in quattro e quattr'otto, sigillata e fatta sparire!" enfatizzò, gesticolando furiosamente l'avvenimento. "E' stato stranissimo! Il resto lo sai già.."
"Daaah.. in effetti è parecchio strano!" confermò Henchman. "Ovviamente non voglio insinuare che il Capo possa provare pietà" mentì. "Però, nel caso lo insinuassi, direi che magari gli è dispiaciuto un pò!"
"Dispiacergli?? E perché mai?? Mi ha dato tutto!" disse entusiasta Re Dado, spalancando le braccia. "Vita eterna! Successo! Ricchezza! Potere! E una posizione al suo fianco in eterno! Quale sarebbe lo svantaggio, Henchman?"
Henchman si rigirò le dita grassocce.
"Ecco, Signore.. la sudditanza!"
"La ..che?"
"La sudditanza, Signor Re Dado!" spiegò umilmente Henchman. "Lei è il più importante fra tutti noi.."
"Sì, di gran lunga!" sbruffoneggiò quello, a mento alto.
"...tuttavia rimane sempre un suo suddito, Signore!"
"Beh, ma questo è il minimo!" protestò Re Dado. "Cosa vuoi arrivare a dire..?"
Henchman cercò nel proprio vocabolario le parole corrette per poter continuare la conversazione e la propria esistenza allo stesso tempo. E in cuor suo desiderò avere la dialettica di Stickler per potersi spiegare meglio.
"Ehm! Come ha detto lei, Signore! E' stata una bella scalata sociale, per cui.."
"Cosa?? Henchman, comincio ad essere a corto di pazienza!!"
"..è un pò come se l'avesse assunta per un lavoro, giusto..?"
Re Dado incrociò le braccia sul petto, inviperito. "Mi sembra tremendamente riduttivo, ma sì! In pratica è così! Perciò??"
"Perciò tra subordinato e superiore non c'è lo stesso..ehm.. scambio sociale che c'è tra due persone qualsiasi.."
E finalmente Re Dado capì.
"Oh.." esalò, sgonfiandosi come un palloncino.
"Essere un demone ha moltissimi vantaggi!" continuò Henchman. "Ma ciò comporta anche una certa professionalità!"
"Questo è vero!" confermò Re Dado, portandosi un dito guantato sul mento. "In effetti anche io sono diventato più professionale!"
Misurò la stanza pensosamente avanti e indietro mano sul fianco, quando all'improvviso, girandosi e scocchiando i tacchi, sbottò: "Però all'inizio veniva ancora a trovarmi! Ci scrivevamo pure, ti ricordi..?"
"Altroché! Ahah! La mitica posta infernale, prima che inventassero il telegrafo! Al Capo piaceva scrivere le letterine!" ricordò nostalgicamente. "Le aveva create per lei, sa? Le cassette delle lettere!"
"Le aveva.. d.. davvero?"
"Oh, sì, Signore! Non c'era nessun altro al quale scrivere nella parte di sopra! Il Capo adorava quel sistema, e adesso comincio anche a capire perché.." mormorò a voce bassissima, tra flashback vari del Diavolo beccato qualche sera a fare le fusa in mezzo ai cuscini del suo enorme lettone rosa, con un foglio e una penna in mano. O quando, parecchie mattine, lo aveva trovato a fissare la pittoresca cassetta nera di bronzo in attesa del fatidico: "TIN!"
"Che hai detto, Henchman?" chiese un Re Dado con un rinnovato brillio negli occhi.
"Nulla, Signore! Pensavo tra me e me.. che effetto le ha fatto trasformarsi in un demone??"
Re Dado lo guardò (e sì, per la prima volta lo guardò davvero) con genuino stupore. "Questa è una domanda che non mi aspettavo.. sai, nessuno me lo ha mai chiesto! Perché ti interessa?"
Henchman sbatté le alucce. "Beh, perché sa, una volta è successo anche a me, molto molto tempo fa! Anche se io non ero un umano.. Dah, ero più una specie di creatura locale! Me ne stavo in Arcadia, anche se allora non si chiamava più così..."
"Arcadia? Sembra il nome di un gioco d'azzardo.. Ma questo cosa c'entra con me?"
"E' che pensavo che per me è stato molto... bello, diventare demone! Come avere un upgrade! Ma è stato anche scioccante! Quindi pensavo.. chissà come dev'essere stato per un umano?"
CONTINUA.............
Notes:
Note storiche per il capitolo:
- L'episodio a cui fa riferimento Re Dado mentre sono sdraiati sul grano è la famosa rivolta dell'eggnogg, avvenuta a New York il 25 dicembre 1826, e c'era veramente Jefferson Davis, il futuro presidente degli Stati Uniti! Io ho aggiunto solo Re Dado al quadro, il resto è storia. https://en.wikipedia.org/wiki/Eggnog_riot
- Il Papillon come lo conosciamo ora è stato in effetti introdotto diversi decenni dopo, ma volevo dare a Re Dado l'aria di un genio incompreso in anticipo sui tempi. Nel mio universo, tuttavia, non le ha lanciate lui queste mode: lui è stato solo il "primo", come ci sono tanti eccentrici che esibiscono particolari capi d'abbigliamento molto prima che vengano lanciati. Un pò alla lady gaga.
- Satanael pare che sia il nome più accurato per questo personaggio, ed è presente con la variante Samael nel Talmud ebraico. Lucifero è molto più popolare, ma ho controllato, e sono due persone completamente diverse.
Chapter 5: Il Demone dagli Occhi Verdi
Summary:
La trasformazione in demone non è una cosa da tutti i giorni, specialmente su un mortale. E a giudicare dagli stralci di conversazione tra Satanasso e Stickler, non tutto è andato come da protocollo...
Henchman ormai ha intuito cosa può esserci stato (e forse cosa c'è tuttora) tra i suoi affezionati superiori, ma ancora non si spiega la ragione delle loro discordie.Nel frattempo, al cottage di Nonno Bricco, i fratelli-tazza e Miss Chalice scoprono qualcosa di incredibile!
Notes:
L'ultima parte coi ragazzi doveva essere nella fanfiction successiva (Ferragosto di Fuoco) ma ho pensato che avesse poco senso, perché poi avrebbe dovuto esserci un salto di 5 settimane.
(See the end of the chapter for more notes.)
Chapter Text
25 Dicembre 1827
Come saltò fuori, quel tipo di trasformazione in particolare richiedeva un bel pò di preparativi e anche uno spazio bello grande a disposizione.
Una volta compilato il contratto, Satanasso aveva ruotato il suo forcone per attivare la bella magia di teletrasporto che Re Dado trovava tanto spettacolare, e in un attimo si trovavano entrambi fuori dal Belvedere, sul parco collinare della città.
Come notte, bisognava dirlo, era una bella notte. Molto fredda, perché aveva nevicato e una spanna di neve morbida copriva il terreno come una moquette, ma non insopportabilmente fredda. (Re Dado ricordava molto bene l'inverno islandese!)
Era buia, ma non così buia: un sottilissimo spicchio di luna crescente faceva sì che le stelle filtranti dalle nuvole sporadiche ancora bianche e piene splendessero con aggressivo ardore. E poi, era domenica ed era Natale: molte case, chiese ed alberghi avevano finestre illuminate, e le strade più frequentate avevano ancora i lampioni accesi!
"Uuuh.. Guardi che vista, Grande S!" Esultò immediatamente Re Dado, cercando di abbracciare il panorama. "Vede, è per questo che lei è un pozzo d'ispirazione senza fine!!"
Poi, voltandosi verso di lui: "Pensi, mi sta già venendo in mente un'altra canzone da scrivere!! Ma.. di grazia, se posso chiedere.. che ci facciamo a Federal Hill? Non dovevo diventare un demone..?"
"Pazienza, mio sfarzoso bucaneve!" miagolò il tetro figuro, materializzandosi una sciarpa di lana rossa attorno al collo come un boa. "Devi sapere che questo incantesimo è una gran rottura di scatole: ci sono delle fasi da seguire!"
E detto ciò, un block notes rilegato di pelle nera fece capolino tra le sue unghie affilate, comparendo dal nulla come la sciarpa rossa.
"Vediamo.. com'è che era?"
"Dev'essere un bel pò di tempo che non fa una cosa del genere, Big D.." notò Re Dado, un filino preoccupato.
"Non è un bel pò di tempo che non lo faccio: non l'ho MAI fatto! E' diverso.."
"N.. NON L'HA MAI FATTO??"
"Pfft! No, perché avrei dovuto? Gli umani non dovrebbero diventare demoni, in teoria! Sono troppo debolucci! L'ho sempre fatto su altre creature mostruose o semidivine..." buttò lì con disinteresse, ripassando i punti.
"Urgh!! E.. senta.. non è che c'è il rischio che mi capiti qualcosa di orribile nel processo, vero..? Sa com'è, non si sa mai!" chiese Re Dado a mani congiunte, sudando nonostante il freddo.
"Hn! Tanto ormai hai firmato.. e non si può retrocedere una firma con me! Lo sai!" tagliò corto, violando con prepotenza il suo spazio vitale. "Preferisci aspettare sessant'anni, diventare decrepito e finire di per certo nella mia vault di anime..? Non credo proprio!!! Non vuoi che accada. IO non voglio che accada!" aggiunse con crescente irritazione.
"N..no infatti, Big D.." fece con voce tremolante, sistemandosi il prezioso colletto con un dito guantato.
"E poi, Stickler ha garantito che dovrebbe andare bene. Gli ho detto che se non sarà così, gli succhierò l'anima dal cranio. Non mi nutre in alcun modo, per me è come fumare un sigaro. Però mi darà enorme soddisfazione.." mormorò, guardando in basso.
"Oh..." bisbigliò dilatando le pupille
Già. I curiosi fatti dell'oscuro mondo mistico.
Forse il Demonio non era in grado di alimentarsi effettivamente dell'anima di un immortale.. Ma ciò non escludeva che potesse comunque farlo!
Dopotutto, una manciata d'erba non può certo sfamare un uomo affamato. Ma un uomo affamato può comunque provare!
In una circostanza più unica che rara, Re Dado si ritenne un idiota.
E mentre rifletteva sul fatto che mai, nella sua esistenza terrena o non, avrebbe sollevato la questione con il diretto interessato, una porzione di neve quadrata cominciò a sfrigolare ed evaporare alla sua destra.
Re Dado sussultò via con un salto, portandosi alle spalle del Diavolo mentre osservava una piccola guglia bronzea emergere dalla terra, seguita da una cabina alta più di tre metri chiusa da una porta a fisarmonica di ferro battuto.
Il fosco trabiccolo emerse dalla neve candida in un teatrale sfrigolio di scintille e caligine, emanando dal suo interno una luce tetra e rossastra.
Quindi il "PLIN!!" che fece quando si fermò fu parecchio anticlimatico.
"Ma cosa...??" esalò Re Dado, con voce acuta.
"L'Ascensore Infernale!" Spiegò Satanasso, annoiato. "Siccome stiamo per fare una cosa particolare, ci vuole un testimone..!"
"T.. testimone..???? Vuol dire che..??!!"
In effetti, a posteriori, Re Dado avrebbe riso giocosamente di se stesso (con se stesso, allo specchio..), perché si aspettava che da quella porta uscisse il peggio abominio.
Un mostro deforme, un orrore da incubo, una bestia insopportabile alla vista..
E certo, il Diavolo in effetti possedeva qualche sinistro orrore nascosto giù, nella profondità dell'inferno: ma, con enorme sorpresa di Re Dado, nulla di ciò uscì dai fumi vaporosi dell'ascensore quella notte di Natale.
Invece, ciò che emerse non appena le nubi dense si furono diradate, fu un tappo non più alto di un metro, dall'aria improponibilmente familiare.
Pelle verde, magro come un'acciuga, macrocefalo, occhietti cisposi nascosti dagli occhiali spessi. Niente di diverso da un comunissimo contabile, dei più odiosi e puntigliosi che si possano immaginare.
In sostanza, sembrava l'incarnazione di un acidissimo e serissimo lecca lecca al lime.
"Mezzanotte meno dieci minuti e dodici secondi precisi, come da prospetto iniziale." stridette lo stecco con la testa gonfia, facendo sparire un orologio da taschino ticchettante. "Le porgo i miei saluti, Signore. Assieme alla richiesta di conferma dell'avvenuta lettura del programma, ovviamente!"
"Sì, Stickler! Ho letto il.. programma!"
"Ah, questo è Stickler..?" fece Re Dado, osservando scettico quella specie di parodia di un bubbone verde. "Devo essere sicero, da come me lo aveva descritto sembrava molto più terribile!"
"Evidentemente non lo conosci ancora bene!" Poi, indicandoli a turno col forcone: "Dado.. Stickler. Stickler, ti presento Re Dado."
Re Dado gli si accostò di nuovo: "Ehehe.. Stickler! Che nome buffo! Glielo ha dato lei..?" gli fece a mezza voce, chinandosi appena sul suo orecchio, con un sorriso sulle labbra.
"....Sì..." rispose Satanasso, abbassando l'orecchio.
"E il nome lo descrive, eh? Che idea grazio.. cioè, appropriata!! Volevo dire che è appropriata! Sembra più il nome di un animaletto domestico che di un impiegato, il che lo trovo incredibilmente adorab.. AHEM!! Adatto!! Lo trovo adatto!"
"Sì." disse teso il Diavolo, incassando un pò la testa. "Vediamo di sbrigarci!!"
"Ma non diventerò come lui, vero..?" chiese preoccupato.
"Non.. non ne ho idea, in effetti!" realizzò Satanasso sbarrando gli occhi, perché per un momento la prospettiva lo terrificò assai. Poi, facendo spallucce: "Ma ci sono un sacco di incantesimi per cambiare aspetto! Vedremo di aggiustare la faccenda dopo.."
Re Dado deglutì. "Speriamo..!"
"Il mortale ha già ricevuto la domanda di rito..?" gracchiò Stickler dal basso della sua inevitabilità.
"No, Stickler!! Stavo provvedendo adesso!" ringhiò infastidito Satanasso. Poi si raddrizzò, si allontanò un paio di passi e assumendo una posa formale solennemente chiese:
"AHEM! Re Dado, dimmi: perché vuoi unirti alle mie schiere demoniache e servirmi nella mia crociata malefica contro l'umanità tua simile? Dai voce ai tuoi neri propositi!"
Re Dado sorrise con tutti i denti e fieramente enunciò:
"Per non crepare, restare sempre giovane e splendido e vivere nella bambagia procurandole anime in eterno, Grande S!"
Silenzio.
Re Dado passò lo sguardo da uno all'altro col ghigno ben stampato in faccia, ma in un primo momento nessuno dei due reagì.
E non capì il divertimento misto a imbarazzo risalente nel sorrisino tenuto a bada sul volto peloso del suo amico, finché Stickler non diede voce ai fatti.
"Questa risposta è ritenuta circolare e pertanto non valida!"
"Eh?? E che Diavolo vorrebbe dire..?" chiese Re Dado, rivolto al demonio.
Satanasso perse la compostura per tentare una spiegazione: "Ti ho chiesto perché vuoi unirti alle mie schiere, non cosa pensi di guadagnarci!"
"Ma in che senso? E' la stessa cosa..!"
"ERRATO." lo istruì Stickler. "La sua risposta riguardava i vantaggi che lei ritiene di poter trarre dal suo patto con il Diavolo. Tuttavia, trattandosi di un giuramento di fedeltà di tipo ultramonarchico-tirannico-assolutista al Signore dell'Oltretomba, come da articolo 26, comma 64-bis, lei è tenuto ad enunciare le sue motivazioni personali per giustificare la sua scelta di unirsi all'esercito del Male, signore!"
Re Dado (e anche Satanasso, visto che non aveva mai riletto il codice una volta in vita sua) lo fissò con gli occhi ridotti a due fessure e le rotelle che giravano.
"Le mie motivazioni personali sono i soldi e non crepare!" riprovò.
Stickler sbatté le ciglia, segno incontrovertibile che qualcosa dentro quell'enorme cranio verde stava venendo messo alla prova.
"Lei non sta vendendo l'anima al Diavolo per avere soldi e successo come tutti i mortali, signore." puntualizzò il diavoletto. "Sta giurando fedeltà ad un Re e si sta mettendo al suo servizio come suo demone. Ciò significa appoggiarlo nella sua causa e vivere per essa da qui all'eternità; e significa anche, come da articolo 38-comma 41, che pur di farlo dev'essere disposto a qualunque cosa, persino a rinunciare ai suoi personali vantaggi: questo include i suoi potenziali guadagni e persino la sua stessa immortalità!"
Una rotella cardinale andò al posto giusto, e gli ingranaggi nella testa cubica di Dado presero a macinare conclusioni esatte.
"Siccome si tratta di un giuramento di massima devozione, si suppone che lei sia spinto da motivazioni di tipo più rilevante di quelle che ha elencato. Pertanto, come da rituale, è tenuto ad esporle." concluse Stickler.
"OOOOHH!" esclamò Re Dado illuminandosi. "Ma ceeeerto! Ho capito!"
"Io... non ho capito!" fece Satanasso, confuso.
"Non si preoccupi, Grande S! Lasci fare a me! E' più facile di quello che crede!" disse. "Possiamo rifarla?"
"Uff! E va bene!! Qui si sta tirando per le lunghe!" sbuffò il Diavolo, riprendendo una postura maestosa, col tridente ben stretto in pugno.
"Allora, dimmi: perché vuoi unirti alle mie schiere demoniache e servirmi nella mia crociata malefica contro l'umanità tua simile? Dai voce ai tuoi neri propositi!" ripeté Satanasso.
E questa volta, Re Dado rispose (non senza un involontario brillio nelle pupille): "I miei neri propositi sono di farla spassare, ballare, cantare e ridere... e insomma, in sostanza sono di farla felice!"
A difesa del diavoletto verde, va detto che una motivazione del genere non era mai stata portata da nessuno che avesse mai approcciato il Diavolo per concludere uno dei suoi sinistri accordi.
Ma parve piacere molto al destinatario, perché Satanasso alzò un orecchio con interesse, bloccando con una mano in faccia uno Stickler che stava aprendo la bocca per protestare: "Questo non è un motivo plaus..!"
"Sì, lo è! Andiamo avanti!" ordinò entusiasta, e Stickler sistemò gli spessi occhiali andati giù di posto mentre indietreggiava di un paio di passi per la fase successiva.
E senza perdere altro tempo, Satanasso gonfiò il petto, inalando quanta più aria possibile e gonfiandosi come un palloncino... per poi soffiare fuori a tutta forza un serpente di fuoco che descrisse un ampio cerchio attorno ai presenti.
E dal punto in cui il cerchio si chiuse, il serpente proseguì a zig zag all'interno del cerchio (Re Dado dovette saltellare acrobaticamente via quando questo gli sfrecciò vicino al piede un paio di volte) fino a formare una stella a cinque punte.
Quando il disegno fu completo, un tuono sinistro fece alzare lo sguardo al mortale, per scoprire un aggrumo di nubi nere là dove prima c'erano batuffoli candidi con sprazzi di cielo stellato.
Di nuovo Stickler accostò il suo Padrone, che lo guardò come si guarda un orrido insetto che si avvicina alla caviglia.
"Richiedo la revisione del contratto come da protocollo, Signore!"
"Devi proprio..? Non possiamo saltarla, questa parte? L'ho visto io in persona! Non basta??" si lagnò.
"Inequivocabilmente no, Signore! Il controllo incrociato è necessario per accertare la firma del mortale!" disse, col solito malefico dito ossuto rivolto verso l'alto.
"Pffft!! Va bè, tieni!" sbuffò Satanasso, aprendoglielo velocemente davanti al viso...
...per poi riarrotolarlo il secondo successivo e farlo sparire di nuovo chissà dove.
Tuttavia, Stickler non sarebbe stato chi era se il suo campo di percezione visiva fosse stato meno preciso delle frecce di Guglielmo Tell, e quel secondo gli fu più che sufficiente.
"VERAMENTE, Signore, c'è un'irregol.."
"Non c'è nessuna irregolarità, Stickler! Hai visto le firme!!" soffiò Satanasso, schiacciando minacciosamente il naso rosso contro quello ricurvo dell'impassibile diavoletto.
"Data la sua ostinata riluttanza, devo dedurre che la.. singolarità del contratto sia stata una sua idea, dunque.."
"Esatto. Tutto è come deve essere. Chiaro??" sibilò abbassando di un tono la voce.
"Signore, sono costretto a ricordarle la potenziale pericolosità di questa circostanza più unica che rara!" disse atono. "Il mortale ne è a conoscenza?"
"..........No. E nemmeno deve. Tanto non gli interessa! A me invece interessa che ci diamo una mossa e che il mio, ehem.. acquisto, non invecchi di un'ora a partire da adesso!!"
"Eeeeehm.. va tutto bene laggiù? Sento che parlate del mio contratto!" chiese Re Dado, che nel frattempo tentava di cogliere qualche stralcio di conversazione, piuttosto inquieto per il proprio avvenire.
"Tutto a posto? Idoneità, scarmigli vari..? Non rischio di fare una fine orribile, vero..?"
"Tutto a posto, caro! Per ogni parte di te che avrà qualcosa d storto, un limbo di Stickler verrà brutalmente rimosso!" annunciò Satanasso scoprendo i canini.
Stickler emise un gemito di scontentezza.
"D'accordo.. allora, che devo fare adesso?"
"Adesso vieni qui e lascia fare a me!" disse, e si spostò al centro della stella di fuoco, saltellando oltre i rivoletti incandescenti per evitare il contatto.
Re Dado fece lo stesso, ma non poté trattenersi dal chiedere: "Hey Grande S.. prima l'ho vista uscire dal fuoco del caminetto! Credevo che le fiamme non potessero nuocerle in alcun modo!"
"Sì, ma questa è roba mia." spiegò il Diavolo, sistemandosi la sciarpina. "Non è un falò terrestre!"
"Ah, capito! C'è fuoco e fuoco.."
"Sì, bravo. Tienilo a mente anche tu, perché tra poco ti riguarderà di persona! TESTIMONE! Stai testimoniando??" miagolò.
"Sto accuratamente valutando la situazione, Signore! Le ricordo nuovamente di considerare in toto le possibili conseguenze della sua scelta, prima che diventi irreversibile!" gli fece Stickler, e Satanasso si chiese ancora una volta come fosse possibile parlare come se si starnutisse dal naso.
"Giusto, aspetta che considero!" disse, e rimase per due secondi con sguardo srafottente a fissare il nulla, strappando un risolino a Re Dado. "Ecco, ho considerato. Ora dammi la mano e ignora quella piattola!"
"Con vero piacere, Grande S!" rispose calorosamente Re Dado, stringendogli la mano destra.
Ma per qualche momento, Satanasso non fece assolutamente nulla.
Se ne stava lì, a guardarlo intensamente negli occhi, con un'espressione indecifrabile nelle sue iridi color rubino. Sentì la sua mano artigliata stringergli leggermente la sua, quasi un riflesso emotivo.
Re Dado scoprì che non riusciva a staccare lo sguardo dal suo. C'era quella vecchia, familiare corda bollente che risaliva lungo il suo braccio e gli stringeva il cuore come il nodo di un marinaio. Lo strano incantesimo che di tanto in tanto risaliva a ricordargli chi stava fulminando la sua vita da sei anni a quella parte.
Si sentiva ipnotizzato. Quello sguardo..
"Grande S va.. va tutto bene..?"
"Sì certo.." rispose quello, con voce incrinata. "Senti, caro, io..."
Ma le parole gli morirono in gola. Qualunque cosa stesse per uscire dalle sue labbra venne ricacciato indietro, e sostituito da un'autodisciplinante raddrizzata di spalle e un tono deciso: "Andrà tutto bene. Funzionerà. Supererai questa notte e vivrai per sempre."
Re Dado non riuscì a capire se stava rassicurando lui o se stesso.
E quello che subito aveva scambiato per calore corporeo, si trasformò in bruciore incandescente che risalì attraverso il guanto e dentro le ossa, fino a penentrare come un coltello attraverso il cuore, e da lì esplodere in ogni fibra del suo essere.
Non riuscì a registrare le parole rimbombanti in un una cacofonia cavernosa che uscivano dalla bocca di Satanasso, si limitò a subirle e a tatuarle nel suo essere come marchi di nascita, né si accorse di come gli occhi del suo amico emanassero più luce di una supernova.
Tutto quello che ricordò fu di star emettendo dei gridolini sconnessi e di avere la tremenda sensazione che tutto quanto si trovava tra la sua anima e l'esterno del mondo, da un momento all'altro non fosse più la stessa roba con cui era nato.
Ricordava anche una luce strana. Era come una non-luce piena di cose indefinibili. E ricordò di essersi disperatamente aggrappato con la mente a cose distraenti: frammenti di canzoni, sensazioni di danza, dadi, carte da gioco, gli applausi del pubblico, le prove allo specchio prima dei concerti..
Quando si fu riconnesso col mondo, la prima cosa che percepì fu che i suoi piedi non stavano toccando terra.
In effetti, si trovava almeno due piani sopra alle teste degli altri due, fluttuante nell'aria notturna e avvolto in una luce violetta.
Non fu esattamente ideale iniziare la propria carriera demoniaca con un gridolino isterico terrificato e una sgambettata in aria, ma quando ci pensò su fu troppo tardi.
Satanasso era a dir poco radioso: persino da quell'altezza, riusciva a distinguere chiaramente la genuina felicità sul suo volto peloso.
E presto l'odiosa voce di Stickler fendette l'aria fredda:"Il soggetto sembra sopravvissuto alla trasformazione." osservò.
"Bene! Significa che non devi più preoccuparti di un eventuale smembramento!" rispose entusiasta Satanasso, riportando verso terra il neonato demonio. "Allora, come va? Tutto a posto là dentro? Gli organi sono in ordine..?"
Re Dado poggiò i piedi a terra rigido come un paletto e con l'espressione di un macaco sotto allucinogeni.
"Sono.. a posto, direi!" fece, tastandosi il torso in cerca di anomalie. "Mi sembra solo.. Ehi!"
Si guardò sorpreso gli abiti.
"La mia giacca!"
"Sì, è uno dei miei colori preferiti!" confermò Satanasso, giulivo come non mai. "Incantevole, vero? L'hai messo solo una volta, quando ci siamo incontrati sei anni fa!"
"Ma certo, è.. molto fico, ma.. l'altra giacca dov'è finita?"
"E' così importante??"
"Beh, era molto di moda! Un pezzo unico! L'avevo fatta fare su misura e ne andavo fierissimo, vale un sacco di soldi.."
"Uff!! Va bene, va bene !" fece seccato il Diavolo. "Giù di sotto avrai tutto il tuo guardaroba, e ci sarà anche quella giacca. Sei contento, mio vanesio prodigio?"
Re Dado lo guardò incerto. "Giù di sotto, Grande S?"
"All'Inferno!" gli scandì lui. "Dove stanno i demoni. E' ovvio! Tu sei un demone adesso, e pertanto appartieni all'Inferno e rispondi esclusivamente a me."
Ciò detto, con un colpetto di forcone materializzò uno specchio tanto alto da prendere per intero tutta la prominente figura del demone.
"E come vedi, non è cambiato quasi nulla.."
Dopo un primo istante sussultorio, Re Dado cominciò a fare quel che faceva sempre.
Ritenersi splendido.
"Oh ohoh, ehilà, baby!!" fece al suo riflesso, specchiandosi da diverse angolazioni. "Ma quanto siamo ganzi con questa nuova, diavolesca suite!! E.. aspetta un attimo!"
Frenò bruscamente il balletto che stava inventando sul momento per osservarsi meglio.
"Cos'hanno i miei occhi?"
"Ah quelli? Niente di che, una manifestazione del tuo potere demonico. Puoi nasconderli in qualunque momento!" rispose laconico Satanasso.
"E.. come faccio a nasconderli..?"
"Che ne so! E' roba tua! Vedi tu come puoi fare.."
E Re Dado, agendo d'istinto, scosse la testa violentemente provocando un deciso rumore di dadi.
Quando si guardò allo specchio di nuovo, le iridi verde smeraldo luminose nei suoi occhi erano tornate del color giaietto che conosceva bene.
"Oh, beh, è stato facile!"
"Perché, stavi bene con quegli occhi minacciosi, bambolone!" gli rispose il se stesso dall'altra parte dello specchio.
"GASP!!!"
"UH, giusto!!" si esaltò Satanasso, battendo le mani. "Parlando di poteri.. vediamo cosa sai fare!! Urla fotoniche..? Superforza..? Sai volare?? Il riflesso cosa fa..?" disse, saltellando intorno alla scena come un bambino attorno ai regali di natale.
"Non lo so! Cosa fai, a parte essere splendido..?" chiese Re Dado al Re Dado riflesso.
"Ti dico quanto sei splendido, ovviamente!" rispose quello, ammiccante.
"Oh, che mascalzone!!" si crogiolò, portando una mano alla guancia arrossata.
Satanasso tirò indietro le orecchie.
"E non fa altro?" chiese secco.
"Beh, direi che questo basta e avanza.." mormorò suadente, con tutta l'aria di voler zompare nello specchio da un momento all'altro.
"Bene." sputò Satanasso, acido. "E tu cosa sai fare..?"
"Lo sa? Non ne ho proprio idea!! Ma immagino che al momento giusto lo capirò! Per il momento conta che.. SONO IMMORTALE!! Yo-hooooo!!!" gridò facendo un gran salto avvitato in aria.
E mentre si esaltava e ballava per i fatti suoi, Stickler accostò il suo nero padrone (che ora come ora contemplava la scena in dubbioso silenzio), per offrire la propria considerazione sulla faccenda.
"Ritengo che il signor Re Dado sia attrezzato di poteri meno lampanti rispetto agli altri demoni, Signore!"
"Aspetta, cosa vuoi dire? Che ha dei poteri noiosi??" fece allarmato Satanasso.
"Non comprendo appieno la sua domanda, Signore.. Ma in effetti, deve considerare che gli umani sono creature estremamente complicate. La sua neonatura demonica potrebbe comportare doti sconosciute e.."
"Sì, sì, va beh, ho capito. Poteri noiosi! Per me stesso, che disdetta!.." sbuffò seccato, incrociando le braccia. "Che ci fai ancora qui, comunque?? Guarda che non c'è più bisogno del testimone!"
"Con il suo permesso, Signore, dovrei istruire la recluta circa i suoi compiti come abitante ufficiale dell'Oltretomba, visto che alla luce dei fatti, lei non ha nessuna voglia di farlo!"
"Stickler, non ce n'è minimamente bisogno. E poi, se cominci a parlare tu finiremo tra un secolo!!"
E con uno schiocco di dita fece sparire lo specchio, per grande delusione di Re Dado che nel frattempo aveva ripreso a flirtare con la propria immagine.
"Senti un pò!" gli rifilò il Diavolo, anticipando le sue proteste. "Te la faccio breve: puoi semplicemente continuare a fare quello che fai sempre!"
"Cioé tenere spettacoli, incontrarmi con lei e divertirci alla faccia dei mortali?? - Ohohoh, mortali..! Come mi suona bene, adesso che posso dirlo davvero!!"
"Già. Mi.. servono delle anime fresche periodicamente, sai.." gli disse, accarezzandosi pensosamente la coda. "I miei migliori demoni là sotto, quelli più grossi e cattivi, me ne portano almeno una a settimana..!"
"Non aggiunga altro, Grande S!" si impettì, vagamente infastidito dalla menzione di diversi probabili rivali. "Il suo Numero Uno non la la lascerà un giorno a bocca asciutta! Le fornirò così tante anime che presto la parte di sopra somiglierà a un deserto!!"
E siccome nel dire queste parole il tono si era incupito, il sorriso si era fatto largo e minaccioso e le iridi avevano ricominciato a brillare di verde, Satanasso e Stickler si scambiarono l'unica occhiata compiaciuta della loro storia.
"Suggerisco che venga immediatamente inserito nell'entourage lavorativo tramite regolare collocamento mirato, Signore!" disse Stickler.
"Suggerimento accolto!" accordò Satanasso.
Ma quella notte di Natale, durante i festeggiamenti che seguirono, spesso Re Dado si trovò a cogliere un atteggiamento peculiare da parte del suo nuovo amico e sovrano. Tra le pause, in mezzo ai balli, banchetti e goliardie che l'Inferno improvvisò per celebrare l'arrivo di un nuovo, fiammante demone, spesso il Re degi Inferi si fermava ad osservarlo in silenzio, coi grandi occhi luccicanti di stelle e quel sorrisino adorabile appena abbozzato, che ormai conosceva bene.
Re Dado, essendo abituato ad essere adorato come un rarissimo pezzo da museo, non comprese mai la tenerezza dietro quegli sguardi, e nemmeno l'enormità di quanto era successo. Perché, esattamente come il suo Signore Infernale, detestava tornare a leggere i contratti una seconda volta.
21 Giugno 1937
"..E fu così che diventai un Demone!" concluse Re Dado, accompagnato dall'applauso felice di Henchman.
"Bravo!! Che storia appassionante!! Dovrebbe proprio scrivere un libro sulle sue imprese, un giorno!"
"Grazie, Henchman!" sospirò fiero di sé il Primo Demone, esibendo un inchino plateale. "Ma i libri mi annoiano! Magari ci farò su una canzone! O ancora meglio, un album!"
Ma dentro si sé, Henchman pensava e pensava. E ricordava la sua conversazione con Stickler, e il riserbo di questi riguardo al contratto dello showman.
Quindi il contratto di Mr. Re Dado ha davvero qualcosa di diverso..
"Ha mai più rivisto il suo contratto, dopo quel giorno?" chiese con discrezone.
"No. Perché avrei dovuto?"
MOLTO interessante, pensò.
"Non saprei! Magari per.. nostalgia?"
Re Dado sembrò considerare seriamente la cosa, per qualche istante.
"Effettivamente.. sarebbe proprio un bel ricordo da tenere appeso nella mia stanza, giù all'Inferno, incorniciato lussuosamente come merita! In realtà non sapevo nemmeno di poterlo vedere di nuovo! Non è proprietà del Grande S?"
"Per un demone è un pò diverso rispetto a quelli dei comuni mortali!" spiegò Henchman. "Solo il diretto interessato, il Capo e Stickler possono rivelarne il contenuto!"
"Ah, quindi volendo potrei richiederlo?? E dove potrei trovarlo, ne sai qualcosa?"
"Daaah, il mio è nell'Archivio, Signore! Certamente anche il suo sarà lì.."
Re Dado soppesò l'informazione attentamente.
"Hmmmm.. Beh, grazie per avermelo detto! Quando tutto questo sarà terminato, e avrò un attimo di tempo libero, mi dedicherò ad abbellire ulteriormente la mia stanza con il miglior cimelio della mia vita.."
"V-vuole dire che per ora non lo cercherà..?"
"No di certo, Hanchman! Hai detto che è nell'Archivio, giusto? Allora ci vorrà una vita per trovarlo lì.."
"Può sempre chiedere a Stickler!" tentò Henchman. "O direttamente al Capo! Dopotutto è un suo diritto poterlo visionare.."
"Sì, ma non voglio essere inopportuno chiedendolo al Grande S! Non so, mi suonerebbe molto maleducato! E per quanto riguarda Stickler.. Beh, può essere molto logorroico! Meglio approcciarlo in un momento in cui non sono per nulla stressato.."
Cioé mai, pensò Henchman. Dannazione.
Ormai era sicuro al 100%: ci doveva essere una correlazione tra le stranezze del contratto di Re Dado e la strana situazione attuale. Ma se avesse aspettato i tempi di Re Dado, non sarebbe mai venuto a capo di quel mistero. Avrebbe dovuto trovare un altro modo per scoprire cosa c'era di peculiare nel suo contratto, che lo distingueva dagli altri demoni..
Ma per il momento decise di lasciar cadere l'argomento. Non aveva intenzione di testare la pazienza del Primo Demone fino a questo punto..
"Lo sa? Mi ricordo perfettamente quando è sceso per la prima volta!" sorrise Henchman, alzandosi dal suo posticino da spettatore e svolazzando nei pressi del suo illustre collega. "Oh, cavoli, che bella serata è stata.. Ha steso l'Inferno, con le sue canzoni!"
"Eeeeh, già! Fu proprio una festa gloriosa.. Terrificante, ma gloriosa!" ricordò. "Quanto darei per tornare a quei tempi.. Capisco che il Capo sia sempre molto occupato, ma come mai di punto in bianco ha smesso di venire a trovarmi..?"
Si voltò verso il diavoletto, che aveva immediatamente smesso di sorridere.
Anche se non poteva saperlo, nella testolina di Henchman stavano turbinando i pensieri più nuovi, mentre si sforzava di raccogliere furiosamente i pezzi di un puzzle che non avrebbe mai sospettato di dover comporre mai.
Che il Diavolo avesse una vita privata era già strano da pensare, se non si era il suo valletto personale. Ora però si trovava davanti ad una possibilità che aveva del paradossale.
E non poteva certo far finta di niente.
"Henchman, tu sei sempre al suo fianco. E per sempre intendo sempre." cominciò Re Dado, scrutandolo attentamente.
"Lo segui dappertutto e lo servi in ogni suo capriccio. E va bene, forse non parlerà mai di me.. Magari è troppo distratto dalle sue insondabili e cupe perfidie per dedicare un pensiero al suo Numero Uno.." disse, con una puntina-ina-ina di risentimento nella voce. "Eppure le mie canzoni e le mie danze gli piacciono ancora! Ma tu devi avere un'idea del perché, le rare volte che sale in superficie, non passa più nemmeno per sbaglio a condividere le sue diavolerie con me!"
"Eeeeeeeehmmm.." fece Henchman, incerto.
Poi, un'idea geniale balenò in mente: perché, nonostante tutto (anzi, adesso più che mai!) aveva davvero pochissima voglia di raccontare a Re Dado cosa esattamente faceva l'incantesimo delle bolle rosa autodisciplinante.
"In realtà l'accordo era che le avrei parlato di quell'incantesimo.. ma dato che non l'ho ancora fatto, che ne dice di cambiare i termini finché siamo in tempo..?" ci provò Henchman, con tono petulante.
L'uscita inizialmente infastidì il Primo Demone: come si permetteva quel diavoletto ladro di cercare di fregarlo cambiando le carte in tavola all'ultimo secondo?
Ma non durò molto, perché in fondo a Re Dado piacevano moltissimo i giochi d'astuzia e d'inganno.. E doveva ammetterlo, dopotutto il Diavolo non aveva scelto un servetto insipido come aveva sempre pensato.
"Aspetta.. che intendi dire?" chiese, intrigato.
"Magari, invece che raccontarle di una sciocchezza come quella, potrei aiutarla a capire cosa è andato storto tra lei e il Capo, così che le cose possano risistemarsi!" disse Henchman, cogliendo subito la palla al balzo. "Dopotutto ce la passavamo assai meglio tutti quanti quando voi due andavate davvero d'accordo! L'Inferno era sempre pieno di anime, il Capo sempre di buonumore e alcuni diavoletti riuscivano persino ad andare in vacanza!"
"Humm.. e tu.. pensi di poterlo fare?"
"Daaah, ho un leggero sospetto riguardo alla faccenda, Signore! Ma ho bisogno di fare qualche accertamento prima, sa com'è.. dopotutto si tratta di una questione importante!"
"E mi garantiresti una soluzione valida?"
"Più che valida, Signore!! O quantomeno, una risposta chiara.." aggiunse, pinanin pianino.
Re Dado si guardò intorno, ammirando l'opulenta eleganza del locale in allestimento, e pensò: Che diamine.. sono il suo braccio destro, il suo campione.. e non riesco nemmeno a capire perché il mio caro amico sia diventato così arruffato!
Non c'era molto altro che potesse fare, in effetti.
Porse con determinazione la mano destra al diavoletto.
"Allora, abbiamo un patto..?"
Henchman sprizzò gioia da tutti i pori, afferrando solennemente la mano guantata.
"Abbiamo un patto, Signore!"
E quella stramba alleanza segnò l'inizio della fine dell'Inferno per come lo si conosceva.
Ma di queste folli storie si parlerà più avanti, in altre occasioni.
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Lontano dal Casinò in costruzione, su Isola Calamaio 1, un'altro mistero stava per essere svelato.
Nello specifico ci dobbiamo spostare in un piccolo cottage a forma di teiera nel nordovest dell'isola, più precisamente nella cucina, e ancor più precisamente nella zona frittelle. I due fratelli-tazza e la loro amica aspettarono in silenzio la parola del nonno, come due pazienti aspettano il responso del medico.
Nonno Bricco li fissò dalla cima dei suoi occhialetti.
"Mi raccomando, ragazzi! Non dovete rivelare a nessuno quello che state per vedere..!"
Cuphead, Mugman e Chalice si occhieggiarono sbigottiti, mentre il vecchio bricco tirava verso il basso una delle spatole rivolta-frittelle appese sopra la piastra.
Immediatamente una piattaforma si abbassò nel pavimento, ai piedi dei ragazzi. Nonno Bricco vi salì, trascinando i fratelli con sé per scendere in fondo, in fondo..
Saltò fuori che era un meccanismo a braccia robotiche!
"GASP!! Nonno!! Avevamo un sotterraneo segreto e non ci avevi detto niente..?" disse Cuphead.
"No, in realtà è solo la cantina! L'ho espansa un pò per avere più spazio in cui lavorare..!" fece laconico.
"E questo, allora?!" chiese Mugman, indicando la piattaforma.
"L'ho fatta fare al Dottor Mark Ingegno! Mi sembrava un'entrata ad effetto..!"
"Ma allora c'è qualcuno che sa di questo posto!" notò Chalice.
"Ma perché non portate un minimo di pazienza?!" borbottò Nonno Bricco. "Il segreto non è la cantina! Tutti sanno che ho una cantina! Ma qui sotto sto lavorando ad un progetto molto speciale.."
La stanza che scoprirono era tutta luci colorate di lampadine di recupero, damigiane di succo di frutta e giare di té e conserve varie..
Ma c'era anche qualcosa di molto particolare al centro: un piccolo laboratorio improvvisato, con alambicchi, provette e mortaio.
C'era anche un grande pentolone al centro! Sembrava quello che si vedeva illustrato nei libri sulle streghe.. e ribolliva di una pozione color celeste chiaro.
E, in un angolo, un vecchio oggetto familiare multicolore risplendeva ai bagliori del locale.
"Ma quello è...!" esclamarono i ragazzini, indicandolo.
"L'Uovo delle Uova! Esatto!" disse Nonno Bricco. "O almeno, quello che rimane del guscio! Sapete.. quando lo avete portato a casa, a Pasqua, non ho potuto fare a meno di pensare che nascondesse ancora tanta magia..!"
Cuphead e Mugman corsero a guardarlo da vicino, scoprendo che il buco dal quale era fuoriuscito Hopus Pocus si era allargato parecchio.
"Acciderba, era davvero splendido!" disse Chalice.
"Vuoi dire che hai fatto delle pozioni usando l'Uovo delle Uova..?" esultò Cuphead.
"Precisamente, ragazzi!" sorrise Nonno Bricco. "E non avete idea di cosa ho scoperto.."
Nonno Bricco stagliava gagliardo come un conquistatore vittorioso sul banco delle provette.
"Io francamente non credevo che ci avresti ricavato qualcosa, a parte una bevanda un pò più speziata del solito!" disse Mugman, appeso al pentolone. "Quindi questa è una pozione magica?"
"EEESATTO, ragazzi! Ma va ancora testata!"
"E allora come fai a sapere che è magica..?" fece scettico Cuphead.
"Deve esserlo! Se è magico il guscio, sarà magica anche la pozione! Dovevo solo trovare il modo di stabilizzarlo con degli elementi giusti, ed è stata una faticaccia!" Il nonno assunse l'aria lezza del vecchio filibustiere da trincea. "Ho dovuto allungare qualche mazzetta a Porkrind per alcuni materiali.. ma ne è valsa la pena!"
"Però non sai cosa fa.."
"Questo, ragazzo mio, non è esatto!" disse il nonno prendendo un mestolo e preparando tre ampolle di sostanza azzurrina. "Ho già testato questa roba su un pò di animaletti! Ha dato risultati straordinari..!"
"Aspetta un attimo! Hai testato sugli animaletti..?" chiese intristito Mugman. "Vergogna, nonno! Ma poverini! E se gli succedeva qualcosa..?"
"Ma che vuoi che gli succeda? E' pur sempre un guscio d'uovo! E infatti stanno tutti benissimo! Anzi, hanno acquistato delle capacità incredibili!"
"Uuuh, davvero?!" disse Chalice, guardandosi intorno frenetica. "E dove sono adesso?? Dove li teni?! Possiamo vedere i loro poteri??"
"Ehm.." il nonno assunse un cipiglio colpevole. "Veramente sono tornati tutti a casa loro da un pezzo.. Lo scoiattolo, il topino, il piccione.."
"Grandioso! E allora come facciamo a sapere se funziona?" chiese Mugman.
"Beh, che avrei dovuto fare? Tenerli prigionieri?! Vergogna, Mugman!! Ma poverini!! E poi, non vi fidate della parola del vostro Nonno Bricco..?"
"NO!" dissero tutti, in coro. "Vogliamo i fatti!"
"Piccoli bastardi ingrati.." mugugnò Nonno Bricco. "Ascoltatemi bene, ragazzi: questo potere non vi renderà violenti, a meno che voi non lo usiate a tal proposito!"
"Che vuoi dire, a che ci serve?!"
"Lo vedrete!! Su, da bravi, bevete la pozione..!"
"NO, GRAZIE!!" Esclamarono insieme Cuphead e Mugman. "Non per dire, ma non sappiamo cosa ci fa!"
Chalice invece, dal canto suo, inclinò la testolina pensierosa studiando le provette.
"Hmmm.. E se facessi io da cavia, ragazzi? Dopotutto sono già morta: cosa potrebbe andare storto?"
"Giusto: testiamola su Chalice! Non può certo morire di nuovo!!" approvò Cuphead.
Mugman si fiondò fra lei e la provetta allungata da Nonno Bricco, preoccupato come non mai: "NO!! Che dici, è roba magica!!"
"Sì, e quindi? Oh..!" sussultò la ragazza, realizzando la situazione. "I fantasmi non sono immuni alla magia.."
"Già.. potrebbe essere addirittura più fatale, per te!"
"RAGAZZI, andiamo! Vi farei mai qualcosa di letale??" protestò Nonno Bricco, al culmine dell'indignazione.
"SI'!!" risposero quelli. "Come quando hai messo le tagliole per farci fuori, quando credevi che ti volessimo accoppare!" disse Cuphead.
"O quando hai tentato di mangiarci, la volta che eravamo trasformati in caramelle!" ricordò Mugman.
"O quando.."
"Oh, FANFALUCHE!! Erano circostanze estreme!! Vi ho detto che gli animaletti stanno benone!"
"PER ORA!" disse Mugman. "Aspettiamo qualche mese, non si sa mai.."
"Vedi, nonno.. l'ultima volta da quella cosa è uscito un coniglio assassino che ci voleva uccidere! E la sua magia di sicuro non era buona.." spiegò Cuphead, guardando il bel guscio colorato. "Magari hai ragione.. Magari può essere una cosa utile! Ma preferiremmo aspettare un pochetto di più, se non ti secca!"
Nonno Bricco sospirò, carico di delusione, voltandosi e ponendo le provette in dispensa.
"Come desiderate, ragazzi! Peggio per voi, comunque: vorrà dire che rinuncerete agli incredibili superpoteri di questa pozione magica..! Ma capisco, aspetterò che siate pronti!"
E dietro di lui, Chalice e Mugman dovettero reprimere la follia crescente di Cuphead di voler a tutti i costi provare il nuovo "superpotere" a rischio di reazioni ignote.
"Grazie, Nonno Bricco! Quando ne avremmo bisogno, ci penseremo su!" disse Mugman, schiacciando per terra il viso di Cuphead per il manico.
"Ci conteremo di certo!" Aggiuse Chalice, piantando un ginocchio nella schiena dell'amico, tentando di bloccargli le mani.
Ma nessuno dei tre ragazzi aveva davvero idea di quanto sarebbe stato utile poter sparare raggi energetici dalle dita, da lì a poche settimane..
FINE! (Per ora... ci vediamo a Ferragosto!)
Notes:
Eeeee questo è quanto! Questa Fanfiction era pensata come trasitoria, per approfondire il personaggio di Re Dado ed immergersi meglio nella sua strana, deviata psicologia. Non l'ho precisato nella fanfiction, ma Satanasso lo ha vestito con la sua classica suite violetta che si è portato fino agli anni 30! Ci vediamo a Ferragosto, per la prossima fic! :D