Chapter Text
-Alex?- ripeté confuso Marc con più decisione, parandosi davanti a suo fratello, accigliato e con la bocca spalancata.
Si chiese velocemente come fosse arrivato lì… Sia lui che il fratello.
Venti minuti prima chiacchierava con Franky dello strano ambiente che si respirava in casa, causato da chissà che casino tra Marco, Celestino e Pecco.
E adesso si trovava a guardare suo fratello seduto, fin troppo vicino a Luca, sul divano di casa di Valentino.
I ragazzi attorno a loro non si curarono dell’arrivo di Marc, tanto meno della faccia sconvolta e accigliata che aveva.
Continuavano a chiacchierare tra loro tranquillamente, ridendo e scherzando come se nulla fosse.
Marc era così occupato a guardare il fratello che degli altri se ne fregò alla stessa maniera.
Per un momento, però, si domandò se Marco e Celestino stessero chiacchierando con gli altri. E se Pecco, che era la voce che si sentiva di più, stesse davvero a pensare a quel che diceva.
Ma sinceramente, a lui che gliene fregava?
Aveva un nuovo, ma vecchio, problema di nome Alex Márquez.
-Allora, non mi saluti più? Abbracciami, vecchio.- Alex, facendo finta di nulla, con un sorriso nascosto che tradiva molte cose, afferrò con forza le braccia del fratello, tirandolo giù per abbracciarlo.
Marc, come un fantoccio, si fece abbracciare dal fratello.
-Marc? Non sei felice che Alex sia qui?- chiese Luca, facendo un sorriso genuino e privo della malizia dell’altro.
Lo spagnolo balbettò un po’ qualcosa di confuso, poi scosse la testa: -No, solo… È stato inaspettato.-.
Luca e Alex risero all’unisono, e Marc poté solo sentirsi stupido mentre li guardava.
Okay, adesso aveva tre problemi!
Luca e Alex.
Marco, Celestino e Pecco…
E il peggiore.
Valentino.
A quel punto, attirato probabilmente dalla confusione tipica dei ragazzi che proveniva dal salotto, Valentino entrò.
Il suo sguardo finì immediatamente su Luca e Alex, e dopo un secondo alzò la mano in saluto allo spagnolo appena arrivato.
-Ah… Alex.- si limitò a dire, con un accenno di sorriso, prima di sparire nuovamente verso il corridoio che portava alla sua camera.
Alex aveva velocemente ricambiato il gesto, causando una smorfia indescrivibile a Marc.
Marc che, appena riportato lo sguardo sul fratello, gli disse poche semplici parole, quasi sussurrate: -Dopo ci facciamo una bella chiacchierata.-
A quel punto, sparì anche lui, lasciando su Luca una faccia confusa che però si tramutò velocemente in una risata condivisa con Alex.
A cena Marc sperava di affogare nel bicchiere ed eliminare tutti i problemi una volta per tutte.
Peccato che non fosse in una storia fantasy, ma nella dura e cruda vita vera.
Eppure, la convivialità che ormai si sorbiva da giorni e la presenza di suo fratello rendevano tutto più caldo e familiare.
Ma lui, in quella familiarità, per quanto la invidiasse, non ci voleva proprio stare.
Il mormorio divertito.
I piatti e le posate che sbattevano.
Il profumo della cena.
Quando entrò in cucina, tutto ciò si scagliò contro di lui come una coperta pesante, e lo avrebbe appesantito per tutto il tempo…
Non ne aveva proprio voglia.
Ma paradossalmente era tutto “bellissimo”.
Ecco… forse “bellissimo” era un po’ troppo.
Marco e Celestino non si incrociavano nemmeno.
Pecco li guardava in pena.
Luca e Alex gli ridevano dietro a ogni passo, e quando Marc si girava loro gli sorridevano.
Valentino teneva un po’ troppo gli occhi su Marc. Troppo.
Dal totale disinteresse a quello. Sì, troppo!
Andrea e Franky sembravano semplicemente una vecchia coppia.
Patetico.
Patetico come Marc si meritava.
Ma il vero culmine della cena arrivò quando, mentre tutti si stavano per sedere a tavola, Valentino parlò: -Alex lo mettiamo in camera con Luca, no?-.
Marc si bloccò di colpo alzando la testa sugli altri.
-Eh?- esclamò, facendo girare tutti verso di lui.
-Cosa? C’è qualcosa che non va?- rispose immediatamente Valentino, con uno sguardo sinceramente confuso.
Marc, resosi conto dell’exploit appena fatto, scosse la testa sedendosi. -No, dico… Ah.- disse poi, alzando le spalle con una finta indifferenza patetica.
A farlo imbestialire soltanto di più fu il sorrisetto di Alex.
-Piccolo bastardo…- mormorò, mentre nella stanza risuonava un “buon appetito”.
Mentre gli altri si preparavano per guardare un film, probabilmente l’ennesimo di Aldo, Giovanni e Giacomo, Marc si preparava mentalmente il discorso da fare al fratello.
Così, quando tutti si diressero in soggiorno tra mille chiacchiere, lo spagnolo era appoggiato cupamente a una parete, aspettando l’altro.
L’ultimo a passare fu Alex, che si fermò prima di entrare, girandosi verso il fratello con una faccia divertita e un sopracciglio alzato.
Marc si limitò a fargli cenno con la testa di seguirlo fuori, e si incamminò.
Fuori, dopo che Alex l’aveva seguito ridacchiando e scuotendo la testa, Marc si fermò a fissarlo e poco dopo, senza dire niente, lo fece sedere di forza sullo scalino della porta.
-Cosa sei venuto a fare, eh?- gli chiese, ma Alex alzò solamente le spalle.
-Ti ho chiesto una cosa. Hai limonato così tanto con Luca che hai perso l’uso della lingua?- chiese poi, spalancando leggermente gli occhi alla sua stessa frase.
Alex si sforzò ancor di più per non ridere, e gli uscì una frecciatina in cambio: -E tu? Hai perso l’uso di qualcos’altro con Vale?-
Marc sbuffò e lasciò andare una pacca sulla testa del fratello che, a quel punto, iniziò a ridere sguaiatamente.
-Ma la smetti? È una situazione critica e tu fai il cretino…-.
-Critica lo sarà per te, fratello. Io sono venuto qui per divertirmi e lo farò anche se tu non collabori.-.
-Ah, certo. E ti ha invitato Luca, fammi indovinare.-.
-Esatto!-.
Marc scosse la testa, non credendo nemmeno lontanamente alle parole che il fratello stava farfugliando tra le risate.
Ma Alex era sincero, fin troppo, e a quel punto sbuffò leggermente.
-Dai, Marc, non penserai davvero che mi sono presentato di mia spontanea volontà solo per romperti le palle?-.
-Sì invece, è proprio quello che penso.-.
-Tu sei proprio pazzo, il nono dà alla testa a tutti allora. È un dato di fatto.-.
Marc incrociò le braccia, fissando accigliato Alex, che però sorrideva nell’ennesimo tentativo di non scoppiare a ridere.
-Marc… Questa è una questione tua e solo tua, purtroppo. Sai quanto vorrei aiutarti, no? Peccato che non possa, anche perché non saprei come. Insomma, accendi il cervello. Fammi godere un po’ Luca e rimetti a posto ciò che devi con suo fratello…-.
Le parole di Alex, dette con quella voce sincera mascherata da alcune risatine, colpirono Marc come uno schiaffo.
Non si sarebbe mai aspettato qualcosa di tanto saggio da Alex.
Tanto meno in una situazione del genere, su un argomento del genere.
-Apri gli occhi.- disse poi il fratello più piccolo, facendo tornare l’attenzione di Marc su di lui.
-Apri gli occhi?- ripeté piano, con l’altro che annuiva.
-E anche qualcos’altro…- detto quello, Alex alzò le spalle, mordendosi la guancia per non scoppiare nell’ennesima risata, che quella volta sarebbe stata il culmine.
Marc si accigliò e, capendo il doppio senso non richiesto, afferrò il fratello (troppo occupato a ridere, adesso) per farlo alzare e buttarlo dentro casa.
-Fanculo.-.
-Dai, Marc!-.
Marc restò solo fuori, con il freddo che si infilava ignorantemente dentro il suo maglione e lo faceva tremare.
Eppure, sentì qualcos’altro.
Un brivido, ma non di freddo.
Non era un sentimento.
Era una sensazione.
Quella sensazione lo portò a girarsi, guardandosi attorno.
A quel punto cercò qualcosa nelle finestre buie della casa, e lì, a far capolino, sembrava esserci una figura.
Anche se non vide nessuno di concreto, sapeva che qualcuno era lì.
A guardarlo. E non era un’ombra che il suo cervello aveva creato nel buio…
-Apri gli occhi, Marc…- si mormorò, scuotendo la testa
