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Emarginati

Summary:

L’idea generale di questa storia mi è venuta pensando al fatto che gli Shadowhunters amano una volta sola e ferocemente e se Alec per questa ragione fosse un emarginato deluso dall’amore e poi avesse incontrato Magnus che cosa sarebbe successo?

Chapter 1: Prologo

Chapter Text

Prologo

Sapeva che avrebbe pagato caro quello che era successo quella sera. Era sicuro che Clary non gli avrebbe creduto e, di conseguenza neppure Jace lo avrebbe fatto. Per non dire che nessuno lo avrebbe voluto, perché gli Shadowhunter “amano una volta sola e ferocemente” e nessuno si sarebbe preso lo scarto di qualcun altro.

Adesso era questo, un reietto.

La runa matrimoniale che poche ore prima il suo promesso gli aveva fatto sulla mano, quello che credeva la sua anima gemella, si era dissolta, come se non fosse mai successo.

Aveva freddo ed era in una strada ad Alicante non lontano dalla Guardia. Stava piovendo e non sapeva dove andare.

 

Dieci ore prima.

 

Alec era al settimo cielo oggi avrebbe sposato il suo promesso, Jonathan.

Jace era il suo suggenes, invece Clary sarebbe stata quella del suo fidanzato, presto marito.

Mancava poco, aveva appena finito di vestirsi con un completo spezzato, quando qualcuno bussò alla porta. Era Jace che entrato gli chiese:

“Nervoso?”

“Un po'”

“È normale, lo ero anch’io io.”

“Guarda che ero lì mentre andavi avanti e indietro, pieno di dubbi che non fossi abbastanza per lei.”

“Già! Comunque, bello questo completo spezzato, ti sta davvero bene, Izzy ti ha consigliato bene.”

“Avevo dei dubbi all’inizio, giacca bianca pantaloni neri, ma quando me lo sono visto addosso, mi sono convinto. Adesso però è ora di andare!”

Insieme si avviarono verso l’ingresso dove li attendeva un portale che li avrebbe trasportati ad Alicante, nella sala dove si sarebbe tenuta la cerimonia.

 

Aveva conosciuto Jonathan un paio di anni prima, quando, il suo quasi marito, aveva ritrovato sua madre e sua sorella. Ma non ci aveva veramente mai davvero parlato. Solo dopo il matrimonio di Jace e Clary si erano avvicinati, complice il fatto che erano i due suggenes.

Jonathan aveva avuto una vita difficile. Jocelyn, sua madre, era la ex moglie di Valentine, quest’ultimo le aveva fatto credere che sia lui, che il figlio maggiore, fossero morti nell'incendio della casa dei genitori di Jocelyn.

L'ex marito di Jocelyn, invece, aveva rapito il loro primogenito usando l‘incendio come copertura. Jonathan, non vedendo il ritorno del padre a Chernobyl da una missione che secondo Valentine li avrebbe fatti ritornare come eroi ad Alicante, si era fatto coraggio ed era uscito dal capannone in cui vivevano. A piedi e, grazie all'aiuto dei mondani, aveva raggiunto l'Istituto di Kiev.

Nella capitale Ucraina, l'Istituto era nella vecchia chiesa di San Nicola che era nei pressi di quella mondana. Arrivato, i capi dell’Istituto lo avevano accolto e avevano avvisato il Clave che aveva inviato Sebastian Verlack a prenderlo per portarlo ad Alicante. Lì avevano subito capito chi fosse e lo avevano riunito alla sua famiglia. In quell'occasione, aveva compreso chi fosse veramente suo padre e che era stata proprio Clary a spigarglielo, sua sorella, ad ucciderlo, per fermarlo dal distruggere tutti i Nascosti. In poco tempo, viste le sue capacità, era diventato uno Shadowhunter a tutti gli effetti.

Alec era rimasto affascinato dai suoi modi galanti, da quel suo volto deciso. Avevano iniziato a sentirsi subito dopo le nozze del suo parabatai, celebrate poco meno di un anno prima e a frequentarsi circa sei mesi prima, quando Jonathan era stato assegnato all'Istituto di New York.

Jonathan, vista la sua storia, non aveva avuto nessuna relazione, come Alec e avevano deciso di aspettare il matrimonio.

Non è che si erano limitati agli sguardi languidi, ma non erano mai andati oltre i preliminari, anche se piuttosto pesanti. Quella avrebbe dovuto essere la loro sera.

Erano arrivati nella stanza che era stata riservata loro. Dopo il matrimonio ad Alicante, erano sazi e leggermente brilli, avendo mangiato e bevuto abbondantemente. Si erano sdraiati nel letto e Alec era ansioso, ma felice, Jonathan come tutte le altre volte aveva preso l’iniziativa, baciandolo prima, mettendosi sopra di lui dopo, aveva, poi, iniziato ad accarezzargli il busto, quando sul telefono di Alec, che era sul comodino, arrivò una notifica.

Alec gli disse:

"Lo lascio suonare."

"Silenzialo."

Alec si allungò prese il telefonino e silenziandolo lesse una notifica e sorrise.

"Perché stai sorridendo al cellulare?" gli chiese Jonathan.

"Andrew Underhill mi ha scritto un messaggio in cui mi ha detto che gli devo una birra visto che ha vinto una scommessa."

"Di che cosa si tratta?" Jonathan gli chiese mentre si sedeva sul letto allontanandosi da Alec.

Alec ignorò la domanda di suo marito e provò a tornare sulle sue labbra, ma Jonathan lo fermò e gli disse serio:

"Rispondimi!"

"Niente gli avevo detto che avevo paura di impappinarmi durante le promesse e abbiamo scommesso una birra!"

"Vuoi dire che hai fatto scommesse sul nostro matrimonio?"

"Spero tu stia scherzando! Si trattava solo di una battuta innocente!"

"Il matrimonio è una cosa seria, non ci si scommette sopra, pretendo le tue scuse!"

"Non ci penso nemmeno, non ho fatto niente di sbagliato."

"Inoltre, ti vieto di parlare con Andrew, anzi chiederò ai tuoi di trasferirlo, ti sta sempre troppo vicino ed è troppo amichevole, sei un uomo sposato, devi portarmi rispetto!"

"Ma stai scherzando? Esco a fare un giro, quando ti sei calmato chiamami."

Non fece in tempo ad alzarsi che Jonathan lo prese per il braccio riportandolo sul letto dicendogli:

"Sei mio marito non puoi andartene … adesso ti fai scopare, spogliati."

Alec si alzò nuovamente dal letto spingendolo lontano da sé, Jonathan lo raggiunse mentre si allontanava prendendolo dal braccio e dandogli un pugno sul fianco. Alec si era difeso tirandogli un colpo sullo zigomo, per poi prendere il suo stilo e attivando la runa della forza lo aveva spinto e chiuso in bagno. Si era vestito, aveva preso le sue cose ed era fuggito.

Appena fuori dalla stanza aveva preso il telefonino e aveva chiamato Jace che gli rispose dicendogli:

"Ciao ma…?"

"Io e Jonathan abbiamo litigato…"

"Senti Alec siamo parabatai ma non credo che sia opportuno che mi immischi nel tuo matrimonio."

"Ma è una cosa seria, è geloso…"

"Anch'io sono geloso di Clary, che problema c'è? Una bella scopata e tutto torna a posto, adesso ti lascio, Clary mi sta aspettando, non so se mi spiego!"

Era sconcertato dalla superficialità di Jace era come se non lo conoscesse, era pur vero che avendo avuto entrambi un compagno, il legame parabatai si era allentato, ma era assurdo che lo trattasse così. Pensò di chiamare Izzy… ma si ricordò che era irraggiungibile, appena finita la festa aveva dovuto raggiungere il Regno Seelie. Scorse la rubrica e alla fine trovò Kadence Aldertree, sorella minore di Victor Aldertree che era un delegato del Clave. Avevano fatto l'accademia insieme ed all'epoca erano molto amici e anche se era diverso tempo che non si vedevano, continuavano a messaggiarsi. L'ultimo era di poche ore prima, gli aveva fatto gli auguri per il suo matrimonio. Sapeva che viveva da sola lì ad Alicante e forse poteva avere un divano dove poteva dormire quella notte.

 

* * *

Una notifica sul suo telefonino la svegliò, allungandosi lo recuperò dal comodino riuscendo a non svegliare il suo amante che aveva una mano sulla sua vita. Lesse la notifica, era Alec e le aveva scritto che aveva bisogno di un posto dove dormire. Si alzò dal letto silenziosamente per non svegliare il suo uomo e andò nel salotto chiudendo la porta della camera.

Andò nel balcone, da cui aveva una vista mozzafiato e da dove si vedeva la torre di Tokio e telefonò allo Shadowhunters.

"Alec ho appena letto il tuo messaggio, ma che cosa è successo?"

"Kad, non mi sento di parlarne, ma sappi che il mio matrimonio è finito ancora prima di iniziare."

"Ma stai bene?"

"Fisicamente si, per il resto non so, mi dispiace disturbarti, ma come ti ho scritto non so dove andare stanotte."

"Alec vai pure nella mia casa ad Alicante, lo sai dov'è?"

"Si, è nella piazza dove c'è la Guardia, quella casa a due piani a mattoncini."

"Esattamente, per aprire basta che fai la runa stealth sotto il pomo della porta, mettiti comodo, io arrivo fra massimo un paio d'ore."

"Grazie."

"Ci mancherebbe."

Aveva appena terminato la telefonata quando due mani da dietro l'abbracciarono alla vita.

"Kad perchè mi hai lasciato solo?"

"Sai il matrimonio che c'è stato poche ore fa?"

"Quello fra Alexander Lightwood e Jonathan Morgenstern? E cosa c'entrerebbe con me da solo nel letto?"

"Jonathan Fairchild, ha preso il cognome della madre. Comunque, Alec mi ha appena detto che ha bisogno di un posto dove dormire."

"Hanno litigato la loro prima notte di nozze? E tu come conosci Lightwood?"

"Abbiamo frequentato l'accademia insieme e siamo sempre rimasti in contatto. Ma sei geloso Magnus?"

"Beh! Dormirà da te!"

"E completamente ed irrimediabilmente gay e io sono etero, poi, In fondo, sono io che devo guardarmi sia da uomini che donne visto che sei bi."

"Lo sai che ho occhi solo per te."

"E lo spero, visto tutto quello che rischio per vederti."

"Beh non sarebbe legalmente vietato."

"Non lo sarebbe, ma il Clave non riconosce questo tipo di matrimoni, per non dire che qualsiasi Nephilim sposato con un Nascosto non fa mai carriera."

"A proposito di notizie non ancora pubbliche, le cose potrebbero cambiare, Malachi con l'ultima proposta di riforma ha irritato tutti i delegati e alla prossima riunione sembra che nomineranno Jia Penhallow. Lei ha idee decisamente più moderne e magari potrebbe cancellare la legge che vieta i matrimoni fra Nascosti e Shadowhunter."

"Davvero? Beh! Suo nipote Sebastian Verlack finalmente potrebbe diventare capo dell'Istituto di Parigi, dopo che Malachi lo aveva assegnato al figlio."

"Perché ti interessi a quel Verlack?"

"Perché siamo amici? E quello che ha subito é un’ingiustizia!"

"Ti ho appena detto che forse ci potremmo sposare e tu pensi a lui?"

"Lo sai che ti amo, non mi stancherò mai di te, sarai tu a lasciarmi quando sarò vecchia."

"Non ti lascerò mai," disse lo Stregone mentre, baciandosi, si dirigevano verso il divano.

Chapter 2: Soli

Summary:

Un anno dopo, Alec partecipa a una festa organizzata dalla nuova Console, Jia Penhallow, per celebrare l'approvazione di una legge che cancella le disparità tra Nascosti e Shadowhunter. Alec si sente isolato e osserva Jonathan con il suo nuovo fidanzato. Magnus, uno Stregone, si avvicina ad Alec e i due iniziano a parlare, trovando conforto l'uno nell'altro.

Notes:

(See the end of the chapter for notes.)

Chapter Text

 

Un anno dopo.

 

Alec era entrato nel salone, dopo tutta la sua famiglia, con lo sguardo basso. Avrebbe voluto essere dovunque tranne lì. La nuova Console, Jia Penhallow, all'approvazione della legge che aveva cancellato le disparità fra Nascosti e Shadowhunter, aveva organizzato questa festa ad Alicante.

Erano state invitate al completo tutte le maggiori famiglie Shadowhunters e le maggiori personalità del mondo Nascosto.

Alec era stato costretto ad andarci, arrivato, aveva salutato la Console e poi si era seduto da un lato della sala aspettando solo il momento in cui avrebbe potuto tornare nella sua camera all'Istituto.

Aveva passato gli ultimi mesi o in pattuglia con Izzy, che era l'unica della famiglia che parlava con lui, o da solo nella sua camera. Praticamente tutti sparlavano e ridevano alle sue spalle. Non era stato messo alla pulizia delle armi, solo per le sue capacità come arciere.

All'improvviso Jonathan entrò accompagnato dal suo nuovo fidanzato. Alec pensò che se lo doveva aspettare che sarebbe stato presente. Jace con Clary gli andarono incontro, quando vide che il suo parabatai stava facendo i complimenti a Jonathan, decise che aveva visto abbastanza e usci nel balcone. C'era un solco fra lui ed il suo parabatai, ma vederlo così lo feriva.

Magnus era arrivato al party da solo, direttamente dal suo loft, che adesso era a Londra, dopo essersi guardato intorno, si era avvicinato alla Console e, mentre le stringeva la mano, le disse:

"Buonasera Console, la ringrazio dell'invito, ma soprattutto per le leggi approvate."

"Era la cosa giusta da fare, sono lieta che sia riuscito a venire nonostante tutti gli impegni che ha come Stregone."

"Mi sarebbe dispiaciuto non partecipare."

Dietro lo Stregone c'erano alcuni Shadowhunter che volevano salutare Jia e Magnus le disse:

"La lascio ai suoi ospiti e vado al buffet."

"Bene, a dopo."

Si allontanò, prese un Martini e, mentre lo beveva, pensava che forse avrebbe potuto inventarsi una scusa più solida degli impegni lavorativi, magari una bella malattia infettiva così si sarebbe risparmiato questo party, la Console era assolutamente una brava persona, ma lui non voleva essere lì.

 

Gli ultimi mesi erano stati davvero i più brutti della sua lunga vita. Si era sentito solo come non mai e, dato che durate la relazione con Kadence aveva trascurato i suoi amici più cari, non aveva avuto ancora il coraggio di affrontare Ragnor e Catarina. Il punto più basso lo aveva passato pochi giorni prima, aveva organizzato un party e solo pochissime persone si erano presentate, quel giorno aveva capito di aver trascurato la sua comunità per una nullità.

Un applauso si alzò all'arrivo di una coppia, Magnus si voltò e vide Kadence Aldertree al braccio di Sebastian Verlack, nipote della Console e nuovo capo dell'Istituto di Parigi.

Doveva allontanarsi da lì, prima che la rabbia avesse la meglio sul suo controllo e si diresse verso il balcone.

Aprì la portafinestra rabbioso e colpì qualcuno che era già lì, un giovane Shadowhunter.

Lo riconobbe subito, era Alexander Lightwood, in fondo bastava aprire una pagina di gossip per vedere il suo volto e quello di Jonathan con articoli pieni di supposizioni e dichiarazioni da persone informate sui fatti, che però non ci mettevano la faccia. I suoi occhi erano lucidi ed era evidente che era sul punto di piangere, Magnus gli disse:

"Scusa non volevo colpirti è che sono... furioso e mi dispiace di averti fatto male."

"Non mi hai fatto male."

"Ma qualcuno deve… scusa non sono affari miei."

Alec guardò all'interno della sala, e lo Stregone seguendo il suo sguardo vide che i suoi occhi erano su Jonathan e che d'intorno aveva tutta la famiglia di Alec, che sorrideva e scherzava con lui. Lo Stregone continuò:

"Ti lascio solo…"

Alec si voltò era talmente affranto che Magnus aggiunse:

"Vuoi che ti chiami qualcuno? Non dovresti stare solo."

"Ma io sono solo."

"In verità adesso non lo sei," lo Shadowhunter fece un accenno di sorriso a quelle parole e gli rispose:

"Ma sarai venuto per festeggiare, non per stare con un perfetto sconosciuto su questo balcone."

"Sono dovuto venire, avrei offeso la Console che si è spesa tanto per far approvare questa legge, ma ti assicuro avrei preferito essere dovunque piuttosto che essere qui stasera."

"Allora siamo in due."

"Che ne dici se ci sediamo," disse lo Stregone indicando la panchina che era alla loro destra su un lato del balcone.

Alec fece un cenno di assenso e si sedettero accanto, nessuno disse niente per un po’, Magnus sorseggiava il Martini, Alec si tormentava le mani che aveva in grembo, finché lo Shadowhunter gli chiese:

"Mi hai riconosciuto vero?"

"Dovrei aver vissuto sulla luna per non sapere chi sei."

"Allora perché sei qui con me, invece che con lui, visto la persona che sarei per… tutti."

"Perché io so qualcosa che nessuno sa."

"Cosa?"

"Che sei tu la vittima non lui."

Alec lo guardò interrogativamente e lo Stregone continuò:

"Ero con Kadence quando le chiedesti un posto dove dormire."

"Vi conoscete?"

"Direi di sì… in modo biblico," Il tono era sprezzante e ferito e Alec rispose:

"Ti ha fatto soffrire," non era una domanda ma un'affermazione.

Magnus lo guardò sorpreso e Alec continuò:

"L'ho sempre considerata un'amica, ma so che è un'arrivista. Mi dispiace."

"Non è certo colpa tua."

"Che cosa sai di quello che è successo quella sera?"

"Non molto, ma so che eri tu quello in strada e non lui, come tutti i giornali di gossip sostenevano, quindi non ho mai creduto una parola delle ricostruzioni giornalistiche."

"Il livido sullo zigomo glielo ho fatto io…"

"Non ti conosco molto bene, ma non credo che tu lo abbia fatto senza una buona ragione e mi piacerebbe conoscere la tua versione dei fatti, visto che la sua è dappertutto e che tu, invece, non hai detto una parola."

"In verità neppure lui."

"Certo, erano tutte fonti anonime ben informate. Ha fatto un buon lavoro senza sporcarsi le mani nell'apparire la vittima."

"In effetti."

"Ma nessuno ti ha ascoltato, creduto?" Il riferimento alla famiglia di Alec era evidente, anche se inespressa e Alec rispose:

"Per me è difficile parlare, specialmente di certe cose, ci ho provato… ma… nessuno voleva davvero sapere."

"Capisco… Alec lo so che ci conosciamo appena, ma se ne hai bisogno io posso ascoltare," gli rispose lo Stregone poggiando la mano sopra la sua.

Alec disse con un filo di voce:

"Non l'avevamo mai fatto, anche se… non è che ci eravamo limitati agli sguardi negli occhi. All'inizio andò tutto bene, poi mi arrivò un messaggio da un mio collaboratore e lui diventò geloso, possessivo… la situazione degenerò subito, fu lui il primo a colpirmi al fianco… poi lo colpii al volto per difendermi. Lo chiusi in bagno ed il resto lo sai."

"Mi dispiace per quello che hai passato, poi quando ti rendi conto che non avevi voluto vedere alcuni aspetti di chi avevi accanto, cominci anche a dubitare di te stesso."

"Già! Ma stai parlando per esperienza personale?"

"Decisamente, mi stavo riferendo a Kadence, sai in alcuni momenti ho pensato che forse era colpa mia se mi ha lasciato, perché ho creduto di avergli messo troppa pressione quando le dissi che appena fosse stato possibile l'avrei voluta sposare."

"Lui era galante e io ero felice di sposare il fratello di Clary, la moglie del mio parabatai, sembrava perfetto, come se fosse il destino. Recentemente ho scoperto che frequenta Kit Herondale…"

"Dici quello Shadowhunter cresciuto come un mondano da suo padre, che qualcuno ha riportato nel mondo nascosto?"

"Si, fu Jace a trovarlo per un caso, stava seguendo un fuggitivo con il glamour quando si rese conto che Kit lo poteva vedere. Il mio parabatai era così felice di averlo trovato, e adesso che frequenta Jonathan è al settimo cielo, ho provato a parlagli, quando ho saputo che si vedevano. Ma ha pensato, come tutti, che abbia drammatizzato una lite e che fossi geloso."

"Nessuno ti ha preso sul serio e, praticamente, ti hanno tagliato fuori dalla loro vita."

"Già! La nostra runa è un'ombra, ormai."

Magnus gli strinse la mano e gli sorrise e poi disse:

"Mi dispiace! Quello che mi fa diventare pazzo é che noi ci stiamo nascondendo, siamo in questo balcone come se fossimo colpevoli, mentre loro…"

"Già è assurdo, in fondo non avremmo nulla di cui vergognarci."

"Hai ragione! Perché non andiamo nel salone e magari ci mettiamo in mezzo alla pista e balliamo?"

"Mi piacerebbe! Ma non sono un gran ballerino, anzi non ho mai ballato in vita mia."

"Ma io sì e, modestamente sono molto bravo, poi basterà che stiamo vicini e che ci muoviamo a tempo."

Alec si alzò dandogli la mano, che Magnus prese nella sua ed entrarono insieme nella sala, si diressero in mezzo alla pista da ballo mettendosi a ballare stretti stretti.  Nessuno all'inizio prestò loro attenzione, finché qualcuno iniziò ad indicarli.

Stavano ballando vicinissimi, Magnus aveva le mani intorno al suo collo, Alec sulla sua vita e lo Stregone gli suggeriva i passi sussurrandoglieli al suo orecchio.

Ad un certo punto Magnus bisbigliò ad Alec:

"Jonathan ci sta guardando stizzito, ignorando la sua 'dolce metà'."

"Anche lei se è per questo."

"Lo so che è infantile provare gioia per questo ma …"

"Dopo quello che ti hanno fatto passare è solo umano."

"Giusto! La canzone è quasi finita, alla fine posso darti un bacio sulla guancia?"

"Per il pubblico o perché lo vuoi?"

"Entrambe le ragioni."

Alec, mentre la canzone svaniva, si limitò a porgergli la guancia e Magnus lo baciò vicino alle sue labbra.

Notes:

Malec qui sono due anime ferite che trovano l’uno nell’altro un sostegno.

Chapter 3: Proposta

Summary:

Alec riceve una proposta dai suoi genitori per risollevare la sua immagine e la sua carriera, suggerendo un matrimonio con Raj Katri

Notes:

(See the end of the chapter for notes.)

Chapter Text

Le sue giornate ormai erano sempre uguali, sveglia, lavoro in coppia con Izzy, pasti e serate nella sua camera, solo. Ma qualcosa era cambiato, adesso aveva qualcuno con cui parlare, qualcuno che lo capiva, Magnus.

La sera del party si erano scambiati i numeri e da quel momento non avevano smesso di messaggiarsi.

Era nella sua stanza e la stava riordinando, dopo aver cenato, quando Izzy entrò e gli disse:

"I nostri genitori vogliono vederti.”

"Sembri preoccupata, beh se mi degradano e mi assegnano alla pulizia delle armi almeno dovrò vedere le loro facce con i loro giudizi scritti in fronte solo una volta al giorno."

"Non credo si tratti di questo, non lo so …"

"Beh, vado."

"In bocca al lupo fratellone, adesso devo andare con Jace da Raphael all'Hotel DuMort, perché mi hanno appena comunicato che è rientrato dal Regno Seelie. Sai per quel l’aumento dello spaccio di Yin Fen, ma dopo mi racconti tutto!"

"Certamente."

Rimasto solo nella sua camera, senza perdere tempo, prese il telefonino e se lo mise nella tasca dietro dei jeans e poi raggiunse l'ufficio dove i suoi genitori lo stavano aspettando. Arrivato, bussò ed entrò.

Sua madre era seduta alla scrivania e suo padre era in piedi dietro di lei, Alec si mise in piedi davanti alla scrivania e lei gli disse:

"Accomodati Alec, abbiamo una proposta per te. Abbiamo pensato ad un modo per superare il fallimento del tuo matrimonio e per rimettere in carreggiata la tua carriera."

"Non è fallito non è neppure iniziato perché…"

"Alec cerchiamo di andare oltre…" Intervenne il padre.

Alec era stufo di sentirselo dire, come se fosse facile, doveva essere il giorno più felice ed era diventato un incubo, ma preferì tacere e Maryse continuò:

"In questi mesi riservatamente abbiamo tastato il terreno per cercare di risollevare la tua immagine per il tuo bene e quello della famiglia."

"Non vogliamo più vederti solo, come un emarginato," continuò il padre.

"O con persone non della tua altezza."

Alec sapeva che Maryse si stava riferendo a Magnus, ma non ebbe il tempo di replicare che sua madre continuò:

"I Katri hanno espresso il desiderio che il loro primogenito Raj si fidanzi e si sposi con te. Pensavamo di organizzare una cena privata, in modo da farvi conoscere e poi fare un party per festeggiare il fidanzamento e magari il matrimonio fra qualche settimana. Ma la decisione sulla data la lasceremmo a te e Raj."

"Vi ringrazio di lasciarmi decidere la data del mio matrimonio, ma non chi sposerò," disse con un carico di rabbia e ironia che non era ignorabile.

"Alec, lo stiamo facendo per te, lo sai anche tu che tutti ti emarginano, solo Izzy lavora con te e non possiamo continuare così. Potresti rovinare anche la sua reputazione."

Alec si alzò e se ne andò sbattendo la porta. Non voleva sposare Raj, non gli piaceva, non voleva pensare alla notte di nozze, adesso sapeva che l'amore non era un sentimento a cui era destinato. Almeno non più, aveva creduto che Jonathan fosse la sua metà, ma si era sbagliato, sapeva che cos'era l'attrazione e almeno quella la voleva, insieme magari alla fiducia.

Uscì dall'Istituto, era furioso doveva trovare una soluzione e velocemente, non avrebbero potuto davvero costringerlo, ma rendergli la vita ancora più impossibile sì. Aprì la rubrica e ci trovò Kadence e pensò che, se lei avesse rilasciato una dichiarazione in cui spiegava che la notte del matrimonio aveva dormito da lei e in quale stato fosse, magari la sua immagine si sarebbe risollevata senza la necessità di un matrimonio. Era consapevole che Kadence aveva fatto soffrire Magnus, ma era comunque una sua amica, valeva la pena tentare e la chiamò:

"Kadence ti disturbo?"

"No Alec affatto… mi sembri agitato."

"Lo puoi dire forte, i miei mi hanno appena detto che devo sposare Raj Katri."

"E mi sembra di capire che tu non vuoi."

"Assolutamente no! Il fatto é che pensano al prestigio della famiglia e credono che questo matrimonio potrebbe aiutare i Lightwood e me."

"Il prestigio è importante, come le alleanze, ma se vuoi parlarne potresti venire qui ad Alicante, devo uscire fra un po', ma mezzora per te ce l'ho."

"No Kadence grazie, mi servirebbe il tuo aiuto per contattare qualche giornalista e fare in modo che la gente sappia anche la mia versione dei fatti, non mi interessa mettere in cattiva luce Jonathan, perché porterebbe ulteriori casini, in verità se lo meriterebbe, ma preferisco evitare, vorrei solo far sapere che ero sconvolto anch'io e che, se lui aveva un colpo sullo zigomo, io avevo un livido sul fianco. Mi basterebbe questo."

"Alec lo sai che farei qualsiasi cosa per te, ma adesso sono fidanzata con Sebastian, il nipote della Console, non posso mettermi in mezzo a certe situazioni, mi dispiace."

Alec era senza parole, lo sapeva che tipo era Kadence, ma ci aveva sperato.

Aveva bisogno di un amico, qualcuno, Izzy era in missione e aveva una sola persona a cui chiedere aiuto.

Aprì l'applicazione dei messaggi e gli lasciò un messaggio audio, non sapeva se fosse impegnato e non voleva disturbarlo e gli disse:

"Magnus ho un problema, la mia famiglia per ragioni di prestigio vuol farmi sposare Raj, ma io… non voglio e avrei bisogno di qualcuno per trovare una soluzione, un'idea, magari potremmo trovarla parlandone insieme. "

 

* * *

Non aveva fatto in tempo a rientrare nell'Istituto che Magnus lo chiamò:

"Alec, ciao ho appena sentito il tuo messaggio, se vuoi puoi venire adesso che ne parliamo."

"Grazie di aver richiamato subito, non ho nessun impegno, vengo volentieri."

Magnus gli aveva aperto un portale direttamente nel suo appartamento e Alec notò subito che era arredato con gusto, un misto fra antico e moderno, alcune pareti erano di mattoncini, altre avevano una tappezzeria damascata e dalla portafinestra si vedeva il Tower Bridge.

Lo Stregone, che era seduto sul divano, si alzò e gli offrì un cocktail dicendo:

"E’ solo leggermente alcolico, mi sembra che tu ne abbia bisogno."

Alec lo assaggiò, era dolce e si voltò dicendogli:

"Grazie."

"Di niente."

"Come ti ho già detto nel messaggio, la mia famiglia, per salvare il mio onore, ha deciso che mi devo sposare Raj Katri."

"Simpatico ed affascinante come un cactus."

"Già!"

"Ho persino chiesto aiuto a Kadence, mi bastava che confermasse che anche io avevo un livido sul fianco, per far capire che non sono un violento, ma che volevo solo difendermi."

"Fammi indovinare? 'Vorrei, ma non posso, potrei offendere la Console.'"

"Esattamente."

"Ma accomodiamoci sul divano."

Appena seduti lo Stregone continuò:

"Comunque non possono obbligarti a sposarlo."

"Certo che no, ma rendermi la vita ancora più difficile sì … è che mi sento solo, ho solo Izzy che mi capisce, ma lo stare accanto a me le sta causando dei problemi."

"Mi dispiace" gli disse lo Stregone, mentre poggiava la mano sulla sua.

"Se solo avessi una buona scusa per non sposarlo…"

"Potrei avere un'idea!"

"Quale?"

"E se dichiarassimo che ci vediamo dal party in Alicante?"

"Non credo che a mia madre interesserebbe un gran che."

"Ma se ci fossero delle prove?"

"Che tipo di prove?"

"Se ci mettessimo in una posizione compromettente su questo divano e magicamente facessi uno scatto, poi cercando nei profili Instagram di qualche locale londinese…"

"Che cos'è Instagram?"

"E' un social mondano in cui vengono postate foto, potrei aggiungere noi due in una foto già esistente, potremmo essere sullo sfondo, ma ben visibili, basterebbe poi inviare il link da una email anonima al sito Gossip Alicante ed è sicuro che Raj non vorrebbe più sposarti."

"Geniale."

"Ma lo sai che non passeresti bene per il fatto che ti saresti concesso prima del matrimonio e per di più ad uno Stregone."

"Tanto non è che cambierebbe molto."

Notes:

Alec in difficolta nel rifiutare la proposta dei suoi genitori cerca il sostegno di Magnus che è sempre lì pronto ad aiutarlo.

Chapter 4: Alleati

Summary:

Alec e Magnus si avvicinano sempre di più, condividendo momenti di intimità e supporto reciproco. Alec affronta i suoi genitori, dichiarando la sua relazione con Magnus e rifiutando il matrimonio con Raj.

Notes:

(See the end of the chapter for notes.)

Chapter Text

Appena tornato all'Istituto, Alec era andato direttamente in camera sua ignorando sia i messaggi di fuoco che quelli telefonici dei suoi genitori. Si era preparato per la notte e adesso era nel suo letto ed il suo pensiero continuava ad andare al momento in cui avevano fatto le foto.

Prima lo Stregone lo aveva magicamente cambiato vestendolo con dei pantaloni in pelle e una camicia nera di seta che aveva lasciato aperta. Si era sentito attraente, invece che a disagio, come si sarebbe aspettato. Sicuramente lo sguardo di apprezzamento dello Stregone lo aveva fatto sentire affascinante, Magnus poi, si era cambiato indossando dei pantaloni scuri, stretti ed una camicia semi trasparente.

Aveva appoggiato il telefonino su una mensola, controllando che riprendesse il divano dove si sarebbero messi.

Alec si era semi-sdraiato sul bracciolo del divano e Magnus gli si era avvicinato appoggiandosi fra le sue gambe, assicurandosi:

"Sei comodo, a tuo agio?"

"Si, mi fido di te," gli aveva risposto con un filo di voce, occhi negli occhi.

Magnus, magicamente, fece partire una serie di scatti e si avvicinò alle sue labbra per un bacio inizialmente dolce, ma Alec lo approfondì, acceso dal suo desiderio. Magnus spostò le sue labbra sul suo collo e Alec buttò la testa indietro gemendo.

Lo Stregone poi alzò il volto, trovando gli occhi del Nephilim e sussurrò vicinissimo a lui:

"Tutto bene?'"

"Si."

Erano eccitati e lo avevano percepito entrambi, come entrambi si sentivano al sicuro, l’uno nelle braccia dell'altro.

Si erano seduti vicini e Magnus si era messo a scorrere le foto su Instagram di alcuni locali notturni a Londra e Alec gli aveva chiesto:

"Io davvero non capisco l'utilità di questo… Instagram, i mondani sono strani."

"E' un sito su cui si caricano foto che tutti da un telefonino possono vedere."

"Cioè, se una tizia è a cena e carica una foto della bistecca che sta mangiando, tutti la possono vedere? No, davvero non capisco!"

"Si tratta di avere un posto dove mostri chi sei, cosa ti piace, dove vai… che ne dici se ci aggiungessimo questa?" chiese Magnus mostrandogli una foto del locale il Fabric London. L’immagine mostrava un aperitivo in primo piano e dietro un divano vuoto.

"Ci metteresti sul divano?"

"Esattamente."

Poi andò nella sua galleria e scorsero le foto fatte, Alec gliene indicò una, dove aveva il volto indietro e Magnus lo baciava sul collo, dicendo:

"Che ne dici di questa?"

"Per me va bene, ma … come dire, sei esposto."

"Infatti, è quello il motivo, hanno insinuato per mesi che fossi frigido e che fosse quello il motivo per cui il mio matrimonio è fallito. Così glielo sbatto in faccia a tutti, quanto sarei frigido!"

Lo Stregone aveva sorriso e magicamente li aveva aggiunti alla foto.

Alec si era addormentato con un sorriso sulle labbra pensando alle sue braccia che lo stringevano, alla sua bocca sulla sua, su quel divano a casa di Magnus.

 

* * *

Alec era stato svegliato di soprassalto con due mani che lo scuotevano e qualcuno che gli urlava di svegliarsi e quando aprì gli occhi, vide Jace che gli mostrava la foto che lui e Magnus avevano fatto la sera prima, ripresa dal sito Gossip Alicante con il titolo "Alec Lightwood di nuovo felice fra le braccia dello Stregone Magnus Bane?"

"Che cosa ti è passato per la testa, Maryse è furiosa e ti aspetta nel suo ufficio, li hai messi in imbarazzo con i Katri."

"Problemi loro."

In quel momento gli arrivò un messaggio di fuoco dai suoi genitori che gli comunicavano di andare nel loro ufficio.

Aveva buttato fuori da camera sua Jace e aveva mandato un vocale a Magnus, dicendogli che avevano visto la foto e i suoi genitori lo avevano convocato.

Si era appena finito di vestire, quando Magnus lo chiamò:

"Ciao Alexander."

"Ciao …"

"Come stai?"

"Onestamente? Vorrei essere lasciato in pace!"

"Appena puoi, se ti va, puoi venire qui, mi sono appena liberato di tutti gli impegni."

"Non dovevi…"

"Ci siamo promessi che ci saremmo aiutati e lo farò. Aspetto un tuo messaggio."

"Grazie."

"Di nulla, a dopo."

 

* * *

Il supporto di Magnus gli diede la forza di parlare con i suoi genitori e si preparò con calma, senza alcuna fretta di andare da loro.

Adesso era davanti alla porta dell'ufficio dei suoi genitori, fece un respiro profondo e bussò, appena la voce di sua madre disse "entra", si accomodò sedendosi alla scrivania e lei disse:

"Mi spieghi che cosa sarebbe questa foto in atteggiamenti sconvenienti con lo Stregone Bane?"

"Niente ci siamo conosciuti al party ad Alicante e abbiamo cominciato a frequentarci."

"Ma potevi dircelo ieri, avremmo seppellito la cosa…"

"Non c'è niente da seppellire, ci frequentiamo e certo non sposerò Raj per farvi un piacere."

"Continui ad infangare il nome dei Lightwood, ho deciso che diremmo che si tratta di una vecchia foto o che è un fotomontaggio e tu ti sposerai con Katri."

Alec si alzò e disse:

"Non ti azzardare, non mi presenterò mai al matrimonio con Raj, se pensi che vi ho messo in imbarazzo in questi mesi, aspetta quando non mi vedrai arrivare il giorno del matrimonio."

Poi si voltò e uscì.

 

* * *

Alec si diresse fuori dall'Istituto e appena uscito dall'ufficio telefonò a Magnus:

"Mi puoi aprire un portale?"

"Dove sei?"

"Sono appena fuori l'Istituto."

"Te lo apro subito."

Lo Stregone lo aprì a pochi metri da lui e superatolo arrivo nel salotto di Magnus. Lo Stregone gli si avvicinò offrendogli un drink dicendo:

"Credo che tu ne abbia bisogno. Ma accomodati" gli disse indicandogli il divano dove si sedettero vicini.

"Grazie, mi ha detto che si inventerà una scusa per la foto, ma che devo sposare Raj."

"E tu?"

"Le ho detto che se aveva trovato imbarazzante il mio comportamento dell’ultimo anno, doveva aspettare quando non mi sarei presentato al mio matrimonio."

"Ma come ti senti?"

"Stanco, deluso, vorrei solo essere lasciato in pace!"

"Come posso aiutarti? Che cosa ti va di fare?"

"Non lo so vorrei non pensarci per cinque minuti."

In quel momento dopo un chiaro brontolio dello stomaco di Alec lo Stregone sorridendo aggiunse:

"Che ne dici di mangiare qualcosa?"

"Si grazie, mi ha svegliato il mio parabatai urlando, poi sono andato subito a parlare con i miei e non ho fatto neppure colazione!"

"Potrei congiurare qualcosa, ma forse fare due passi potrebbe aiutarti? Qui vicino c'è un ristorantino mondano dove si mangia davvero bene."

"Si." Gli rispose sorridendo e lo Stregone guardandolo pensò che fosse un crimine vederlo sempre triste, quando un sorriso lo rendeva semplicemente perfetto.

Prese la giacca e ne congiurò una per Alec ed uscirono.

Appena fuori dal condominio i due camminavano accanto e Magnus gli indicava la strada fra le vie di Londra. Camminarono lungo il Tamigi, arrivarono ad una costruzione in vetro semicircolare da cui si aveva una vista spettacolare sul Tower Bridge. Entrarono in un ristorante "Da nonna" e lo Stregone gli spiegò:

"E' un ristorante Italiano" il Maître li accolse e, dato che era presto il locale era semivuoto e poterono scegliere un tavolo da dove si godeva della vista del ponte.

Seduti uno di fronte all'altro controllarono il menu e Alec disse:

"Per me sarebbe colazione… credo che una pizza Margherita potrebbe essere perfetta."

"Facciamo due e da bere?"

"Fai te."

“Allora  acqua e vino.”

E appena chiusero il menu arrivò il cameriere a prendere l'ordine.

"Alec cosa vorresti adesso dalla vita?"

"Vorrei poter vivere serenamente, senza che nessuno questioni la mia vita privata, che voglia impormi qualcosa. Vorrei fare il mio lavoro e non voglio che chi mi è rimasto davvero accanto, solamente Izzy in verità, paghi solo perché non mi ha abbandonato."

"Alec, dato che adesso tutti pensano che ci frequentiamo, potrei renderti un uomo onesto."

"Che cosa intendi?" Rispose Alec guardandolo speranzoso e lo Stregone continuò:

"Due bei anelli di fidanzamento potrebbero fermare i tuoi dal farti pressioni su Raj."

"Mi sembra una buona idea. Ma vediamo come va con i miei genitori se sarà il caso procederemo."

"Sono d’accordo."

Notes:

Jace qui non è un gran parabatai ma fidatevi da qui alla fine … cambierà.

Chapter 5: Avi

Summary:

Alec e Magnus partecipano al matrimonio di Sebastian e Kadence. Alec si sente a disagio, ma Magnus lo sostiene. Durante la cerimonia, Alec e Magnus si rendono conto di quanto siano importanti l'uno per l'altro

Notes:

(See the end of the chapter for notes.)

Chapter Text

Alec era seduto al bancone dell'Hunters Moon e stava aspettando Magnus, avevano deciso di incontrarsi alla luce del sole per dare forza alle parole di Alec sulla loro frequentazione.

Magnus non si fece attendere, la porta del locale si aprì con il consueto scampanellio e Alec voltandosi lo vide sorridente che gli andava incontro.

Era vestito con una giacca rossa, maglia e pantaloni attillati e scuri, leggermente truccato.

Lo Stregone gli si avvicinò e si abbassò sulle labbra del Nephilim per un bacio dolce per poi sedersi accanto a lui e, guardandolo, gli disse:

"Ciao Alec sono felice che tu mi abbia invitato, avevo proprio bisogno di uscire dal mio loft. "

"Negli ultimi giorni sono stato decisamente impegnato, ma mi mancavi."

"Come va con i tuoi genitori?"

"Per un po’ sono riuscito ad evitarli, poi ho reiterato la minaccia di non presentarmi all’eventuale matrimonio con Raj, ma la situazione è pessima, come puoi immaginare."

"Mi dispiace."

"Ma non parliamo di loro, ci sono dei tavoli da biliardo e mi farebbe piacere fare una partita anche se non ci ho mai giocato."

In quel momento la barista gli si avvicinò e gli disse:

"Che cosa posso servirvi?"

"Ciao Maia, Io una birra," rispose Alec.

"A me un Martini e, ce li potresti portare al biliardo?"

"Certamente."

Sin dal primo tiro al biliardo che fecero in contemporanea per decidere chi avrebbe iniziato, si notò che erano entrambi molto competitivi. Iniziò Alec, dato che la palla ritornò più vicina a lui, da arciere aveva una buona mira a fece una serie di tiri perfetti finché, dopo aver letto un messaggio di fuoco, sbagliò passando il testimone a Magnus che alla fine vinse la partita.

Seduti nuovamente al bancone, lo Stregone gli chiese:

"Stavi andando molto bene, mi dispiace che quel messaggio ti abbia distratto."

"Più che altro… non so cosa fare."

"Ne vorresti parlare?"

"Si, ma che ne dici se lo facessimo fuori da qui?"

"Certamente."

Appena usciti dal locale Alec prese dalla tasca il messaggio di fuoco passandoglielo.

Era l'invito alle nozze fra Sebastian e Kadence, fra una settimana.

"Non andare, se non ti va," gli rispose lo Stregone.

"Il punto è che sono stufo di nascondermi, perché il mio ex mi ha dipinto come un mostro."

"Allora vai!"

Alec abbassò la testa silenzioso e Magnus gli disse mentre gli alzava il mento con un dito:

"E' che … non vorresti andare solo, vengo io con te se vuoi?"

"Ma ci sarà Kadence!"

"Come c'era al party…"

"Sì ma li si sposerà e tu…"

"E io ero pronto a fare tutto per lei, mi sono annullato per lei, ma non é la persona che credevo, invece tu sei qui e ti ho promesso che ti avrei aiutato, quindi se mi vuoi, verrò come tuo accompagnatore."

"Davvero?" gli rispose sorridendo.

"Mi sa che è arrivato il momento di prendere quei due anelli di fidanzamento."

 

* * *

Alec e Magnus arrivarono ad Alicante per la cerimonia, mano nella mano. Tutti si girarono sorpresi, mentre i due si scambiavano un sorriso. Prima di conoscere Magnus, venire a questi eventi per Alec era stato insopportabile, specie dopo lo scandalo del suo matrimonio fallito. Oggi, però, lo Shadowhunter era sereno. Si sedettero nei posti loro assegnati sul lato destro della navata. Dopo pochi minuti, Sebastian arrivò sorridente e, mentre passava, si fermò a salutare diverse persone, fra cui Alec e Magnus, per poi attendere all'altare la sua futura moglie.

Magnus si sentiva un po’ in colpa nel vedere Sebastian così felice, evidentemente innamorato, perché era abbastanza certo che Kadence lo stesse sposando solo per la sua posizione. Aveva anche pensato di avvisarlo, ma non lo conosceva così bene e c'era anche la possibilità che Kadence si fosse davvero innamorata. Alec notò dove fosse lo sguardo del suo accompagnatore, intuendo il suo stato d'animo e gli poggiò la mano sulla sua. Lo Stregone si voltò e gli dette un bacio sulla guancia.

Quando si staccarono, un raggio di luce entrato dalle vetrate, colpì le loro mani facendo brillare l’anello che Alec aveva sul dito e, vedendolo, le loro menti andarono al momento in cui li avevano scelti.

Si erano dati appuntamento il pomeriggio successivo l'uscita all'Hunter‘s Moon e Alec lo aveva raggiunto a Londra nel suo loft con un portale aperto dallo Stregone. Erano andati alla gioielleria mondana G. Maspini a piedi. Il negozio era raffinato, con pannelli neri e vetrinette con gioielli divisi per tipo. Entrati, una commessa li accolse, fu Magnus a chiedere che gli venissero mostrati degli anelli di fidanzamento maschili, Joan, la commessa, li accompagnò a una vetrina dedicata a tali gioielli, la scelta fu facile, dato che piaceva ad entrambi il medesimo anello. Era semplice piuttosto massiccio, ma con una scanalatura in mezzo.

Si voltarono al rumore della porta che si apriva, ma non era Kadence, erano Jonathan e Kit. Magnus si avvicinò all'orecchio di Alec e gli sussurrò:

"Non sei solo, non più, ci sono io con te."

Lo sguardo di gratitudine di Alec disse allo Stregone più di qualsiasi parola.

Alla fine, arrivò anche la sposa con un ritardo di oltre quaranta minuti, infastidendo i rappresentanti del Clave e la Console stessa. Aveva un abito con uno scollo vertiginoso e uno strascico più adatto una principessa mondana che ad una guerriera Shadowhunter. La cerimonia era officiata da fratello Enoch. Magnus, osservando Sebastian e Kadence che si facevano la runa matrimoniale, pensò che fossero fin troppo perfetti e che solo lo sposo sembra va davvero felice, ma forse il suo pregiudizio su Kadence poteva avere un peso sul suo giudizio.

 

Appena terminata la cerimonia, Alec e Magnus andarono insieme a tutti gli invitati in una sala vicina dove si sarebbe tenuto il party. Stavano dirigendosi verso il buffet quando, Maryse seguita da Robert, li fermò e disse rivolgendosi ad Alec:

"Come ti è venuto in mente di presentarti con lui, non ti sembra di averci imbarazzato abbastanza? E che cosa sono quegli anelli?"

Magnus gli strinse la mano e Alec rispose a Maryse:

"E' la mia vita e decido io come viverla e gli anelli significano esattamente quello che pensi, siamo fidanzati."

"Ma lo sai che stavamo provando ad aiutarti, pensa al tuo futuro, una alleanza …"

"Non intendo sposare Raj per avere una promozione e poi, come vedi, non sono più solo."

"Alec hai gettato dalla finestra un futuro brillante per come hai gestito il tuo matrimonio."

"E come avrei dovuto gestirlo? Dovevo lasciarlo fare?"

"No, dovevi usare il cervello."

Alec era livido e, nonostante stessero parlando a bassa voce, era evidente la sua rabbia e continuò:

"Vorresti dire che avrei… dovuto far finta di niente la notte delle nozze, che lo avrei dovuto chiudere in bagno poi chiamarti per organizzare un bel lancio di agenzia, dichiarando che ci eravamo sbagliati e che non eravamo fatti l'uno per l'altro? O magari dovevamo fingere per il bene della famiglia?"

"Non sto dicendo questo, ma anche nelle situazioni più difficili bisogna usare la testa, gestirle."

Magnus non resistette oltre in silenzio e disse:

"Ma non ci pensa a quello che ha passato suo figlio quella notte? Doveva essere la notte più felice della sua vita ed invece."

"Alec, il matrimonio con Raj potrebbe essere di facciata e poi potresti frequentare chi…" continuò Maryse, ma Alec la interruppe.

"Non intendo farlo e dovrebbe esserti chiaro che, visto che sono venuto con lui, non intendo nascondere Magnus per nessuna ragione."

"Ma ti costerà la tua carriera."

"La carriera mi è già costata per quello che è successo con Jonathan, perché gli Shadowhunter amano ferocemente una volta sola e nessun Nephilim di buona famiglia mi vorrà. Magnus ti prego andiamo via di qui."

Si ritrovarono a ballare stretti stretti. Alec aveva nascosto il volto nell'incavo del suo collo e lo Stregone sentiva le sue lacrime silenziose scendere sulla sua camicia. Alec lo stringeva a sé alla vita, Magnus aveva le mani sul suo collo e gli accarezzava i capelli.

Alec gli sussurrò:

"Scusami, se sono così fragile."

"Non sei fragile, sei stato tradito dalle persone che avrebbero dovuto capirti e proteggerti."

"Ma dovrei essere io a sostenerti oggi…"

"Alec quando ci siamo scambiati gli anelli, lo sapevamo entrambi che in parte era per mostrare ai nostri ex che siamo andati oltre, ma anche per sostenerci ed è quello che sto facendo, soprattutto dopo le parole dei tuoi genitori."

"Grazie, sto meglio, potresti…"

"Certamente," e magicamente gli asciugò le lacrime.

Si staccò dalla sua spalla e gli sorrise, Magnus avvicinò lentamente le sue labbra a quelle del Nephilim per dargli il tempo di rifiutare, se non avesse voluto, ma fu Alec a cancellare la distanza. Il bacio fu un leggero sfiorare di labbra.

Staccatisi rimasero occhi negli occhi e Alec gli disse:

"Grazie," con un tono serio inadatto alla situazione e Magnus gli chiese:

"C'è qualcos'altro che non va?"

"No, è che Jonathan diceva che questi sono baci da donnicciole e li trovava non adatti a due uomini."

"Che idiozia, le labbra sono labbra, i sentimenti sono sentimenti, non mi devi ringraziare, è e sarà sempre un piacere."

Si erano avvicinati al buffet e avevano appena finito di mangiare un paio di stuzzichini, quando i neo-sposi si avvicinarono e Sebastian disse indicando gli anelli:

"Allora vedo che dal party ad Alicante qualcosa è cambiato," e Alec rispose:

"Magnus è stata una sorpresa, dopo quello che è successo non è che cercassi qualcuno, ma…"

"Ci siamo incontrati e Alec si è rivelato una persona davvero speciale," continuò Magnus stringendogli la mano.

"Alec, poi non sarà stato semplice per te con tutto quell'evidenziare della stampa che gli Shadowhunter amano una volta sola, implicando che potevi essere solo una seconda scelta," osservò Kadence.

"Non è stato semplice, ma adesso è passato," rispose Alec.

"Poi quello non è certo un problema per il signor Bane."

"Mi chiami pure Magnus," intervenne lo Stregone.

"Allora Magnus, non credo che dai peso a queste credenze dei Nephilim e, essendo immortale nella tua lunga vita, avrai avuto così tanti amori che questa faccenda ti sembrerà una sciocchezza," osservò Kadence.

"Signora Verlack."

"Kadence."

"Non volevo mancare di rispetto ad una donna sposata, comunque quello che dici è certamente vero, ma significa perdere e riperdere le persone che ami, anche se a volte ti rendi conto di non aver perso nulla."

"Sembra che abbia avuto una delusione d'amore," intervenne Sebastian.

"Ormai superata, grazie ad Alec, credevo davvero che fosse la persona per me, ma mi sono reso conto che amavo l'idea che mi ero fatto di lei e non la persona che in realtà è. Quindi posso dire che non è stata una vera delusione, perché la persona che amavo non esiste, invece Alec è qui ed è reale."

"Ne sono davvero lieto e sono felice che Alec ti abbia portato con sé, perché, Magnus ti avrei contattato io nei prossimi giorni dato che ho scoperto qualcosa di curioso che ci riguarda."

"Ci? intendi dire tu ed io?" Rispose lo Stregone incuriosito dall'affermazione di Sebastian.

"Si, sai che hanno messo un controllo obbligatorio prima del matrimonio per verificare che non ci siano rapporti di parentela fra i futuri coniugi."

"Già! il Clave lo inserì dopo lo scandalo del matrimonio fra Frederick Darktower e Lianna Greenwood che il giorno delle nozze scoprirono che erano fratellastri!" Osservò Magnus.

"Esattamente, quando ho fatto fare la mia ricerca, invece di fare gli ultimi 50 anni hanno capito ultimi 500 e ho scoperto una cosa interessante. Tua madre si chiamava Ade Muis da ragazza Bos?"

"Si! Perchè?"

"Perché, non credo lei lo sapesse, ma sarebbe stata una cugina del mio avo Marcus Verlack, i suoi genitori erano entrambi Shadowhunter, ma prima della nascita di tua madre andarono nel mondo mondano per dei problemi con il Clave di allora."

"Lo sai che non ha senso, sarei nato morto, nel caso."

"Infatti, ma mia zia mi ha sempre parlato di un cimelio di famiglia, un anello che proteggeva le donne incinte, andò perso, ma ho un disegno."

Lo Stregone con una magia recuperò un ricordo dalla sua mente facendolo diventare una immagine che mostrò a Sebastian, c'era una mano femminile con un anello con un rubino.

"Mi disse che era un ricordo di famiglia e non lo toglieva mai."

"E’ esattamente quello l'anello," rispose Sebastian.

Alec percepì lo sconcerto di Magnus e lo avvicinò a sé prendendolo alla vita. Lo Stregone si voltò guardandolo con gratitudine.

Notes:

Qui è Alec che sostiene Magnus prima, poi di nuovo lo stregone al suo fianco di fronte alla famiglia di Alec