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Emarginati

Summary:

L’idea generale di questa storia mi è venuta pensando al fatto che gli Shadowhunters amano una volta sola e ferocemente e se Alec per questa ragione fosse un emarginato deluso dall’amore e poi avesse incontrato Magnus che cosa sarebbe successo?

Chapter 1: Prologo

Chapter Text

Prologo

Sapeva che avrebbe pagato caro quello che era successo quella sera. Era sicuro che Clary non gli avrebbe creduto e, di conseguenza neppure Jace lo avrebbe fatto. Per non dire che nessuno lo avrebbe voluto, perché gli Shadowhunter “amano una volta sola e ferocemente” e nessuno si sarebbe preso lo scarto di qualcun altro.

Adesso era questo, un reietto.

La runa matrimoniale che poche ore prima il suo promesso gli aveva fatto sulla mano, quello che credeva la sua anima gemella, si era dissolta, come se non fosse mai successo.

Aveva freddo ed era in una strada ad Alicante non lontano dalla Guardia. Stava piovendo e non sapeva dove andare.

 

Dieci ore prima.

 

Alec era al settimo cielo oggi avrebbe sposato il suo promesso, Jonathan.

Jace era il suo suggenes, invece Clary sarebbe stata quella del suo fidanzato, presto marito.

Mancava poco, aveva appena finito di vestirsi con un completo spezzato, quando qualcuno bussò alla porta. Era Jace che entrato gli chiese:

“Nervoso?”

“Un po'”

“È normale, lo ero anch’io io.”

“Guarda che ero lì mentre andavi avanti e indietro, pieno di dubbi che non fossi abbastanza per lei.”

“Già! Comunque, bello questo completo spezzato, ti sta davvero bene, Izzy ti ha consigliato bene.”

“Avevo dei dubbi all’inizio, giacca bianca pantaloni neri, ma quando me lo sono visto addosso, mi sono convinto. Adesso però è ora di andare!”

Insieme si avviarono verso l’ingresso dove li attendeva un portale che li avrebbe trasportati ad Alicante, nella sala dove si sarebbe tenuta la cerimonia.

 

Aveva conosciuto Jonathan un paio di anni prima, quando, il suo quasi marito, aveva ritrovato sua madre e sua sorella. Ma non ci aveva veramente mai davvero parlato. Solo dopo il matrimonio di Jace e Clary si erano avvicinati, complice il fatto che erano i due suggenes.

Jonathan aveva avuto una vita difficile. Jocelyn, sua madre, era la ex moglie di Valentine, quest’ultimo le aveva fatto credere che sia lui, che il figlio maggiore, fossero morti nell'incendio della casa dei genitori di Jocelyn.

L'ex marito di Jocelyn, invece, aveva rapito il loro primogenito usando l‘incendio come copertura. Jonathan, non vedendo il ritorno del padre a Chernobyl da una missione che secondo Valentine li avrebbe fatti ritornare come eroi ad Alicante, si era fatto coraggio ed era uscito dal capannone in cui vivevano. A piedi e, grazie all'aiuto dei mondani, aveva raggiunto l'Istituto di Kiev.

Nella capitale Ucraina, l'Istituto era nella vecchia chiesa di San Nicola che era nei pressi di quella mondana. Arrivato, i capi dell’Istituto lo avevano accolto e avevano avvisato il Clave che aveva inviato Sebastian Verlack a prenderlo per portarlo ad Alicante. Lì avevano subito capito chi fosse e lo avevano riunito alla sua famiglia. In quell'occasione, aveva compreso chi fosse veramente suo padre e che era stata proprio Clary a spigarglielo, sua sorella, ad ucciderlo, per fermarlo dal distruggere tutti i Nascosti. In poco tempo, viste le sue capacità, era diventato uno Shadowhunter a tutti gli effetti.

Alec era rimasto affascinato dai suoi modi galanti, da quel suo volto deciso. Avevano iniziato a sentirsi subito dopo le nozze del suo parabatai, celebrate poco meno di un anno prima e a frequentarsi circa sei mesi prima, quando Jonathan era stato assegnato all'Istituto di New York.

Jonathan, vista la sua storia, non aveva avuto nessuna relazione, come Alec e avevano deciso di aspettare il matrimonio.

Non è che si erano limitati agli sguardi languidi, ma non erano mai andati oltre i preliminari, anche se piuttosto pesanti. Quella avrebbe dovuto essere la loro sera.

Erano arrivati nella stanza che era stata riservata loro. Dopo il matrimonio ad Alicante, erano sazi e leggermente brilli, avendo mangiato e bevuto abbondantemente. Si erano sdraiati nel letto e Alec era ansioso, ma felice, Jonathan come tutte le altre volte aveva preso l’iniziativa, baciandolo prima, mettendosi sopra di lui dopo, aveva, poi, iniziato ad accarezzargli il busto, quando sul telefono di Alec, che era sul comodino, arrivò una notifica.

Alec gli disse:

"Lo lascio suonare."

"Silenzialo."

Alec si allungò prese il telefonino e silenziandolo lesse una notifica e sorrise.

"Perché stai sorridendo al cellulare?" gli chiese Jonathan.

"Andrew Underhill mi ha scritto un messaggio in cui mi ha detto che gli devo una birra visto che ha vinto una scommessa."

"Di che cosa si tratta?" Jonathan gli chiese mentre si sedeva sul letto allontanandosi da Alec.

Alec ignorò la domanda di suo marito e provò a tornare sulle sue labbra, ma Jonathan lo fermò e gli disse serio:

"Rispondimi!"

"Niente gli avevo detto che avevo paura di impappinarmi durante le promesse e abbiamo scommesso una birra!"

"Vuoi dire che hai fatto scommesse sul nostro matrimonio?"

"Spero tu stia scherzando! Si trattava solo di una battuta innocente!"

"Il matrimonio è una cosa seria, non ci si scommette sopra, pretendo le tue scuse!"

"Non ci penso nemmeno, non ho fatto niente di sbagliato."

"Inoltre, ti vieto di parlare con Andrew, anzi chiederò ai tuoi di trasferirlo, ti sta sempre troppo vicino ed è troppo amichevole, sei un uomo sposato, devi portarmi rispetto!"

"Ma stai scherzando? Esco a fare un giro, quando ti sei calmato chiamami."

Non fece in tempo ad alzarsi che Jonathan lo prese per il braccio riportandolo sul letto dicendogli:

"Sei mio marito non puoi andartene … adesso ti fai scopare, spogliati."

Alec si alzò nuovamente dal letto spingendolo lontano da sé, Jonathan lo raggiunse mentre si allontanava prendendolo dal braccio e dandogli un pugno sul fianco. Alec si era difeso tirandogli un colpo sullo zigomo, per poi prendere il suo stilo e attivando la runa della forza lo aveva spinto e chiuso in bagno. Si era vestito, aveva preso le sue cose ed era fuggito.

Appena fuori dalla stanza aveva preso il telefonino e aveva chiamato Jace che gli rispose dicendogli:

"Ciao ma…?"

"Io e Jonathan abbiamo litigato…"

"Senti Alec siamo parabatai ma non credo che sia opportuno che mi immischi nel tuo matrimonio."

"Ma è una cosa seria, è geloso…"

"Anch'io sono geloso di Clary, che problema c'è? Una bella scopata e tutto torna a posto, adesso ti lascio, Clary mi sta aspettando, non so se mi spiego!"

Era sconcertato dalla superficialità di Jace era come se non lo conoscesse, era pur vero che avendo avuto entrambi un compagno, il legame parabatai si era allentato, ma era assurdo che lo trattasse così. Pensò di chiamare Izzy… ma si ricordò che era irraggiungibile, appena finita la festa aveva dovuto raggiungere il Regno Seelie. Scorse la rubrica e alla fine trovò Kadence Aldertree, sorella minore di Victor Aldertree che era un delegato del Clave. Avevano fatto l'accademia insieme ed all'epoca erano molto amici e anche se era diverso tempo che non si vedevano, continuavano a messaggiarsi. L'ultimo era di poche ore prima, gli aveva fatto gli auguri per il suo matrimonio. Sapeva che viveva da sola lì ad Alicante e forse poteva avere un divano dove poteva dormire quella notte.

 

* * *

Una notifica sul suo telefonino la svegliò, allungandosi lo recuperò dal comodino riuscendo a non svegliare il suo amante che aveva una mano sulla sua vita. Lesse la notifica, era Alec e le aveva scritto che aveva bisogno di un posto dove dormire. Si alzò dal letto silenziosamente per non svegliare il suo uomo e andò nel salotto chiudendo la porta della camera.

Andò nel balcone, da cui aveva una vista mozzafiato e da dove si vedeva la torre di Tokio e telefonò allo Shadowhunters.

"Alec ho appena letto il tuo messaggio, ma che cosa è successo?"

"Kad, non mi sento di parlarne, ma sappi che il mio matrimonio è finito ancora prima di iniziare."

"Ma stai bene?"

"Fisicamente si, per il resto non so, mi dispiace disturbarti, ma come ti ho scritto non so dove andare stanotte."

"Alec vai pure nella mia casa ad Alicante, lo sai dov'è?"

"Si, è nella piazza dove c'è la Guardia, quella casa a due piani a mattoncini."

"Esattamente, per aprire basta che fai la runa stealth sotto il pomo della porta, mettiti comodo, io arrivo fra massimo un paio d'ore."

"Grazie."

"Ci mancherebbe."

Aveva appena terminato la telefonata quando due mani da dietro l'abbracciarono alla vita.

"Kad perchè mi hai lasciato solo?"

"Sai il matrimonio che c'è stato poche ore fa?"

"Quello fra Alexander Lightwood e Jonathan Morgenstern? E cosa c'entrerebbe con me da solo nel letto?"

"Jonathan Fairchild, ha preso il cognome della madre. Comunque, Alec mi ha appena detto che ha bisogno di un posto dove dormire."

"Hanno litigato la loro prima notte di nozze? E tu come conosci Lightwood?"

"Abbiamo frequentato l'accademia insieme e siamo sempre rimasti in contatto. Ma sei geloso Magnus?"

"Beh! Dormirà da te!"

"E completamente ed irrimediabilmente gay e io sono etero, poi, In fondo, sono io che devo guardarmi sia da uomini che donne visto che sei bi."

"Lo sai che ho occhi solo per te."

"E lo spero, visto tutto quello che rischio per vederti."

"Beh non sarebbe legalmente vietato."

"Non lo sarebbe, ma il Clave non riconosce questo tipo di matrimoni, per non dire che qualsiasi Nephilim sposato con un Nascosto non fa mai carriera."

"A proposito di notizie non ancora pubbliche, le cose potrebbero cambiare, Malachi con l'ultima proposta di riforma ha irritato tutti i delegati e alla prossima riunione sembra che nomineranno Jia Penhallow. Lei ha idee decisamente più moderne e magari potrebbe cancellare la legge che vieta i matrimoni fra Nascosti e Shadowhunter."

"Davvero? Beh! Suo nipote Sebastian Verlack finalmente potrebbe diventare capo dell'Istituto di Parigi, dopo che Malachi lo aveva assegnato al figlio."

"Perché ti interessi a quel Verlack?"

"Perché siamo amici? E quello che ha subito é un’ingiustizia!"

"Ti ho appena detto che forse ci potremmo sposare e tu pensi a lui?"

"Lo sai che ti amo, non mi stancherò mai di te, sarai tu a lasciarmi quando sarò vecchia."

"Non ti lascerò mai," disse lo Stregone mentre, baciandosi, si dirigevano verso il divano.

Chapter 2: Soli

Summary:

Un anno dopo, Alec partecipa a una festa organizzata dalla nuova Console, Jia Penhallow, per celebrare l'approvazione di una legge che cancella le disparità tra Nascosti e Shadowhunter. Alec si sente isolato e osserva Jonathan con il suo nuovo fidanzato. Magnus, uno Stregone, si avvicina ad Alec e i due iniziano a parlare, trovando conforto l'uno nell'altro.

Notes:

(See the end of the chapter for notes.)

Chapter Text

 

Un anno dopo.

 

Alec era entrato nel salone, dopo tutta la sua famiglia, con lo sguardo basso. Avrebbe voluto essere dovunque tranne lì. La nuova Console, Jia Penhallow, all'approvazione della legge che aveva cancellato le disparità fra Nascosti e Shadowhunter, aveva organizzato questa festa ad Alicante.

Erano state invitate al completo tutte le maggiori famiglie Shadowhunters e le maggiori personalità del mondo Nascosto.

Alec era stato costretto ad andarci, arrivato, aveva salutato la Console e poi si era seduto da un lato della sala aspettando solo il momento in cui avrebbe potuto tornare nella sua camera all'Istituto.

Aveva passato gli ultimi mesi o in pattuglia con Izzy, che era l'unica della famiglia che parlava con lui, o da solo nella sua camera. Praticamente tutti sparlavano e ridevano alle sue spalle. Non era stato messo alla pulizia delle armi, solo per le sue capacità come arciere.

All'improvviso Jonathan entrò accompagnato dal suo nuovo fidanzato. Alec pensò che se lo doveva aspettare che sarebbe stato presente. Jace con Clary gli andarono incontro, quando vide che il suo parabatai stava facendo i complimenti a Jonathan, decise che aveva visto abbastanza e usci nel balcone. C'era un solco fra lui ed il suo parabatai, ma vederlo così lo feriva.

Magnus era arrivato al party da solo, direttamente dal suo loft, che adesso era a Londra, dopo essersi guardato intorno, si era avvicinato alla Console e, mentre le stringeva la mano, le disse:

"Buonasera Console, la ringrazio dell'invito, ma soprattutto per le leggi approvate."

"Era la cosa giusta da fare, sono lieta che sia riuscito a venire nonostante tutti gli impegni che ha come Stregone."

"Mi sarebbe dispiaciuto non partecipare."

Dietro lo Stregone c'erano alcuni Shadowhunter che volevano salutare Jia e Magnus le disse:

"La lascio ai suoi ospiti e vado al buffet."

"Bene, a dopo."

Si allontanò, prese un Martini e, mentre lo beveva, pensava che forse avrebbe potuto inventarsi una scusa più solida degli impegni lavorativi, magari una bella malattia infettiva così si sarebbe risparmiato questo party, la Console era assolutamente una brava persona, ma lui non voleva essere lì.

 

Gli ultimi mesi erano stati davvero i più brutti della sua lunga vita. Si era sentito solo come non mai e, dato che durate la relazione con Kadence aveva trascurato i suoi amici più cari, non aveva avuto ancora il coraggio di affrontare Ragnor e Catarina. Il punto più basso lo aveva passato pochi giorni prima, aveva organizzato un party e solo pochissime persone si erano presentate, quel giorno aveva capito di aver trascurato la sua comunità per una nullità.

Un applauso si alzò all'arrivo di una coppia, Magnus si voltò e vide Kadence Aldertree al braccio di Sebastian Verlack, nipote della Console e nuovo capo dell'Istituto di Parigi.

Doveva allontanarsi da lì, prima che la rabbia avesse la meglio sul suo controllo e si diresse verso il balcone.

Aprì la portafinestra rabbioso e colpì qualcuno che era già lì, un giovane Shadowhunter.

Lo riconobbe subito, era Alexander Lightwood, in fondo bastava aprire una pagina di gossip per vedere il suo volto e quello di Jonathan con articoli pieni di supposizioni e dichiarazioni da persone informate sui fatti, che però non ci mettevano la faccia. I suoi occhi erano lucidi ed era evidente che era sul punto di piangere, Magnus gli disse:

"Scusa non volevo colpirti è che sono... furioso e mi dispiace di averti fatto male."

"Non mi hai fatto male."

"Ma qualcuno deve… scusa non sono affari miei."

Alec guardò all'interno della sala, e lo Stregone seguendo il suo sguardo vide che i suoi occhi erano su Jonathan e che d'intorno aveva tutta la famiglia di Alec, che sorrideva e scherzava con lui. Lo Stregone continuò:

"Ti lascio solo…"

Alec si voltò era talmente affranto che Magnus aggiunse:

"Vuoi che ti chiami qualcuno? Non dovresti stare solo."

"Ma io sono solo."

"In verità adesso non lo sei," lo Shadowhunter fece un accenno di sorriso a quelle parole e gli rispose:

"Ma sarai venuto per festeggiare, non per stare con un perfetto sconosciuto su questo balcone."

"Sono dovuto venire, avrei offeso la Console che si è spesa tanto per far approvare questa legge, ma ti assicuro avrei preferito essere dovunque piuttosto che essere qui stasera."

"Allora siamo in due."

"Che ne dici se ci sediamo," disse lo Stregone indicando la panchina che era alla loro destra su un lato del balcone.

Alec fece un cenno di assenso e si sedettero accanto, nessuno disse niente per un po’, Magnus sorseggiava il Martini, Alec si tormentava le mani che aveva in grembo, finché lo Shadowhunter gli chiese:

"Mi hai riconosciuto vero?"

"Dovrei aver vissuto sulla luna per non sapere chi sei."

"Allora perché sei qui con me, invece che con lui, visto la persona che sarei per… tutti."

"Perché io so qualcosa che nessuno sa."

"Cosa?"

"Che sei tu la vittima non lui."

Alec lo guardò interrogativamente e lo Stregone continuò:

"Ero con Kadence quando le chiedesti un posto dove dormire."

"Vi conoscete?"

"Direi di sì… in modo biblico," Il tono era sprezzante e ferito e Alec rispose:

"Ti ha fatto soffrire," non era una domanda ma un'affermazione.

Magnus lo guardò sorpreso e Alec continuò:

"L'ho sempre considerata un'amica, ma so che è un'arrivista. Mi dispiace."

"Non è certo colpa tua."

"Che cosa sai di quello che è successo quella sera?"

"Non molto, ma so che eri tu quello in strada e non lui, come tutti i giornali di gossip sostenevano, quindi non ho mai creduto una parola delle ricostruzioni giornalistiche."

"Il livido sullo zigomo glielo ho fatto io…"

"Non ti conosco molto bene, ma non credo che tu lo abbia fatto senza una buona ragione e mi piacerebbe conoscere la tua versione dei fatti, visto che la sua è dappertutto e che tu, invece, non hai detto una parola."

"In verità neppure lui."

"Certo, erano tutte fonti anonime ben informate. Ha fatto un buon lavoro senza sporcarsi le mani nell'apparire la vittima."

"In effetti."

"Ma nessuno ti ha ascoltato, creduto?" Il riferimento alla famiglia di Alec era evidente, anche se inespressa e Alec rispose:

"Per me è difficile parlare, specialmente di certe cose, ci ho provato… ma… nessuno voleva davvero sapere."

"Capisco… Alec lo so che ci conosciamo appena, ma se ne hai bisogno io posso ascoltare," gli rispose lo Stregone poggiando la mano sopra la sua.

Alec disse con un filo di voce:

"Non l'avevamo mai fatto, anche se… non è che ci eravamo limitati agli sguardi negli occhi. All'inizio andò tutto bene, poi mi arrivò un messaggio da un mio collaboratore e lui diventò geloso, possessivo… la situazione degenerò subito, fu lui il primo a colpirmi al fianco… poi lo colpii al volto per difendermi. Lo chiusi in bagno ed il resto lo sai."

"Mi dispiace per quello che hai passato, poi quando ti rendi conto che non avevi voluto vedere alcuni aspetti di chi avevi accanto, cominci anche a dubitare di te stesso."

"Già! Ma stai parlando per esperienza personale?"

"Decisamente, mi stavo riferendo a Kadence, sai in alcuni momenti ho pensato che forse era colpa mia se mi ha lasciato, perché ho creduto di avergli messo troppa pressione quando le dissi che appena fosse stato possibile l'avrei voluta sposare."

"Lui era galante e io ero felice di sposare il fratello di Clary, la moglie del mio parabatai, sembrava perfetto, come se fosse il destino. Recentemente ho scoperto che frequenta Kit Herondale…"

"Dici quello Shadowhunter cresciuto come un mondano da suo padre, che qualcuno ha riportato nel mondo nascosto?"

"Si, fu Jace a trovarlo per un caso, stava seguendo un fuggitivo con il glamour quando si rese conto che Kit lo poteva vedere. Il mio parabatai era così felice di averlo trovato, e adesso che frequenta Jonathan è al settimo cielo, ho provato a parlagli, quando ho saputo che si vedevano. Ma ha pensato, come tutti, che abbia drammatizzato una lite e che fossi geloso."

"Nessuno ti ha preso sul serio e, praticamente, ti hanno tagliato fuori dalla loro vita."

"Già! La nostra runa è un'ombra, ormai."

Magnus gli strinse la mano e gli sorrise e poi disse:

"Mi dispiace! Quello che mi fa diventare pazzo é che noi ci stiamo nascondendo, siamo in questo balcone come se fossimo colpevoli, mentre loro…"

"Già è assurdo, in fondo non avremmo nulla di cui vergognarci."

"Hai ragione! Perché non andiamo nel salone e magari ci mettiamo in mezzo alla pista e balliamo?"

"Mi piacerebbe! Ma non sono un gran ballerino, anzi non ho mai ballato in vita mia."

"Ma io sì e, modestamente sono molto bravo, poi basterà che stiamo vicini e che ci muoviamo a tempo."

Alec si alzò dandogli la mano, che Magnus prese nella sua ed entrarono insieme nella sala, si diressero in mezzo alla pista da ballo mettendosi a ballare stretti stretti.  Nessuno all'inizio prestò loro attenzione, finché qualcuno iniziò ad indicarli.

Stavano ballando vicinissimi, Magnus aveva le mani intorno al suo collo, Alec sulla sua vita e lo Stregone gli suggeriva i passi sussurrandoglieli al suo orecchio.

Ad un certo punto Magnus bisbigliò ad Alec:

"Jonathan ci sta guardando stizzito, ignorando la sua 'dolce metà'."

"Anche lei se è per questo."

"Lo so che è infantile provare gioia per questo ma …"

"Dopo quello che ti hanno fatto passare è solo umano."

"Giusto! La canzone è quasi finita, alla fine posso darti un bacio sulla guancia?"

"Per il pubblico o perché lo vuoi?"

"Entrambe le ragioni."

Alec, mentre la canzone svaniva, si limitò a porgergli la guancia e Magnus lo baciò vicino alle sue labbra.

Notes:

Malec qui sono due anime ferite che trovano l’uno nell’altro un sostegno.

Chapter 3: Proposta

Summary:

Alec riceve una proposta dai suoi genitori per risollevare la sua immagine e la sua carriera, suggerendo un matrimonio con Raj Katri

Notes:

(See the end of the chapter for notes.)

Chapter Text

Le sue giornate ormai erano sempre uguali, sveglia, lavoro in coppia con Izzy, pasti e serate nella sua camera, solo. Ma qualcosa era cambiato, adesso aveva qualcuno con cui parlare, qualcuno che lo capiva, Magnus.

La sera del party si erano scambiati i numeri e da quel momento non avevano smesso di messaggiarsi.

Era nella sua stanza e la stava riordinando, dopo aver cenato, quando Izzy entrò e gli disse:

"I nostri genitori vogliono vederti.”

"Sembri preoccupata, beh se mi degradano e mi assegnano alla pulizia delle armi almeno dovrò vedere le loro facce con i loro giudizi scritti in fronte solo una volta al giorno."

"Non credo si tratti di questo, non lo so …"

"Beh, vado."

"In bocca al lupo fratellone, adesso devo andare con Jace da Raphael all'Hotel DuMort, perché mi hanno appena comunicato che è rientrato dal Regno Seelie. Sai per quel l’aumento dello spaccio di Yin Fen, ma dopo mi racconti tutto!"

"Certamente."

Rimasto solo nella sua camera, senza perdere tempo, prese il telefonino e se lo mise nella tasca dietro dei jeans e poi raggiunse l'ufficio dove i suoi genitori lo stavano aspettando. Arrivato, bussò ed entrò.

Sua madre era seduta alla scrivania e suo padre era in piedi dietro di lei, Alec si mise in piedi davanti alla scrivania e lei gli disse:

"Accomodati Alec, abbiamo una proposta per te. Abbiamo pensato ad un modo per superare il fallimento del tuo matrimonio e per rimettere in carreggiata la tua carriera."

"Non è fallito non è neppure iniziato perché…"

"Alec cerchiamo di andare oltre…" Intervenne il padre.

Alec era stufo di sentirselo dire, come se fosse facile, doveva essere il giorno più felice ed era diventato un incubo, ma preferì tacere e Maryse continuò:

"In questi mesi riservatamente abbiamo tastato il terreno per cercare di risollevare la tua immagine per il tuo bene e quello della famiglia."

"Non vogliamo più vederti solo, come un emarginato," continuò il padre.

"O con persone non della tua altezza."

Alec sapeva che Maryse si stava riferendo a Magnus, ma non ebbe il tempo di replicare che sua madre continuò:

"I Katri hanno espresso il desiderio che il loro primogenito Raj si fidanzi e si sposi con te. Pensavamo di organizzare una cena privata, in modo da farvi conoscere e poi fare un party per festeggiare il fidanzamento e magari il matrimonio fra qualche settimana. Ma la decisione sulla data la lasceremmo a te e Raj."

"Vi ringrazio di lasciarmi decidere la data del mio matrimonio, ma non chi sposerò," disse con un carico di rabbia e ironia che non era ignorabile.

"Alec, lo stiamo facendo per te, lo sai anche tu che tutti ti emarginano, solo Izzy lavora con te e non possiamo continuare così. Potresti rovinare anche la sua reputazione."

Alec si alzò e se ne andò sbattendo la porta. Non voleva sposare Raj, non gli piaceva, non voleva pensare alla notte di nozze, adesso sapeva che l'amore non era un sentimento a cui era destinato. Almeno non più, aveva creduto che Jonathan fosse la sua metà, ma si era sbagliato, sapeva che cos'era l'attrazione e almeno quella la voleva, insieme magari alla fiducia.

Uscì dall'Istituto, era furioso doveva trovare una soluzione e velocemente, non avrebbero potuto davvero costringerlo, ma rendergli la vita ancora più impossibile sì. Aprì la rubrica e ci trovò Kadence e pensò che, se lei avesse rilasciato una dichiarazione in cui spiegava che la notte del matrimonio aveva dormito da lei e in quale stato fosse, magari la sua immagine si sarebbe risollevata senza la necessità di un matrimonio. Era consapevole che Kadence aveva fatto soffrire Magnus, ma era comunque una sua amica, valeva la pena tentare e la chiamò:

"Kadence ti disturbo?"

"No Alec affatto… mi sembri agitato."

"Lo puoi dire forte, i miei mi hanno appena detto che devo sposare Raj Katri."

"E mi sembra di capire che tu non vuoi."

"Assolutamente no! Il fatto é che pensano al prestigio della famiglia e credono che questo matrimonio potrebbe aiutare i Lightwood e me."

"Il prestigio è importante, come le alleanze, ma se vuoi parlarne potresti venire qui ad Alicante, devo uscire fra un po', ma mezzora per te ce l'ho."

"No Kadence grazie, mi servirebbe il tuo aiuto per contattare qualche giornalista e fare in modo che la gente sappia anche la mia versione dei fatti, non mi interessa mettere in cattiva luce Jonathan, perché porterebbe ulteriori casini, in verità se lo meriterebbe, ma preferisco evitare, vorrei solo far sapere che ero sconvolto anch'io e che, se lui aveva un colpo sullo zigomo, io avevo un livido sul fianco. Mi basterebbe questo."

"Alec lo sai che farei qualsiasi cosa per te, ma adesso sono fidanzata con Sebastian, il nipote della Console, non posso mettermi in mezzo a certe situazioni, mi dispiace."

Alec era senza parole, lo sapeva che tipo era Kadence, ma ci aveva sperato.

Aveva bisogno di un amico, qualcuno, Izzy era in missione e aveva una sola persona a cui chiedere aiuto.

Aprì l'applicazione dei messaggi e gli lasciò un messaggio audio, non sapeva se fosse impegnato e non voleva disturbarlo e gli disse:

"Magnus ho un problema, la mia famiglia per ragioni di prestigio vuol farmi sposare Raj, ma io… non voglio e avrei bisogno di qualcuno per trovare una soluzione, un'idea, magari potremmo trovarla parlandone insieme. "

 

* * *

Non aveva fatto in tempo a rientrare nell'Istituto che Magnus lo chiamò:

"Alec, ciao ho appena sentito il tuo messaggio, se vuoi puoi venire adesso che ne parliamo."

"Grazie di aver richiamato subito, non ho nessun impegno, vengo volentieri."

Magnus gli aveva aperto un portale direttamente nel suo appartamento e Alec notò subito che era arredato con gusto, un misto fra antico e moderno, alcune pareti erano di mattoncini, altre avevano una tappezzeria damascata e dalla portafinestra si vedeva il Tower Bridge.

Lo Stregone, che era seduto sul divano, si alzò e gli offrì un cocktail dicendo:

"E’ solo leggermente alcolico, mi sembra che tu ne abbia bisogno."

Alec lo assaggiò, era dolce e si voltò dicendogli:

"Grazie."

"Di niente."

"Come ti ho già detto nel messaggio, la mia famiglia, per salvare il mio onore, ha deciso che mi devo sposare Raj Katri."

"Simpatico ed affascinante come un cactus."

"Già!"

"Ho persino chiesto aiuto a Kadence, mi bastava che confermasse che anche io avevo un livido sul fianco, per far capire che non sono un violento, ma che volevo solo difendermi."

"Fammi indovinare? 'Vorrei, ma non posso, potrei offendere la Console.'"

"Esattamente."

"Ma accomodiamoci sul divano."

Appena seduti lo Stregone continuò:

"Comunque non possono obbligarti a sposarlo."

"Certo che no, ma rendermi la vita ancora più difficile sì … è che mi sento solo, ho solo Izzy che mi capisce, ma lo stare accanto a me le sta causando dei problemi."

"Mi dispiace" gli disse lo Stregone, mentre poggiava la mano sulla sua.

"Se solo avessi una buona scusa per non sposarlo…"

"Potrei avere un'idea!"

"Quale?"

"E se dichiarassimo che ci vediamo dal party in Alicante?"

"Non credo che a mia madre interesserebbe un gran che."

"Ma se ci fossero delle prove?"

"Che tipo di prove?"

"Se ci mettessimo in una posizione compromettente su questo divano e magicamente facessi uno scatto, poi cercando nei profili Instagram di qualche locale londinese…"

"Che cos'è Instagram?"

"E' un social mondano in cui vengono postate foto, potrei aggiungere noi due in una foto già esistente, potremmo essere sullo sfondo, ma ben visibili, basterebbe poi inviare il link da una email anonima al sito Gossip Alicante ed è sicuro che Raj non vorrebbe più sposarti."

"Geniale."

"Ma lo sai che non passeresti bene per il fatto che ti saresti concesso prima del matrimonio e per di più ad uno Stregone."

"Tanto non è che cambierebbe molto."

Notes:

Alec in difficolta nel rifiutare la proposta dei suoi genitori cerca il sostegno di Magnus che è sempre lì pronto ad aiutarlo.

Chapter 4: Alleati

Summary:

Alec e Magnus si avvicinano sempre di più, condividendo momenti di intimità e supporto reciproco. Alec affronta i suoi genitori, dichiarando la sua relazione con Magnus e rifiutando il matrimonio con Raj.

Notes:

(See the end of the chapter for notes.)

Chapter Text

Appena tornato all'Istituto, Alec era andato direttamente in camera sua ignorando sia i messaggi di fuoco che quelli telefonici dei suoi genitori. Si era preparato per la notte e adesso era nel suo letto ed il suo pensiero continuava ad andare al momento in cui avevano fatto le foto.

Prima lo Stregone lo aveva magicamente cambiato vestendolo con dei pantaloni in pelle e una camicia nera di seta che aveva lasciato aperta. Si era sentito attraente, invece che a disagio, come si sarebbe aspettato. Sicuramente lo sguardo di apprezzamento dello Stregone lo aveva fatto sentire affascinante, Magnus poi, si era cambiato indossando dei pantaloni scuri, stretti ed una camicia semi trasparente.

Aveva appoggiato il telefonino su una mensola, controllando che riprendesse il divano dove si sarebbero messi.

Alec si era semi-sdraiato sul bracciolo del divano e Magnus gli si era avvicinato appoggiandosi fra le sue gambe, assicurandosi:

"Sei comodo, a tuo agio?"

"Si, mi fido di te," gli aveva risposto con un filo di voce, occhi negli occhi.

Magnus, magicamente, fece partire una serie di scatti e si avvicinò alle sue labbra per un bacio inizialmente dolce, ma Alec lo approfondì, acceso dal suo desiderio. Magnus spostò le sue labbra sul suo collo e Alec buttò la testa indietro gemendo.

Lo Stregone poi alzò il volto, trovando gli occhi del Nephilim e sussurrò vicinissimo a lui:

"Tutto bene?'"

"Si."

Erano eccitati e lo avevano percepito entrambi, come entrambi si sentivano al sicuro, l’uno nelle braccia dell'altro.

Si erano seduti vicini e Magnus si era messo a scorrere le foto su Instagram di alcuni locali notturni a Londra e Alec gli aveva chiesto:

"Io davvero non capisco l'utilità di questo… Instagram, i mondani sono strani."

"E' un sito su cui si caricano foto che tutti da un telefonino possono vedere."

"Cioè, se una tizia è a cena e carica una foto della bistecca che sta mangiando, tutti la possono vedere? No, davvero non capisco!"

"Si tratta di avere un posto dove mostri chi sei, cosa ti piace, dove vai… che ne dici se ci aggiungessimo questa?" chiese Magnus mostrandogli una foto del locale il Fabric London. L’immagine mostrava un aperitivo in primo piano e dietro un divano vuoto.

"Ci metteresti sul divano?"

"Esattamente."

Poi andò nella sua galleria e scorsero le foto fatte, Alec gliene indicò una, dove aveva il volto indietro e Magnus lo baciava sul collo, dicendo:

"Che ne dici di questa?"

"Per me va bene, ma … come dire, sei esposto."

"Infatti, è quello il motivo, hanno insinuato per mesi che fossi frigido e che fosse quello il motivo per cui il mio matrimonio è fallito. Così glielo sbatto in faccia a tutti, quanto sarei frigido!"

Lo Stregone aveva sorriso e magicamente li aveva aggiunti alla foto.

Alec si era addormentato con un sorriso sulle labbra pensando alle sue braccia che lo stringevano, alla sua bocca sulla sua, su quel divano a casa di Magnus.

 

* * *

Alec era stato svegliato di soprassalto con due mani che lo scuotevano e qualcuno che gli urlava di svegliarsi e quando aprì gli occhi, vide Jace che gli mostrava la foto che lui e Magnus avevano fatto la sera prima, ripresa dal sito Gossip Alicante con il titolo "Alec Lightwood di nuovo felice fra le braccia dello Stregone Magnus Bane?"

"Che cosa ti è passato per la testa, Maryse è furiosa e ti aspetta nel suo ufficio, li hai messi in imbarazzo con i Katri."

"Problemi loro."

In quel momento gli arrivò un messaggio di fuoco dai suoi genitori che gli comunicavano di andare nel loro ufficio.

Aveva buttato fuori da camera sua Jace e aveva mandato un vocale a Magnus, dicendogli che avevano visto la foto e i suoi genitori lo avevano convocato.

Si era appena finito di vestire, quando Magnus lo chiamò:

"Ciao Alexander."

"Ciao …"

"Come stai?"

"Onestamente? Vorrei essere lasciato in pace!"

"Appena puoi, se ti va, puoi venire qui, mi sono appena liberato di tutti gli impegni."

"Non dovevi…"

"Ci siamo promessi che ci saremmo aiutati e lo farò. Aspetto un tuo messaggio."

"Grazie."

"Di nulla, a dopo."

 

* * *

Il supporto di Magnus gli diede la forza di parlare con i suoi genitori e si preparò con calma, senza alcuna fretta di andare da loro.

Adesso era davanti alla porta dell'ufficio dei suoi genitori, fece un respiro profondo e bussò, appena la voce di sua madre disse "entra", si accomodò sedendosi alla scrivania e lei disse:

"Mi spieghi che cosa sarebbe questa foto in atteggiamenti sconvenienti con lo Stregone Bane?"

"Niente ci siamo conosciuti al party ad Alicante e abbiamo cominciato a frequentarci."

"Ma potevi dircelo ieri, avremmo seppellito la cosa…"

"Non c'è niente da seppellire, ci frequentiamo e certo non sposerò Raj per farvi un piacere."

"Continui ad infangare il nome dei Lightwood, ho deciso che diremmo che si tratta di una vecchia foto o che è un fotomontaggio e tu ti sposerai con Katri."

Alec si alzò e disse:

"Non ti azzardare, non mi presenterò mai al matrimonio con Raj, se pensi che vi ho messo in imbarazzo in questi mesi, aspetta quando non mi vedrai arrivare il giorno del matrimonio."

Poi si voltò e uscì.

 

* * *

Alec si diresse fuori dall'Istituto e appena uscito dall'ufficio telefonò a Magnus:

"Mi puoi aprire un portale?"

"Dove sei?"

"Sono appena fuori l'Istituto."

"Te lo apro subito."

Lo Stregone lo aprì a pochi metri da lui e superatolo arrivo nel salotto di Magnus. Lo Stregone gli si avvicinò offrendogli un drink dicendo:

"Credo che tu ne abbia bisogno. Ma accomodati" gli disse indicandogli il divano dove si sedettero vicini.

"Grazie, mi ha detto che si inventerà una scusa per la foto, ma che devo sposare Raj."

"E tu?"

"Le ho detto che se aveva trovato imbarazzante il mio comportamento dell’ultimo anno, doveva aspettare quando non mi sarei presentato al mio matrimonio."

"Ma come ti senti?"

"Stanco, deluso, vorrei solo essere lasciato in pace!"

"Come posso aiutarti? Che cosa ti va di fare?"

"Non lo so vorrei non pensarci per cinque minuti."

In quel momento dopo un chiaro brontolio dello stomaco di Alec lo Stregone sorridendo aggiunse:

"Che ne dici di mangiare qualcosa?"

"Si grazie, mi ha svegliato il mio parabatai urlando, poi sono andato subito a parlare con i miei e non ho fatto neppure colazione!"

"Potrei congiurare qualcosa, ma forse fare due passi potrebbe aiutarti? Qui vicino c'è un ristorantino mondano dove si mangia davvero bene."

"Si." Gli rispose sorridendo e lo Stregone guardandolo pensò che fosse un crimine vederlo sempre triste, quando un sorriso lo rendeva semplicemente perfetto.

Prese la giacca e ne congiurò una per Alec ed uscirono.

Appena fuori dal condominio i due camminavano accanto e Magnus gli indicava la strada fra le vie di Londra. Camminarono lungo il Tamigi, arrivarono ad una costruzione in vetro semicircolare da cui si aveva una vista spettacolare sul Tower Bridge. Entrarono in un ristorante "Da nonna" e lo Stregone gli spiegò:

"E' un ristorante Italiano" il Maître li accolse e, dato che era presto il locale era semivuoto e poterono scegliere un tavolo da dove si godeva della vista del ponte.

Seduti uno di fronte all'altro controllarono il menu e Alec disse:

"Per me sarebbe colazione… credo che una pizza Margherita potrebbe essere perfetta."

"Facciamo due e da bere?"

"Fai te."

“Allora  acqua e vino.”

E appena chiusero il menu arrivò il cameriere a prendere l'ordine.

"Alec cosa vorresti adesso dalla vita?"

"Vorrei poter vivere serenamente, senza che nessuno questioni la mia vita privata, che voglia impormi qualcosa. Vorrei fare il mio lavoro e non voglio che chi mi è rimasto davvero accanto, solamente Izzy in verità, paghi solo perché non mi ha abbandonato."

"Alec, dato che adesso tutti pensano che ci frequentiamo, potrei renderti un uomo onesto."

"Che cosa intendi?" Rispose Alec guardandolo speranzoso e lo Stregone continuò:

"Due bei anelli di fidanzamento potrebbero fermare i tuoi dal farti pressioni su Raj."

"Mi sembra una buona idea. Ma vediamo come va con i miei genitori se sarà il caso procederemo."

"Sono d’accordo."

Notes:

Jace qui non è un gran parabatai ma fidatevi da qui alla fine … cambierà.

Chapter 5: Avi

Summary:

Alec e Magnus partecipano al matrimonio di Sebastian e Kadence. Alec si sente a disagio, ma Magnus lo sostiene. Durante la cerimonia, Alec e Magnus si rendono conto di quanto siano importanti l'uno per l'altro

Notes:

(See the end of the chapter for notes.)

Chapter Text

Alec era seduto al bancone dell'Hunters Moon e stava aspettando Magnus, avevano deciso di incontrarsi alla luce del sole per dare forza alle parole di Alec sulla loro frequentazione.

Magnus non si fece attendere, la porta del locale si aprì con il consueto scampanellio e Alec voltandosi lo vide sorridente che gli andava incontro.

Era vestito con una giacca rossa, maglia e pantaloni attillati e scuri, leggermente truccato.

Lo Stregone gli si avvicinò e si abbassò sulle labbra del Nephilim per un bacio dolce per poi sedersi accanto a lui e, guardandolo, gli disse:

"Ciao Alec sono felice che tu mi abbia invitato, avevo proprio bisogno di uscire dal mio loft. "

"Negli ultimi giorni sono stato decisamente impegnato, ma mi mancavi."

"Come va con i tuoi genitori?"

"Per un po’ sono riuscito ad evitarli, poi ho reiterato la minaccia di non presentarmi all’eventuale matrimonio con Raj, ma la situazione è pessima, come puoi immaginare."

"Mi dispiace."

"Ma non parliamo di loro, ci sono dei tavoli da biliardo e mi farebbe piacere fare una partita anche se non ci ho mai giocato."

In quel momento la barista gli si avvicinò e gli disse:

"Che cosa posso servirvi?"

"Ciao Maia, Io una birra," rispose Alec.

"A me un Martini e, ce li potresti portare al biliardo?"

"Certamente."

Sin dal primo tiro al biliardo che fecero in contemporanea per decidere chi avrebbe iniziato, si notò che erano entrambi molto competitivi. Iniziò Alec, dato che la palla ritornò più vicina a lui, da arciere aveva una buona mira a fece una serie di tiri perfetti finché, dopo aver letto un messaggio di fuoco, sbagliò passando il testimone a Magnus che alla fine vinse la partita.

Seduti nuovamente al bancone, lo Stregone gli chiese:

"Stavi andando molto bene, mi dispiace che quel messaggio ti abbia distratto."

"Più che altro… non so cosa fare."

"Ne vorresti parlare?"

"Si, ma che ne dici se lo facessimo fuori da qui?"

"Certamente."

Appena usciti dal locale Alec prese dalla tasca il messaggio di fuoco passandoglielo.

Era l'invito alle nozze fra Sebastian e Kadence, fra una settimana.

"Non andare, se non ti va," gli rispose lo Stregone.

"Il punto è che sono stufo di nascondermi, perché il mio ex mi ha dipinto come un mostro."

"Allora vai!"

Alec abbassò la testa silenzioso e Magnus gli disse mentre gli alzava il mento con un dito:

"E' che … non vorresti andare solo, vengo io con te se vuoi?"

"Ma ci sarà Kadence!"

"Come c'era al party…"

"Sì ma li si sposerà e tu…"

"E io ero pronto a fare tutto per lei, mi sono annullato per lei, ma non é la persona che credevo, invece tu sei qui e ti ho promesso che ti avrei aiutato, quindi se mi vuoi, verrò come tuo accompagnatore."

"Davvero?" gli rispose sorridendo.

"Mi sa che è arrivato il momento di prendere quei due anelli di fidanzamento."

 

* * *

Alec e Magnus arrivarono ad Alicante per la cerimonia, mano nella mano. Tutti si girarono sorpresi, mentre i due si scambiavano un sorriso. Prima di conoscere Magnus, venire a questi eventi per Alec era stato insopportabile, specie dopo lo scandalo del suo matrimonio fallito. Oggi, però, lo Shadowhunter era sereno. Si sedettero nei posti loro assegnati sul lato destro della navata. Dopo pochi minuti, Sebastian arrivò sorridente e, mentre passava, si fermò a salutare diverse persone, fra cui Alec e Magnus, per poi attendere all'altare la sua futura moglie.

Magnus si sentiva un po’ in colpa nel vedere Sebastian così felice, evidentemente innamorato, perché era abbastanza certo che Kadence lo stesse sposando solo per la sua posizione. Aveva anche pensato di avvisarlo, ma non lo conosceva così bene e c'era anche la possibilità che Kadence si fosse davvero innamorata. Alec notò dove fosse lo sguardo del suo accompagnatore, intuendo il suo stato d'animo e gli poggiò la mano sulla sua. Lo Stregone si voltò e gli dette un bacio sulla guancia.

Quando si staccarono, un raggio di luce entrato dalle vetrate, colpì le loro mani facendo brillare l’anello che Alec aveva sul dito e, vedendolo, le loro menti andarono al momento in cui li avevano scelti.

Si erano dati appuntamento il pomeriggio successivo l'uscita all'Hunter‘s Moon e Alec lo aveva raggiunto a Londra nel suo loft con un portale aperto dallo Stregone. Erano andati alla gioielleria mondana G. Maspini a piedi. Il negozio era raffinato, con pannelli neri e vetrinette con gioielli divisi per tipo. Entrati, una commessa li accolse, fu Magnus a chiedere che gli venissero mostrati degli anelli di fidanzamento maschili, Joan, la commessa, li accompagnò a una vetrina dedicata a tali gioielli, la scelta fu facile, dato che piaceva ad entrambi il medesimo anello. Era semplice piuttosto massiccio, ma con una scanalatura in mezzo.

Si voltarono al rumore della porta che si apriva, ma non era Kadence, erano Jonathan e Kit. Magnus si avvicinò all'orecchio di Alec e gli sussurrò:

"Non sei solo, non più, ci sono io con te."

Lo sguardo di gratitudine di Alec disse allo Stregone più di qualsiasi parola.

Alla fine, arrivò anche la sposa con un ritardo di oltre quaranta minuti, infastidendo i rappresentanti del Clave e la Console stessa. Aveva un abito con uno scollo vertiginoso e uno strascico più adatto una principessa mondana che ad una guerriera Shadowhunter. La cerimonia era officiata da fratello Enoch. Magnus, osservando Sebastian e Kadence che si facevano la runa matrimoniale, pensò che fossero fin troppo perfetti e che solo lo sposo sembra va davvero felice, ma forse il suo pregiudizio su Kadence poteva avere un peso sul suo giudizio.

 

Appena terminata la cerimonia, Alec e Magnus andarono insieme a tutti gli invitati in una sala vicina dove si sarebbe tenuto il party. Stavano dirigendosi verso il buffet quando, Maryse seguita da Robert, li fermò e disse rivolgendosi ad Alec:

"Come ti è venuto in mente di presentarti con lui, non ti sembra di averci imbarazzato abbastanza? E che cosa sono quegli anelli?"

Magnus gli strinse la mano e Alec rispose a Maryse:

"E' la mia vita e decido io come viverla e gli anelli significano esattamente quello che pensi, siamo fidanzati."

"Ma lo sai che stavamo provando ad aiutarti, pensa al tuo futuro, una alleanza …"

"Non intendo sposare Raj per avere una promozione e poi, come vedi, non sono più solo."

"Alec hai gettato dalla finestra un futuro brillante per come hai gestito il tuo matrimonio."

"E come avrei dovuto gestirlo? Dovevo lasciarlo fare?"

"No, dovevi usare il cervello."

Alec era livido e, nonostante stessero parlando a bassa voce, era evidente la sua rabbia e continuò:

"Vorresti dire che avrei… dovuto far finta di niente la notte delle nozze, che lo avrei dovuto chiudere in bagno poi chiamarti per organizzare un bel lancio di agenzia, dichiarando che ci eravamo sbagliati e che non eravamo fatti l'uno per l'altro? O magari dovevamo fingere per il bene della famiglia?"

"Non sto dicendo questo, ma anche nelle situazioni più difficili bisogna usare la testa, gestirle."

Magnus non resistette oltre in silenzio e disse:

"Ma non ci pensa a quello che ha passato suo figlio quella notte? Doveva essere la notte più felice della sua vita ed invece."

"Alec, il matrimonio con Raj potrebbe essere di facciata e poi potresti frequentare chi…" continuò Maryse, ma Alec la interruppe.

"Non intendo farlo e dovrebbe esserti chiaro che, visto che sono venuto con lui, non intendo nascondere Magnus per nessuna ragione."

"Ma ti costerà la tua carriera."

"La carriera mi è già costata per quello che è successo con Jonathan, perché gli Shadowhunter amano ferocemente una volta sola e nessun Nephilim di buona famiglia mi vorrà. Magnus ti prego andiamo via di qui."

Si ritrovarono a ballare stretti stretti. Alec aveva nascosto il volto nell'incavo del suo collo e lo Stregone sentiva le sue lacrime silenziose scendere sulla sua camicia. Alec lo stringeva a sé alla vita, Magnus aveva le mani sul suo collo e gli accarezzava i capelli.

Alec gli sussurrò:

"Scusami, se sono così fragile."

"Non sei fragile, sei stato tradito dalle persone che avrebbero dovuto capirti e proteggerti."

"Ma dovrei essere io a sostenerti oggi…"

"Alec quando ci siamo scambiati gli anelli, lo sapevamo entrambi che in parte era per mostrare ai nostri ex che siamo andati oltre, ma anche per sostenerci ed è quello che sto facendo, soprattutto dopo le parole dei tuoi genitori."

"Grazie, sto meglio, potresti…"

"Certamente," e magicamente gli asciugò le lacrime.

Si staccò dalla sua spalla e gli sorrise, Magnus avvicinò lentamente le sue labbra a quelle del Nephilim per dargli il tempo di rifiutare, se non avesse voluto, ma fu Alec a cancellare la distanza. Il bacio fu un leggero sfiorare di labbra.

Staccatisi rimasero occhi negli occhi e Alec gli disse:

"Grazie," con un tono serio inadatto alla situazione e Magnus gli chiese:

"C'è qualcos'altro che non va?"

"No, è che Jonathan diceva che questi sono baci da donnicciole e li trovava non adatti a due uomini."

"Che idiozia, le labbra sono labbra, i sentimenti sono sentimenti, non mi devi ringraziare, è e sarà sempre un piacere."

Si erano avvicinati al buffet e avevano appena finito di mangiare un paio di stuzzichini, quando i neo-sposi si avvicinarono e Sebastian disse indicando gli anelli:

"Allora vedo che dal party ad Alicante qualcosa è cambiato," e Alec rispose:

"Magnus è stata una sorpresa, dopo quello che è successo non è che cercassi qualcuno, ma…"

"Ci siamo incontrati e Alec si è rivelato una persona davvero speciale," continuò Magnus stringendogli la mano.

"Alec, poi non sarà stato semplice per te con tutto quell'evidenziare della stampa che gli Shadowhunter amano una volta sola, implicando che potevi essere solo una seconda scelta," osservò Kadence.

"Non è stato semplice, ma adesso è passato," rispose Alec.

"Poi quello non è certo un problema per il signor Bane."

"Mi chiami pure Magnus," intervenne lo Stregone.

"Allora Magnus, non credo che dai peso a queste credenze dei Nephilim e, essendo immortale nella tua lunga vita, avrai avuto così tanti amori che questa faccenda ti sembrerà una sciocchezza," osservò Kadence.

"Signora Verlack."

"Kadence."

"Non volevo mancare di rispetto ad una donna sposata, comunque quello che dici è certamente vero, ma significa perdere e riperdere le persone che ami, anche se a volte ti rendi conto di non aver perso nulla."

"Sembra che abbia avuto una delusione d'amore," intervenne Sebastian.

"Ormai superata, grazie ad Alec, credevo davvero che fosse la persona per me, ma mi sono reso conto che amavo l'idea che mi ero fatto di lei e non la persona che in realtà è. Quindi posso dire che non è stata una vera delusione, perché la persona che amavo non esiste, invece Alec è qui ed è reale."

"Ne sono davvero lieto e sono felice che Alec ti abbia portato con sé, perché, Magnus ti avrei contattato io nei prossimi giorni dato che ho scoperto qualcosa di curioso che ci riguarda."

"Ci? intendi dire tu ed io?" Rispose lo Stregone incuriosito dall'affermazione di Sebastian.

"Si, sai che hanno messo un controllo obbligatorio prima del matrimonio per verificare che non ci siano rapporti di parentela fra i futuri coniugi."

"Già! il Clave lo inserì dopo lo scandalo del matrimonio fra Frederick Darktower e Lianna Greenwood che il giorno delle nozze scoprirono che erano fratellastri!" Osservò Magnus.

"Esattamente, quando ho fatto fare la mia ricerca, invece di fare gli ultimi 50 anni hanno capito ultimi 500 e ho scoperto una cosa interessante. Tua madre si chiamava Ade Muis da ragazza Bos?"

"Si! Perchè?"

"Perché, non credo lei lo sapesse, ma sarebbe stata una cugina del mio avo Marcus Verlack, i suoi genitori erano entrambi Shadowhunter, ma prima della nascita di tua madre andarono nel mondo mondano per dei problemi con il Clave di allora."

"Lo sai che non ha senso, sarei nato morto, nel caso."

"Infatti, ma mia zia mi ha sempre parlato di un cimelio di famiglia, un anello che proteggeva le donne incinte, andò perso, ma ho un disegno."

Lo Stregone con una magia recuperò un ricordo dalla sua mente facendolo diventare una immagine che mostrò a Sebastian, c'era una mano femminile con un anello con un rubino.

"Mi disse che era un ricordo di famiglia e non lo toglieva mai."

"E’ esattamente quello l'anello," rispose Sebastian.

Alec percepì lo sconcerto di Magnus e lo avvicinò a sé prendendolo alla vita. Lo Stregone si voltò guardandolo con gratitudine.

Notes:

Qui è Alec che sostiene Magnus prima, poi di nuovo lo stregone al suo fianco di fronte alla famiglia di Alec

Chapter 6: Destabilizzato

Summary:

Magnus scopre di avere sangue Nephilim e si sente destabilizzato. Alec lo sostiene e lo accompagna alla Città d'Ossa per ulteriori test. Magnus scopre di essere sia Stregone che Shadowhunter.

Notes:

(See the end of the chapter for notes.)

Chapter Text

Dopo la rivelazione di Sebastian, Magnus era diventato serio e pensieroso, Alec gli era stato vicino senza essere invadente, comprendendo che doveva essere scioccante scoprire una tale verità, una verità che cambiava la percezione che Magnus aveva di sé stesso. Lo Shadowhunter lo aveva protetto, prima portandolo da un lato della sala tenendolo lontano dagli altri invitati, poi, rispondendo per entrambi quando qualcuno si avvicinava incuriosito della loro presenza come coppia.

Erano andati via appena opportuno, attraverso un portale che Magnus aveva aperto nel suo appartamento ed appena arrivati lo Stregone, come era già capitato quando erano usciti insieme, stava aprendone uno per Alec per l'Istituto di New York, quando lo Shadowhunter lo fermò toccandogli dolcemente la mano e dicendogli:

"Se vuoi parlarne, sono qui."

"Non lo so. È che non riesco a smettere di pensare a cosa possa significare per la mia vita… sono anche un Nephilim, magari non cambia nulla ma…"

"Lo affronteremo insieme."

"Non è necessario," gli rispose alzando esitante lo sguardo.

"Lo so che quando ci siamo promessi di esserci l’uno per l’altro, questo non lo sapevamo ma… ma voglio starti vicino."

"Grazie."

 

Oggi Sebastian aveva organizzato un incontro fra Magnus e i Fratelli Silenti all'Istituto di New York, proprio per determinare se e quanto fosse Nephilim lo Stregone. Era stato deciso per un Istituto, in quanto, finché non fosse stato definito lo status di Magnus, non era possibile farlo alla Città d'Ossa.

Mancava una mezz'oretta all’arrivo di Magnus e Alec, che era in camera sua, con un messaggio di fuoco si fece aprire un portale e lo raggiunse.

Lo trovò nel suo apotecario e stava facendo l’inventario degli ingredienti per le pozioni e appena arrivato gli disse:

“Non c’era bisogno che mi raggiungessi!”

“Lo so, mi faceva piacere presentarmi con te.”

“Allora, grazie Alexander,” e riprese a fare l’inventario.  

Lo Shadowhunter non era la prima volta che lo vedeva sistemare qualcosa senza magia. Magnus era metodico, preciso, ma invece stavolta continuava a controllare le medesime boccette ed era chiaro che fosse nervoso, anche se cercava di nasconderlo.

Ne riconosceva i segni, andò da lui e gli prese la mano e gli disse:

"Sarai sempre tu."

"Ovvio!"

"Lo sai che con me, se ti va, puoi parlare.”

Magnus a quel punto si voltò e gli disse:

"E' che è così strano, ne dovrei essere lieto, ma non lo so, mi sento perso come se mi avessero cancellato tutte le mie certezze."

"Magnus, qualsiasi sia il sangue che scorre nelle tue vene sarai sempre tu, la persona gentile che mi ha allungato la mano quando tutti mi allontanavano, non cambierà niente."

"E per gli altri?"

"Magnus, non hai controllo sul pensiero degli altri, ma potresti essere il simbolo che unisce tutto il mondo Nascosto."

Lo Stregone a quelle parole gli sorrise, poi rendendosi conto che mancava poco all’incontro aggiunse:

“Direi che è ora di andare.”

********

Superato un portale si trovarono appena fuori dall'Istituto, Alec gli prese la mano e lo accompagnò dentro, con passo deciso lo portò nell’infermeria dove era stato deciso che si sarebbe tenuto l'incontro. Pochi minuti dopo arrivarono Fratello Enoch, Geremia e su espressa richiesta di Magnus Fratello Zaccaria, che era un vecchio amico dello Stregone. Fratello Enoch li contattò mentalmente dicendo:

"Con gli altri Fratelli abbiamo deciso che per determinare quanto tu possa essere anche Nephilim, la migliore opzione è farti la runa dell’alleanza che, come saprai, serve a collegare uno Shadowhunter ed un Nascosto condividendone i poteri per un periodo limitato di tempo. Normalmente la runa viene apposta prima allo Shadowhunter e poi al Nascosto, in questo caso verrà posta solo a te e questo ci basterà a valutare la presenza di sangue angelico, poi, dopo questa prima valutazione potremmo proseguire con ulteriori test."

"Va bene," rispose lo Stregone.

A quel punto si avvicinò Fratello Enoch che gli fece la runa sul braccio, Alec, guardandola, notò che non era affatto diversa dalle sue. Attesero qualche momento, poi Fratello Geremia pose una serie di rune, mentre Zaccaria spiegava:

"Sono rune definite indagatrici stabiliranno la tua situazione."

Dopo un po’ si fermarono ed era chiaro che si stessero consultando, alla fine fu Fratello Enoch a parlare:

"Generalmente nei rari casi in cui una Shadowhunter senza rune rimane incinta di un demone superiore, come nel caso di Tessa Gray, che conoscevi, uno dei tratti è preponderante, nel suo caso il suo essere strega. Tu, per ragioni che dovremmo approfondire, sei entrambi."

"Significa che posso fare magie e anche avere Rune?"

"Esattamente."

 

* * *

Erano tornati nell'appartamento di Magnus, lo Stregone si era seduto su una poltrona e aveva congiurato un Martini.

Alec gli si era avvicinato e gli aveva chiesto:

"Come stai?"

"Onestamente, non lo so."

"Posso fare qualcosa?"

"Puoi rimanere qui, almeno per un po’."

"Certamente."

Magnus aveva iniziato a sorseggiare il suo drink, quando il suo telefonino vibrò e lo prese dalla tasca.  Dopo aver letto un messaggio, inviò un audio:

"Non azzardarti a contattarmi mai più, per me sei morta." Poi passò il telefonino ad Alec lasciandogli leggere che cosa gli avevano scritto.

Era un messaggio di Kadence.

"Magnus! Sebastian mi ha appena detto che sei un suo lontano parente, che praticamente sei anche uno Shadowhunter, se lo avessi saputo non ti avrei mai lasciato, lo so che sono sposata ma per te potrei lasciarlo e rimettermi con te. Lo sai che non ho mai smesso di amarti. Alec non potrà mai renderti felice, tu sei un passionale e mi manchi. Ti rivoglio, Alec è una brava persona, ma lo sai che cosa si dice di lui."

Alec disse solo:

"Che zoccola."

"Lo puoi dire forte."

lo Stregone prese il Martini e lo sorseggiò pensieroso e dopo averlo appoggiato sul vassoio si voltò e avvicinandosi gli disse:

"Lo so che la mia proposta adesso ti sembrerà solo per rivalsa e in parte lo è, ma in verità, di te mi fido e sto bene con te e sì, vorrei mostrare al mondo e, soprattutto a Kadence, che l’ho superata. Poi credo che adesso, insomma penso di essere un buon partito e potrei proteggerti da matrimoni indesiderati."

Alec lo guardava silenzioso, sorridendogli ed attendendo la sua proposta che era sì implicita nelle sue parole, ma che non voleva supporre.

"Mi vuoi sposare?"

"Si… ma che tipo di matrimonio sarebbe?"

"Potrebbe essere solo di facciata, un po’ come due amici che dividono l'appartamento o dato che mi sembra che ci sia attrazione fra di noi… potremmo condividere anche ... il resto. Sappi che dopo quello che è successo non credo di potermi innamorare, quindi non potremmo mai avere questo, ma protezione, la fiducia ed un luogo sicuro si."

"Dopo quello che ho passato con Jonathan non so più nemmeno che cosa sia l'amore … ma se poi uno di noi due, trovasse qualcuno?"

"Ne parleremmo e divorzieremmo, ma quello che voglio che ti sia chiaro é che non voglio scandali o tradimenti, voglio onestà fra di noi."

"Ci sto."

 

* * *

Alec aveva invitato la sua famiglia alla cerimonia, ma sapeva che sarebbe venuta solo Izzy, Magnus invece aveva fatto venire i suoi amici più stretti, Catarina e Ragnor, con cui aveva chiarito dopo le incomprensioni dovute alla sua relazione con Kadence, in una cena nella quale gli aveva presentato il suo promesso.

Alec quando arrivò davanti alla sala dell'Istituto, dove si sarebbe tenuta la cerimonia, trovò lo Stregone che lo stava aspettando davanti alla porta, quando lo vide Magnus gli prese la mano e guardandolo negli occhi gli chiese:

"Sei sicuro?"

"Si Magnus, sono sicuro."

Si diressero verso l'altare insieme, dove fratello Enoch li stava aspettando, insieme a Izzy e Catarina rispettivamente le suggenes di Alec e Magnus.

Nella sala c’era solo Ragnor, non che si aspettassero qualcun altro, ma per Alec era doloroso che Jace non si fosse fatto cambiare il turno.

Appena arrivati all’altare, la porta della sala si aprì, si voltarono e videro Sebastian e Kadence. Evidentemente Sebastian lo aveva saputo e aveva pensato presentandosi di sostenerli.

Magnus pensò che fosse davvero una brava persona e che non si meritava di avere accanto una persona come Kadence.

Ne avrebbe parlato con Alec, forse sarebbe stato giusto avvertirlo.

Lo Stregone tornò a guardare il suo promesso, che si era voltato per prendere da Izzy un bracciale che gli mise al polso, Magnus prendendone uno uguale da Catarina lo dette allo Shadowhunter.

Fratello Enoch porgendo lo stilo ad Alec disse:

"E’ ora che Alexander Gideon Lightwood e Magnus Bane si marchino a vicenda con la runa del vincolo del matrimonio, due rune sul cuore è nata un unione."

Magnus magicamente sbottonò la sua stessa camicia e Alec gli disegnò la runa, poi con un'unica magia richiuse la sua per aprire quella di Alec. Il Nephilim gli passò lo stilo e Magnus gliela disegnò e poi gli richiuse la camicia con un movimento della mano.

Unirono le loro mani per dire le loro promesse, per un attimo rimasero occhi negli occhi in silenzio, poi Alec con il pollice accarezzò la sua mano riportando la sua attenzione alla cerimonia e dissero insieme:

"Ti affido il mio cuore, per averne cura per il tempo che ci sarà concesso, ed oltre."

Avevano deciso di sposarsi con degli obbiettivi chiari, ma sentivano che adesso non era solo un accordo. Fra di loro c'era fiducia e passione e forse poteva essere abbastanza per essere davvero felici.

Lo Stregone sorridendogli prese il volto di Alec nelle sue mani per un bacio dolce, mentre tutti battevano le mani.

Usciti dalla sala trovarono un piccolo rinfresco magicamente congiurato da Ragnor e Catarina, Alec e Magnus servirono champagne agli invitati e insieme fecero un brindisi, poi Ragnor magicamente fece partire un Valzer ed i due neosposi ballarono stringendosi dolcemente e sorridendo felici.

Notes:

L’altra parte dell’idea di questa storia cosa sarebbe potuto succedere se Magnus avesse scoperto di essere si figlio di Asmodeus ma che sua madre aveva sangue angelico.

Chapter 7: Sentimenti

Summary:

Alec e Magnus trascorrono una luna di miele a Parigi, rafforzando il loro legame. Alec si rende conto di quanto sia importante Magnus per lui.

Notes:

(See the end of the chapter for notes.)

Chapter Text

 

 

I due neosposi non avevano avuto tempo per una vera luna di miele, ma essendosi uniti in matrimonio la sera prima del giorno di riposo di Alec, avevano una serata ed un giorno tutto per loro, così avevano deciso di andare a Parigi.

Con un portale arrivarono direttamente davanti al loro albergo, l'Hotel du Drillion in Piazza della Concordia. Entrarono con due valige, senza avrebbero dato nell'occhio. Per la differenza di fuso orario era tardissimo, ma avevano avvisato e li stavano aspettando. L'Hotel era lussuoso, il palazzo era in stile neoclassico e gli interni erano rinascimentali, con rifiniture dorate, affreschi e poltrone in velluto rosso.

Appena entrati un facchino prese i loro bagagli accompagnandoli prima alla reception, dove in pochi minuti li registrarono e gli dettero la tessera magnetica per accedere alla camera.

Arrivati poi alla loro stanza, dettero al facchino una generosa mancia, dato che era stato discreto e professionale. Entrati videro che più che una camera era un miniappartamento, era composto da un salottino con divano e tavolo in stile Luigi XIV, una camera matrimoniale ed il bagno che invece erano più moderni nelle sfumature del celeste e grigio.

I due neosposi non avevano cenato e, dato che la cucina dell'hotel era chiusa, Magnus la congiurò e sul tavolo magicamente apparve un antipasto di gamberetti cozze e vongole, poi una zuppa di cipolle e un assaggio di formaggi ed infine fragole con panna.

Dopo aver cenato si erano seduti sul divano e Magnus gli aveva confidato:

"Sai avevo sempre pensato che il matrimonio non facesse per me, solo per lei lo avevo preso in considerazione, ma oggi sono felice di essermi sposato con te. Sei bello, dolce, sincero e soprattutto mi fido."

"Sono felice anch'io, con te mi sento protetto, al sicuro," Magnus a quelle parole gli sorrise e Alec appoggiò la sua mano sopra a quella di suo marito.

Alec sbadigliò, specialmente per lui era stata una lunga giornata, dato che aveva dovuto lavorare fino a pochi minuti prima della cerimonia e lo Stregone vedendolo gli disse indicando il divano dove erano seduti:

"Modifico questo divano in un letto e dormo qui, tu puoi stare nella camera principale."

Alec gli rispose:

"Il letto è abbastanza grande per due, per me non sarà affatto un problema dormire accanto a te… se ti va."

"Certo che mi va, lo sai che mi trovo bene con te, ma non volevo imporre la mia presenza."

"Lo so."

Magnus si preparò per la notte magicamente, mentre Alec lo faceva nel bagno, poi si addormentarono vicini guardandosi negli occhi.

 

La mattina dopo si alzarono tardi, anche a causa del fuso orario, usciti dall'hotel fecero colazione con caffè e croissant in un bar lì vicino per poi avviarsi verso la Tour Eiffel. Arrivati all'attrazione fecero la fila come due turisti qualsiasi e salirono a piedi fino alla cima. Erano felici si tenevano per mano come se fosse la cosa più naturale del mondo. Mentre camminavano lungo la Senna, dopo aver visitato la cattedrale di Notre Dame, si fermarono a pranzo in un ristorante che era su un battello, ordinarono una bistecca con patate e il cameriere alla fine del pranzo offrì da parte del titolare uno champagne, perché avevano notato, dalle loro fedi lucenti, che erano in luna di miele.

Nel pomeriggio andarono a visitare il Louvre, Magnus era meglio di un cicerone e gli raccontava la storia di ogni opera, anche se Alec aveva il sospetto che a volte inventasse un po’, ma non aveva nessuna importanza, stava bene ed era felice.

Cenarono al ristorante del loro hotel con uno stufato di carne di manzo per poi guardare dalla finestra i fuochi d'artificio che festeggiavano una non precisata vittoria mondana francese.

Tornati in camera, allo sbadiglio di Alec, Magnus sorridendogli gli disse:

"Ti preparo per la notte?"

"Si, grazie."

Magicamente cambiò entrambi e andarono a dormire come la sera precedente guardandosi negli occhi, ma Alec quella sera avvicinò il volto a quello dello Stregone per un bacio, dolce, lungo e gli disse:

"Sono lieto che ci siamo incontrati su quel balcone."

"Anch'io."

 

* * *

Alec si svegliò e vide Magnus che stava controllando il suo telefonino. Era in una posizione da cui poteva vedere lo schermo e cosa stava guardando. Erano foto di lui con Kadence. Quando lo Stregone se ne rese conto appoggiò il telefonino sul comodino e, voltandosi verso Alec, gli disse:

"Posso essere sincero con te?"

"Si."

"Stavo pensando a che cos'è l'amore. Sai io sono sicuro che Kadence mi amasse e forse mi ama ancora, ho dei bei ricordi con lei è divertente, pazza, simpatica."

"Hai ragione, all'accademia ne combinava una al giorno, era spassosa, mi piaceva passare del tempo con lei."

"Ma per lei conta la posizione, la carriera sopra ad ogni cosa. Sopra anche a quello che provava per me. Allora penso che non sia capace di amare veramente, perché non metterebbe mai il bene di qualcun altro davanti al suo."

"Ma poi, fino a che punto è corretto cambiare noi stessi, per andare incontro a chi si ama? Quando facendolo schiacciamo i nostri desideri, praticamente negando chi siamo?"

"Già!"

"Io non sono uno che tiene molto a come appaio, sono un soldato, per me essere comodo conta sopra ogni cosa. Dovevo capirlo subito che c'era qualcosa di strano in Jonathan. Una delle prime volte che uscimmo insieme, mi misi una camicia semitrasparente, mi piaceva, volevo essere attraente. Stetti tutta la sera con la giacca, perché Jonathan diceva che tutti mi mangiavano con gli occhi."

"Non c'è niente di male nel voler apparire attraenti e attirare gli sguardi. Fra le tante, io curo il mio aspetto e mi lusinga avere gli occhi di tutti addosso, ma non significa essere infedeli."

"Hai perfettamente ragione."

"Vedi, in una relazione servono tante cose, ma soprattutto rispetto e fiducia, io con Kadence non avevo questo, c'era divertimento, passione, molta passione, ma non quello che serve in una relazione seria."

Fece una pausa per andare ad accarezzare il volto di Alec e continuò:

"Ma con te c'è sia rispetto che fiducia e mi sembra anche passione e mi chiedo allora che cosa provo davvero per te. Ma non arrivo mai ad una soluzione, perché Kadence ha distrutto tutte le mie certezze."

"Magnus anch'io mi fido, ti rispetto e… ti desidero." Alec dopo quelle parole andò sulle sue labbra per un bacio, che iniziò come un lieve sfiorarsi di labbra, ma presto divenne profondo e le loro mani vagavano, accarezzandosi sul volto, sul busto, sul collo. Quando si staccarono Magnus gli sussurrò:

"Cosa vuoi?"

"Te."

"In che senso."

"Lo sai."

Alec si sdraiò e lo Stregone andò sulle sue labbra, mentre il Nephilim, facendogli posto fra le sue gambe, espresse implicitamente il suo desiderio.

Quando i loro inguini si toccarono, coperti dai loro pigiami, un gemito interruppe il bacio e Magnus, guardandolo negli occhi, pensò che avrebbe reso la sua prima volta speciale, lo avrebbe fatto suo solo quando sarebbe stato al limite e lo avrebbe preso lentamente. Voleva che fosse indimenticabile.

Tornò sulle sue labbra per baciarlo, prima superficialmente per poi socchiudere le sue labbra, tentativamente entrando nella sua bocca. La reazione di Alec fu istintiva e repentina, invase la sua bocca spingendo leggermente indietro il volto dello Stregone, mentre con una mano gli tirava su il pigiama per accarezzargli il fianco. Si baciarono a lungo, senza fretta, accarezzandosi, insinuando le mani sotto i loro pigiami.

Magnus si alzò per sedersi sulle sue caviglie, senza smettere di baciarlo e Alec incollato alle sue labbra lo seguì, finché non si trovò seduto davanti a lui. Si staccarono senza fiato, occhi negli occhi. Lo Stregone senza dire una parola andò alla sua maglia, con la chiara intenzione di togliergliela, Alec gli fece solo un cenno di assenso. Magnus spogliatolo lo guardò. Alec aveva le spalle larghe ed un fisico scolpito, il petto villoso che lo Stregone accarezzò. Il modo in cui lo guardava parlava di più di mille parole.

Alec allungò le mani per togliergli la maglia, lo Stregone lo aiutò alzando le braccia, Alec era ipnotizzato da quel fisico asciutto, perfetto, andò con le sue mani tremanti ad accarezzarlo.

Lo Stregone andò a baciare il suo collo spingendolo dolcemente, finché non fu nuovamente sdraiato, spostò poi le labbra dal collo al busto e ai capezzoli, mentre Alec gemeva e accarezzava i suoi capelli.

Magnus alzò gli occhi e con una magia chiuse le tende pesanti lasciando in penombra la stanza e congiurando e accendendo poi delle candele. Alec lo guardava, guardava quegli occhi adesso senza glamour e provò a dire qualcosa, ma le parole gli morirono in bocca, quando Magnus iniziò a togliergli i pantaloni del pigiama. Alec aveva spostato il suo sguardo sulle sue mani che gli scoprivano il suo inguine, poi tornò al suo viso, gli occhi dello Stregone lo stavano osservando sfacciatamente. Alec si sentiva bellissimo e sexy. Lo Stregone scese con le sue labbra sul suo inguine baciandolo prima, per poi prenderlo nelle sue labbra. Alec non riusciva a togliere gli occhi da quella vista peccaminosa, dal suo membro che spariva in quelle labbra. Si rese conto che con le dita lo stava aprendo, ne percepiva il fastidio, ma lo desiderava così tanto. Magnus toccò qualcosa in lui e gli occhi gli si chiusero e gemette indecentemente, senza filtri, come se non fosse lui ad emettere quei lamenti. Il piacere lo stava travolgendo, ma Magnus si fermò ad un passo dal precipizio. Risalì il suo corpo per baciare le sue labbra, mentre magicamente si toglieva il resto del pigiama, poi lo guardò e gli disse:

"Sei sicuro?"

Alec non riusciva a proferire parola e gli fece un cenno con la testa. Magnus lo guardò dicendogli:

"Sei così bello Alexander,"

"Anche tu," li rispose in un sussurro.

Poi gli alzò dolcemente i ginocchi, mentre andava alle sue labbra per baciarlo. Accarezzando le sue spalle, il suo fianco il suo inguine e poi la sua apertura. Alec aveva chiuso gli occhi e gemeva, lo voleva così tanto che si spingeva senza inibizioni sulle sue dita, ma voleva di più e "un ti prego," uscì dalle sue labbra.

Lo Stregone tolse le sue dita e appoggiò il suo membro. Alec si spinse su di lui, penetrandosi appena. Magnus si fermò un attimo per poi iniziare lentamente a farlo suo.

Si sentiva riempire, sempre più profondamente, il respiro gli si fece corto, il cuore sembrava potesse uscirgli dal petto, finché non fu completamente in lui. Tornò sulle sue labbra per baciarlo lungamente, dolcemente, poi iniziò a muoversi, tentativamente, lentamente. Era così stretto così perfetto. Il suo volto angelico era in preda al piacere, le sue mani che lo accarezzavano. Magnus trovò il punto che gli faceva perdere il senno e cominciò a colpirlo, sapeva che sarebbe venuto così, istintivamente il suo Nephilim aveva iniziato a roteare il bacino nella ricerca di maggiore frizione e gemeva. Lo guardava, guardava i loro corpi dove erano uniti. Lo Stregone sentiva che non sarebbe durato, ma voleva prolungare il suo piacere, il loro piacere e si fermò un attimo seppellito in lui, Alec aprì gli occhi e lo Stregone sapeva che stava guardando nei suoi veri occhi, quello sguardo diceva quello che non avrebbero potuto spiegare a parole. Alec allungò le sue labbra per farsi baciare e Magnus quando invase la sua bocca ricominciò a spingersi in lui in modo deciso, incessantemente, senza sosta. Alec, poi, gettò indietro la testa e con un lunghissimo gemito venne, vederlo così fece perdere allo Stregone quel residuo di controllo che aveva e venne in lui.

 

* * *

Magnus era senza fiato, aveva appoggiato la testa sul suo cuore, che batteva all'impazzata come il suo, si erano riassopiti così, stretti felici, finché la sveglia del telefonino di Alec li risvegliò.

Lo Stregone, che era ancora sul suo busto, aprì gli occhi e Alec andò ad accarezzare il suo volto. Lo Stregone andò sulle sue labbra per un bacio dolce, poi Alec guardandolo gli disse:

"Mi … Tutti quando parlano, insomma … ti crei delle aspettative e rischi di rimaner deluso. Invece è stato tutto perfetto, non credo di poterti spiegare a parole quanto piacere ho provato."

"Non serve, lo so, l'ho provato anch'io."

Notes:

Alec e anche Magnus fanno fatica a comprendere i loro sentimenti perche entrambi hanno avuto una grossa delusione d’amore, ma adesso iniziano a capire.

Chapter 8: Riavvicinamenti

Summary:

Alec e Magnus tornano a New York e affrontano le difficoltà della loro relazione. Alec si rende conto di quanto sia importante Magnus per lui e di quanto ci tiene.

Notes:

(See the end of the chapter for notes.)

Chapter Text

 

Avevano lasciato Parigi dopo aver saldato il conto, appena arrivati in una strada poco frequentata lo Stregone aveva aperto un portale ed erano arrivati direttamente nel loft di Magnus che adesso era a Brooklyn.

Avevano fatto colazione insieme, occhi negli occhi, quasi senza parlare, non serviva.

Alec non avrebbe voluto andare all'Istituto per il suo turno, ma doveva, quindi si alzò, scese sulle sue labbra per un dolce bacio e gli disse:

"Mi puoi aprire un portale?"

"Certo che sì!" Gli rispose mentre lo faceva, lo Shadowhunter lo stava superando quando si fermò e voltandosi gli chiese:

"Potresti venire con me?"

"Vuoi che tutti vedano quanto siamo felici?"

"Si, forse è meschino, ma voglio sbatterglielo in faccia."

E mentre si alzava e gli porgeva il braccio gli rispose:

"E con l'occasione, che ne dici di passare dalla tua camera così, con un portale, invio qui tutti i tuoi indumenti e qualsiasi altra cosa tu voglia portare qui."

 

* * *

Superato il portale si erano trovati davanti all'ingresso dell'Istituto ed erano entrati con Alec al braccio di suo marito. Poco prima di entrare nel centro operativo Magnus gli sussurrò:

"Non sei più solo, ci sono io con te, ricordatelo." Alec lo guardò grato e anche sorpreso di quanto lo comprendesse lo Stregone. Aveva percepito da come si era irrigidito quanto fosse difficile la sua vita dentro quelle mura, come d’altronde lo era stata nell'ultimo anno. Alec si voltò e gli sorrise, grato che fosse al suo fianco.

Superato il centro operativo, dove non erano mancati sguardi e sussurri, i neosposi raggiunsero quella che ormai era la ex camera di Alec, dove lo Stregone, seguendo le indicazioni del Nephilim aveva magicamente imballato ed inviato nel suo loft tutti i suoi effetti personali.

Appena usciti, Alec stava inviando un messaggio di fuoco ad Izzy per sapere quale fosse il suo incarico oggi, quando incrociarono Jace che rivolgendosi ad Alec disse:

"Dovrei parlarti."

Magnus iniziò:

"Vi lasc…"

Alec si voltò e dolcemente gli disse:

"Rimani," poi guardò Jace invitandolo con un gesto a proseguire e disse:

"Non so da dove iniziare," disse mentre nervosamente si passava la mano nei capelli. "Mi dispiace di non averti creduto, non ho scusanti, non so neppure io perché…"

"Che cosa è successo?"

"Jonathan ieri sera è andato con Kit all’Hunter ‘s Moon, Kit si era tolto la giacca e aveva una maglia un po’ attillata e un paio di vampire lo stavano guardando sfacciatamente, Kit non ci aveva fatto neppure caso. Quando sono usciti Jonathan ha iniziato ad insultarlo, Maya, la barista sentendoli è uscita e ha fatto in tempo a dividerli con l'aiuto di alcuni clienti. Jonathan è stato sospeso, e domani verrà discusso il suo comportamento dal comitato predisposto ad Alicante e probabilmente verrà inviato dai Fratelli Silenti per una diagnosi."

"Grazie di avermelo detto."

"Mi dispiace, lo so che non ci sono scusanti per come ti ho trattato… ma è il fratello di Clary e…"

Alec si voltò a cercare conforto nello sguardo di suo marito, che gli strinse il braccio e Alec continuò:

"Ti credo, ma mi hai ferito in un modo che non so spiegarti a parole, vorrei poterti dire che ti perdono, ma non sarebbe vero."

"Posso capirlo."

"Ho bisogno di tempo."

 

* * *

Lo Stregone era appena tornato al suo loft e non riusciva a smettere di pensare ad Alec a come aveva affrontato il suo parabatai. Era un uomo coraggioso, era orgoglioso di averlo al suo fianco. Entrato in camera vide gli effetti personali di Alec e li sistemò magicamente, alcuni provvisoriamente in attesa che suo marito al ritorno gli dicesse dove preferiva tenerli.

Si era appena seduto in salotto, quando gli arrivò un messaggio di fuoco.

Era Sebastian che gli chiedeva se poteva raggiungerlo, gli rispose che era libero. Lo Stregone gli aprì un portale davanti all’Istituto di Parigi, appena lo Shadowhunter gli aveva scritto dove fosse. Arrivato si strinsero la mano e Magnus con un gesto lo invitò ad accomodarsi e lo Shadowhunter gli chiese:

"Come stai?"

"Bene, molto bene."

"E la luna di miele?"

"È andata meravigliosamente, Parigi è stupenda."

"Potevate passare; avremmo festeggiato insieme."

"Abbiamo avuto solo un giorno abbiamo preferito stare soli."

"Lo capisco."

"Ma dimmi, non credo che tu sia venuto per fare due chiacchiere."

"Infatti, volevo parlarti della tua situazione e delle prospettive, non voglio farti pressioni, ma credo che sia corretto offrirti di andare alla Città di Ossa per capire fino a che punto puoi gestire questo tuo essere Shadowhunters. Ti assicuro che qualsiasi cosa ti diranno rimarrà fra te e i Fratelli Silenti. Ma se fosse possibile e, onestamente non credo ci possano essere ostacoli, vorrei che tu diventassi anche Shadowhunter a tutti gli effetti apponendoti la runa angelica."

"Perché? "

"Perché è quello che sei e potresti unire tutto il mondo nascosto e … sei famiglia."

Sebastian lo considerava famiglia, era davvero un ragazzo speciale e gli rispose:

"Grazie, ci penserò e ne parlerò con Alec, come va all'Istituto di Parigi?"

"Bene, Kadence sta passando dei giorni un po’ difficili, sai pensa di essere incinta."

"Sono felice per voi."

"Non è ancora certa, ma anche se non lo fosse abbiamo tempo, sai sono stato fortunato a trovare una ragazza che non aveva avuto nessuna relazione, ti sembrerò un po’ all'antica, ma un po’ mi ha fatto piacere, in verità non sarebbe cambiato niente, perché quando ami davvero, certi dettagli non contano, ma non so, ne sono felice."

Magnus aveva abbassato lo sguardo per paura che potesse leggere il suo sconcerto, gli aveva fatto credere di essere vergine, non poteva crederci. Stava pensando che forse avrebbe avuto il diritto di saperlo e iniziò:

"C'è qualcosa di cui vorrei parlarti."

“È importante? Perché dovrei scappare ho una riunione importante…"

"No, non c’è fretta."

 

* * *

Aveva sistemato il suo ufficio e l'apotecario e lo aveva fatto senza magia, aveva bisogno di concentrarsi su qualcosa che non fossero le parole di Sebastian. Era stato mentalmente faticoso, i suoi pensieri tornavano a quel momento, alla sua gentilezza, alle frottole di Kadence, alla felicità di Sebastian che non si rendeva conto della serpe che aveva accanto e, su tutto, il dover decidere cosa fare. Si era sempre sentito uno Stregone e lo era ancora, ma adesso sarebbe potuto entrare alla Città d'Ossa, posto che era vietato a Nascosti e Mondani. Certo voleva sapere chi era veramente, ma una parte di sé stesso lo temeva. Si sentiva come se stesse tradendo i suoi amici Vampiri, Lupi Mannari e gli Stregoni. Razionalmente lo sapeva che era stupido e che avere sangue Nephilim non cambiava chi fosse, ma si sentiva come se questo lo rendesse un privilegiato, quel tipo di privilegiato che non sopportava.

Una voce, quella di suo marito, lo risvegliò dai suoi rimuginamenti:

"Magnus dove sei?"

"Sono nell'apotecario," disse raggiungendolo in salotto per poi aggiungere appena lo vide:

"Giornata lunga?"

"Stavo meglio ieri," gli rispose sorridendo e avvicinandosi allo Stregone per un bacio sulle labbra.

"Anch'io."

"Comunque se devo essere sincero mi sembri preoccupato … é per la tua situazione?"

"Non solo, oggi Sebastian è venuto per questo motivo."

"Ti ha fatto pressioni?"

"No, mi ha solo spiegato le prospettive e che dovrei andare alla Città d'Ossa."

"Immagino che ti sembrerà strano."

"Molto, mi sento destabilizzato, come se non sapessi più chi sono."

"Me lo posso immaginare."

"Poi c'è dell'altro… non dovrebbe interessarmi, ma mi dispiace per Sebastian."

"Riguarda Kadence?"

"Si, le ha fatto credere di essere vergine, io davvero non mi capacito della necessità di mentire su una cosa del genere. Fargli credere di essere una persona diversa da quella che è, poi questa cosa della verginità la ritenevo superata da almeno cent'anni. Non so cosa fare Alec, forse dovrei dirgli la verità, anche se so per esperienza che si tende a non crederci specialmente quando siamo innamorati."

"Se qualcuno mi avesse avvisato che Jonathan era violento non gli avrei creduto e avrei biasimato la persona che me lo diceva."

"Ma dimmi com'è andata la tua giornata?"

"Come al solito, io e Izzy siamo andati a parlare con Camille Belcour per i soliti problemi con i Lupi Mannari."

"E' una serpe."

"La conosci?"

"Fin troppo bene, credo che ho un miglior intuito quando si tratta di uomini."

Alec guardandolo sorrise alle sue parole, dato che gli aveva fatto un complimento, indiretto ma pur sempre un complimento, poi lo Shadowhunter tirando fuori un foglio dalla tasca, un messaggio di fuoco disse:

"Mi è arrivato questo, leggilo."

'Alec avrei voluto dirtelo di persona, ma ho pensato che non fosse opportuno. Comunque, voglio scusarmi con te per quello che ti ho fatto la notte del matrimonio e per aver contribuito alle voci che davano a te la responsabilità di tutto. Non so davvero che cosa c'è di sbagliato in me, spero che alla Città d'Ossa lo capiscano e ci sia una qualche soluzione, perché ho sempre voluto una famiglia, ma forse non è destino. Sappi che i sentimenti che provavo, che provo per te sono reali, lo sono anche adesso. Ti auguro di essere felice con Magnus. Jonathan.’

Notes:

E finalmente Jace comincia a recuperare invece Jonathan inizia a capire che cosa non va in lui.