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Language:
Italiano
Stats:
Published:
2025-05-01
Updated:
2025-05-05
Words:
1,899
Chapters:
2/?
Hits:
6

La Guerra del Graal della Città Eterna

Chapter 2: Servant

Chapter Text

Chiara era ancora per terra, scossa dall’evocazione non esattamente tranquilla. Ma aveva funzionato. Il Servant la osservava, con l’accenno di un ghigno sulla faccia. Per qualche motivo non riusciva a vederle bene le mani, nascoste nello scuro del suo vestito.
“Sì, ti ho evocata io. Sono Chiara Avignati. Per sacro contratto tu mi dovrai assistere alla vittoria di questa guerra, e insieme potremo ottenere il potere del Sacro Graal”. Questa formulazione di presentazione e invito l’aveva vista nei vecchi libri che aveva preso dalla sua famiglia.
“Qual è il tuo nome?”
Il sorriso dello spirito si allargò leggermente, tanto per emettere una piccola risata.
“Siete sicuri di volerlo sapere realmente? Quello che vi devo per certo è la mia classe: Assassin, sono al vostro servizio”
Non la migliore delle classi, ma forse più adatta al suo stile di combattimento, per meglio evitare grandi scontri campali.
Chiara allunga la mano verso il Servant, per confermare il patto. Assassin le porge uno sguardo tagliente e freddo, mantenendo comunque quella sua aria beffarda, per poi allungare il braccio e stringerle la mano. Finalmente riusciva vederle le sue mani, pallide come quelle di un cadavere.
Chiara si accorge che sulla sua di mano invece sono spuntati tre cerchi concentrici. I suoi “Command Spell”.
“Speriamo di non doverli usare, che ne pensate?”, scherza Assassin, accarezzando la mano del suo Master.
Intanto delle preoccupazioni cominciavano a nascere in lei, questa Assassin non la convinceva, come mai aveva evocato lei? Gli ideali del Master non si dovrebbero manifestare nei Servant che chiamano?
Fuori dal suo appartamento si sentiva una congregazione di persone. L’evocazione aveva creato trambusto in tutto il palazzo.
Sente un forte bussare alla porta.
“Sono la portiera, i vicini dicono che quel casino è venuto da qui. Cosa è successo? Mi faccia entrare”.
“Assassin, smaterializzati”, dice Chiara sottovoce, e Assassin obbedisce.
Chiara si avvicina alla porta, senza aprirla.
“Mi scusi, ho fatto cadere delle pentole e...”
“Non scherzare con me, mi apra!”
Con quel cerchio di evocazione ancora lì terra non poteva certo aprire. Ma come avrebbe altrimenti spiegato il rumore?
“Guardi che se ha rotto qualche mobile o peggio devo comunicarlo alla padrona.” Dopo quella frase seguirono qualche altro colpo alla porta e poi silenzio. Chiara avvicinò l’occhio allo spioncino e vide la portiera ed i vicini in uno strano stato confusionale, balbettavano qualcosa con un filo di voce.
Assassin si rimaterializzò dentro casa.
“Tutto risolto”
“Che hai fatto?”, le sbotta Chiara immediatamente.
Assassin le mostra dei pezzi di vetro rotti nella sua mano con un po’ di liquido che sembrava acqua, ma leggermente più blu.
“Questa pozione gli confonderà le memorie accumulate negli ultimi minuti, non vi verranno più a disturbare”
“Pensavo di aver evocato Assassin, non Caster”
“Mph”, dice con sdegno, “pozioni e veleni devono essere le prime armi di un assassino, sono quelle che lasciano meno traccia del colpevole”
“Hai preso iniziativa senza dirmi niente, potevamo già crearci dei problemi per nulla”
“Che ingrata che siete”, le dice scocciata.
“Forse avrei dovuto iniziare con un grazie… Non importa, comunque dobbiamo parlare della nostra strategia, incomprensioni del genere non devono più accadere”
Assassin prende una delle sedie messe da parte e si accomoda.
“Per iniziare, come vorreste essere chiamata, Master?”
“Chiara basta, puoi evitare i lei o i voi, serve una comunicazione diretta tra noi. Invece ho bisogno di sapere chi sei, per meglio formulare le nostre strategie di attacco e difesa”
Assassin rifece quel sorrisino che già le stava sui nervi.
“E dove sarebbe il divertimento in ciò? Potrei continuare a sorprenderti invece di essere prevedibile”
“Assolutamente no, devo avere informazioni precise. Dovremo avere a che fare con Maghi allenati da anni per questo, io ho dovuto fare tutto da sola perché la mia famiglia come dei codardi ha voluto abbandonare la magia. Quindi sono costretta a dover pianificare al meglio le mie prossime mosse, e devo sapere le caratteristiche della mia arma”
“Capisco. Io sono Lucrezia di casa Borgia, duchessa di Ferrara. Tante infamie sono associate al mio nome, creando leggende che si sono manifestate in me come Servant. Tramite arcani posso incantare i miei nemici, confonderli, disperderli nella loro mente, anche se vedo che il mio Master non è in grado di trasferirmi abbastanza Mana per affidarmi regolarmente a questi strumenti. Nei casi peggiori…” dice mentre le sue mani si perdono nel suo vestito nero, “… ho questi due pugnali con cui combattere”. Non il meglio per uno scontro diretto, ma abbastanza per difendersi da sorprese.
“Ugh, nonostante il mio allenamento i miei circuiti magici sono ancora atrofizzati”
“Posso sempre rubare mana ad altre persone, se c’è bisogno”
Chiara per un attimo ci pensa. Il mana è la linfa vitale delle persone, rubarlo da esse significherebbe lasciarle in uno stato vegetativo.
“...vedremo se ce ne sarà bisogno” dice, disgustata dal fatto di non poterla escludere completamente come tattica. Si trovava in grande svantaggio, doveva usare tutti gli strumenti a disposizione. Tutti...
Rimase in silenzio per un momento.
“Quindi, sia per le pozioni che per i pugnali, dovremo affidarci ad un tipo combattimento abbastanza ravvicinato, va bene. Non sono esattamente un’esperta di magie di protezione, ma posso rimediare”, dice mentre si avvicina alla sua libreria, piena di vecchi tomi sulla magia.
“Puoi iniziare a rimediare dandoci una residenza degna di tale nome, cosa è questa… catapecchia?”
“Dove credi possa vivere una fuorisede? E comunque non preoccuparti, il Graal non è in questa città. Ci dovremo trasferire a Roma, lì il Vaticano ci darà i soldi per una stanza d’hotel più che rispettosa, ti basterà?”
“Non sarà comunque una villa…”
“Abituati principessa, siamo in guerra, non è tempo di pensare a questi lussi”
“Pensavo fossi una nobile anche tu, tradisci l’onore del tuo nome”
“Ah si? Io? Non i miei genitori che hanno deciso di rigettarlo completamente? Il nostro casato è decaduto da quasi un secolo ed io sono l’unica che ancora ci tiene!”
Assassin aveva capito di aver toccato un tasto dolente. Quel suo scherzo aveva rivelato le vere intenzioni del suo Master, e ciò la rattristiva
“Non fare questo per la tua famiglia, non ne vale la pena. Se devi compiere atti orribili fallo per te stessa”, dice con tono quasi addolorato.
Chiara si inasprisce dalla rabbia.
“Incontro finito!” urla, stringendo poi i denti.
“Ho bisogno di farmi una doccia”, dice andando in bagno e sbattendo la porta.